la lanterna


 
Replying to PREGANDO S’IMPARA !
Nickname
Post Icons
                                     

                                   

Code Buttons

         
           FFUpload  Huppy Pick colour HTML Editor Help
Enter your Post
(Check Message Length)

Clickable Smilies
:huh:^_^:o:;):P:D
:lol::B)::rolleyes:-_-<_<:)
:wub::angry::(:unsure::wacko::blink:
:ph34r::alienff::cry::sick::shifty::woot:
<3:XD:*_*:];P:XP:
(:=)X):D:>.<>_<
=_=:|:?3_3:p:;_;
^U^*^^*:=/::*::b::f:
Show All


  
 


Last 10 Posts [ In reverse order ]
lapecorellasmarritaPosted: 13/4/2024, 19:45

PREGANDO S’IMPARA !



(APRILE, MESE DEDICATO ALLA SANTA EUCARESTIA)



LA-SPOSA-CRISTIANA



Si! pregando s’impara sia a relazionarsi con Dio , la Santissima Vergine Maria e con gli angeli e tutti i Santi e beati del Cielo. Sono mesi, non riconoscendo Bergoglio papa ed essendo disgustato dal comportamento del clero in generale e degli stessi “fedeli” (peraltro fedeli di chi? Riconoscendosi a questo pseudo papa, nemmeno vicario di Cristo? )… sono mesi dicevo che non metto piede in una “chiesa”, guardo con nostalgia le belle cattedrali del nord Europa ma anche le Chiese, che spetterebbero a Noi, dove settimanalmente ricevevo i Sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia, mentre ora devo attendere che un Sacerdote del Piccolo Resto Cattolico o di un’ altro non in comunione con bergoglio passi nei paraggi del mio luogo di residenza, oppure assistere alla Santa Messa su Radio Domina Nostra e ricorrere alla Comunione Spirituale.

PP-BENEDETTO-XVI



Per il resto non mi manca affatto il dover sopportare ‘’quei fedeli” che da anni e anni, entravano in chiesa all’ultimo minuto, sconoscendo persino l’a b c della nostra fede, chiacchierando sgranocchiando caramelle ( soprattutto le cosiddette lettrici per prime e ministri straordinari), facendo il Segno di Croce come se scacciassero via una mosca, nessuna riverenza al Santissimo il quale, con Anima, Corpo, Sangue e Divinità,(spero lo sappiano) com’è in Cielo ci attendeva giorno e notte, cellulari che squillavano, nemmeno a farlo apposta proprio durante la Consacrazione, per non parlare di chi e chissà cosa altri leggessero o messaggiassero. Voglio risparmiare le scemenze, scusate il termine, di un parroco fra i tanti che, rivolgendosi ai presenti chiedendo da quale monte fosse asceso il Signore, “c’insegnò”, convinto, ch’Egli ascese al Cielo…dalla montagna delle Beatitudini! Se ci sia da ridere o da piangere ditemelo voi

mount-of-beatitudes-1136x757


(Cappella sul Monte delle Beatitudini)



Certo che se almeno una volta ogni tanto vi foste preparati (rivolgendomi sia ai fedeli che ai sacerdoti) il meno indegnamente possibile alla Santa Messa con uno di questi due esempi dati dalla Contessa di Barezia o dall’Imitazione di Cristo, sareste presto giunti ad apprendere ciò che il mio primo confessore mi insegnò (dopo oltre 30 anni che non andassi a Messa e mi costò 6 mesi di penitenza, nel mio combattimento spirituale) quali fossero le cose lecite e il peccato etc oltre alle “cose urgenti e quelle necessarie” iniziando dal SILENZIO! ESSENDO NELLA QUIETE E NEL SILENZIO CHE AVANZA L’ANIMA DEVOTA. Un esempio? E’ urgente andare a Messa…è necessario non andarci se è sacrilega e quindi approfondire l’attuale periodo.
Sono certo che, da questi due seguenti esempi di preparazione e di ringraziamento, qualcuno apprenderà alcune di queste cose “urgenti e necessarie” . Roba da medioevo? Niente affatto. Un caro abbraccio della pecorella smarrita, in Gesù, Maria et Giuseppe


images

sep-angeli



APPARECCHIO ALLA SANTA COMUNIONE



(Tratto dal Cap. X de “la Sposa Cristiana)



ossia



La donna secondo il Cuore di Dio nella famiglia e nel mondo



simonettamom-Picture-a-bustling-town-square-alive-with-the-si-1dace18b-aeae-4fc7-9916-e5efe125c182-0



De la Contessa di Barezia



apparecchio-alla-santa-comunione



Conservate in ogni tempo monda ed onorata la casa della vostra anima nella quale volete introdurre il Re della gloria.

Volendo comunicarvi, considerate attentamente Chi è colui che andate a ricevere in quell’Ostia Sacrosanta; l’amore che ha Gesù per voi, il suo desiderio di venire egli stesso ad arricchirvi con le grazie, coi suoi doni; quindi tutta piena di ammirazione e di gioia le preghiere e seguono.


Prima della SS. Comunione



Tutta in te stessa raccolta considera, o anima mia, ciò che stai per fare questa mattina. Pensa Chi è che a te viene… a chi viene Egli… e perché viene… Rifletti, che a te miserabile creatura carica di peccati, viene il Creatore, il tuo Redentore, il tuo Dio e lo sposo tuo…Egli viene a te per santificarti, per mondarti dai tuoi peccati, per dare a te forza, aiuto ecc. e finalmente per unirsi a te e formare così una sola cosa.

Oh giorno adunque per me felice! Oh momento tanto da me desiderato! E sarà dunque vero, che io fra poco dovrò ricevere il mio caro e diletto Gesù?

Si, io lo stringerò al mio seno in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, come è al presente in Cielo!... Ma per ricevere meno indegnamente un si gran Dio, è necessario di avere singolare purità, viva fede, ardente amore e grande dolore d’averlo offeso. Degnatevi perciò, o mio buon Gesù, di offrire all’Eterno Vostro Padre quel dolore infinito, che provò il Vostro Amabilissimo Cuore a causa dei miei peccati là nell’Orto del Getsemani. Oh potessi io morire di puro dolore d’aver offeso la Divina Vostra Maestà che fortuna sarebbe la Mia. Andrei certamente in Paradiso senza toccare il Purgatorio. O Gesù mio datemi Voi questo intenso dolore, datemelo di grazia per i meriti del Cuore Addolorato della Vostra amantissima Madre, e con esso una ferma e stabile volontà di non più offendervi non solo con peccati mortali, ma neppur con veniali deliberati, perché voglio offerirmi e consacrarmi intieramente a Voi e non vivere che per Voi .

Ma, e dopo questo potrò io dire, che il mio cuore sia ben preparato per ricevervi? Oh, quanto egli è mai miserabile; essendo privo di quel divino amore di cui tanto ardevano i cuori di quelle anime a Voi si care! Epperciò volendo io ricevevi con quell’ amore, con cui vi hanno ricevute le anime più Sante, e la stessa Vostra Madre Maria SS, io alle loro S. Comunioni unisco questa povera mia, e Vi prego, altro non potendo fare di meglio, stante la mia nullità, Vi prego buon Gesù a voler gradire non solo i meriti e tutte le sante disposizioni che portarono a questa Mensa tutti quei Santi e Sante del Cielo che ebbero la bella sorte di accostarvisi, ma ancora quelle di tante e tante e tante anime a Voi si care, che in questa mattina Vi ricevono, e di tutte quelle altre che Vi riceveranno sino alla fine del mondo. Anzi Vi offro quelle stesse che ebbe Maria SS quando Vi incarnaste nel verginal suo seno, e quando Vi ha ricevuto sotto le Specie Sacramentali. Finalmente Vi offro, o caro Gesù, quelle disposizioni divine, che Voi stesso aveste là, nel Cenacolo, quando instituiste, con istupore di tutto il di tutto il Cielo, questo mirabile Sacramento.

images



O gran Madre di Dio. Maria SS., o glorioso S. Giuseppe, io sto per ricevere il Pane degli Angeli, aiutatemi Voi a riceverlo con la maggior umiltà e purità. E Voi, o Santi Angeli, o Santi miei Avvocati impetratemi con le Vostre orazioni una viva fede, una ferma speranza ed una ardente carità verso Gesù che essendo tutto amore per me, cibo si fece e bevanda dell’anima mia.
Venite pertanto, o caro Gesù, mio amore, mio bene, mia vita; venite a visitare quest’anima, a rallegrare questo cuore, a rendere beata questa povera creatura. Venite a me, io a Voi vengo per ricevervi.

Domine, non sum dignus, etc (per tre volte)


sep-angeli



RINGRAZIAMENTO DOPO LA SS. COMUNIONE



RINGRAZIAMENTO-COMUNIONE-CONTESSA



Ecco soddisfatti i miei desideri, ecco saziate le mie brame: già è venuto il mio Dio a visitarmi; già Gesù sta dentro di me; io sono tutto di Gesù, e Gesù è tutto mio. O bontà infinita! Un Dio sulla linga, nel petto, dentro il cuore di una creatura così vile ed indegna come sono io! Caro mio bene. V’abbraccio, Vi stringo al mio povero cuore, e così a Voi unito voglio vivere e morire.

Maria SS., Angeli, Santi, Anime, che amate Dio, prestatemi i vostri affetti, acciocché io faccia degna compagnia al mio amato Gesù. Si, Voi presentate al Signore quelle adorazioni e ringraziamenti, che io vorrei e mi trovo incapace di offrirGli.

O mio Dio, animate e santificate le creature tutte dell’universo per farvi da esse lodare con discernimento, con costanza e con merito. Questo vorrei poter io fare, ma giacchè non mi è possibile, ricevete, Vi prego, in supplemento della mia insufficienza, i ringraziamenti e le lodi, che vi furono date, che si daranno continuamente dalle anime fervorose di questa terra e dai Santi e dagli Angeli in Paradiso; quei fervidi atti di amore di ringraziamento e di lode, che vi fece Maria SS. Quando vi incarnaste nel suo purissimo seno, e quando più volte la visitaste nelle SS. Comunioni in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

Ricevete finalmente, in supplemento del mio, quel ringraziamento infinitamente meritorio, che Voi stesso al vostro divin Padre là nel Cenacolo nell’atto di instituire questo SS. Sacramento.

Ora, o caro Gesù, Vi prego di farmi tutte le grazie, d cui ho bisogno. Fatemi in prima grazia, che non Vi offenda mai.


E se vedete che per l’avvenire io sia per cadere in grave peccato e quindi morire della morte del peccatore, deh! Troncate il filo della mia vita perché non degna di essere trapiantata nel vostro Paradiso. Concedetemi insomma, mio amato e buon Gesù di osservare i vostri S. Comandamenti e i doveri del mio stato, e così farmi santo. Levatemi la lusinga d’aver a vivere molti anni, ed impegnatemi a non perdere il tempo presente per una speranza di molti anni futuri. Cambiatemi questo cuore, e datemene uno, che sia in tutto secondo il voler vostro.

E se mai in quel terribile punto della mia morte per alienazione dei sensi o per gagliarda tentazione del demonio deviassi dal retto sentiero e dessi segno d’impertinenza o di compiacenza di qualche pensiero peccaminoso, io sin d’ora, che ho sano giudizio e perfetta deliberazione, vi rinunzio per sempre. Concedetemi pure che io non chiuda gli occhi alla luce di questo mondo senza che prima il mio spirito sia rinvigorito dal SS. Viatico e del Sacramento dell’Olio Santo.

Ed allora fate ancora, che un caritatevole Sacerdote avvicini alle mie labbra Voi mio caro Crocifisso Gesù: Gesù! Mi gridi all’orecchio: Gesù! mi inviti a ripetere, e nel ripetere Gesù, Giuseppe e Maria: l’ultimo moto delle mie labbra, sia un bacio al costato di Voi, mio caro Crocifisso Gesù, a cui si unisca la povera anima mia.

Maria santissima, Angelo mio Custode; Santi miei Avvocati, Angeli e Santi tutti del Cielo, ottenetemi questa grazia che sarà il compimento di tutte le altre; che io possa ottenere di morire col dolce Nome di Gesù, Giuseppe e Maria sulle mie labbra, e coll’amore di Gesù di Gesù, Giuseppe e Maria acceso nel mio cuore.

Vi raccomando anche, o mio Dio, i peccatori, i tribolati, la vostra S. Chiesa, il Papa ( ovviamente non certamente bergoglio che riteniamo riteniamo usurpatore e che ha rinunciato ad essere Vicario di Cristo)…


Opera-Snapshot-2024-02-03-151438-raulberzosa-com



(Benedetto XVI° ultimo Papa Regnante)



…e le anime del Purgatorio specialmente N.N. Vi raccomando i miei parenti, amici, nemici, i miei benefattori spirituali e temporali, quelli che si sono raccomandati alle mie orazioni e pregano per me, quelli che io avrò offeso, danneggiato e scandalizzato, e tutti quelli, per cui volete che io preghi. A tutti concedete, o Signore, le grazie di cui abbisoniamo, e in fine la vostra gloria nell’eternità

sep-angeli



imitazione-di-cristo



IL CORPO DI CRISTO E LA SACRA SCRITTURA MASSIMAMENTE NECESSARI ALL'ANIMA DEVOTA



Parola del discepolo



1. O soave Signore Gesù, quanto è dolce all'anima devota sedere alla tua mensa, al tuo convito, nel quale le viene presentato come cibo nient'altro all'infuori di te, unico suo amato, desiderabile più di ogni desiderio del suo cuore. Anche per me sarebbe cosa soave sciogliermi in pianto, con profonda commozione, dinanzi a te, e, con la Maddalena amorosa, bagnare di lacrime i tuoi piedi. Ma dove è tanto slancio di devozione; dove è una tale profusione di lacrime sante? Eppure, alla tua presenza e alla presenza dei tuoi angeli, dovrei ardere tutto nell'intimo e piangere di gioia; giacché nel Sacramento ti possiedo veramente presente, per quanto nascosto sotto altra apparenza. Infatti i miei occhi non ti potrebbero sostenere, nella tua luce divina; anzi neppure il mondo intero potrebbe sussistere, dinanzi al fulgore della tua maestà. Tu vieni incontro, dunque, alla mia debolezza, nascondendoti sotto il Sacramento. Possiedo veramente ed adoro colui che gli angeli adorano in cielo. Io lo adoro per ora nella fede; gli angeli, invece, faccia a faccia, senza alcun velo. Io devo starmene nel lume della fede, e camminare in essa, finché appaia il giorno dell'eterna luce e venga meno il velo delle figure simboliche (cf. Ct 2,17; 4,6). "Quando poi verrà il compimento di tutte le cose" (1Cor 13,10), cesserà l'uso dei segni sacramentali. Nella gloria del cielo, i beati non hanno bisogno infatti del rimedio dei sacramenti: il loro gaudio non ha termine, essendo essi alla presenza di Dio, vedendo essi, faccia a faccia, la sua gloria. Passano di luce in luce fino agli abissi della divinità, e gustano appieno il verbo di Dio fatto carne, quale fu all'inizio e quale rimane in eterno. Conscio di queste cose meravigliose, trovo molesta persino ogni consolazione spirituale: infatti tutto ciò che vedo e odo quaggiù lo considero un niente, fino a che non veda manifestamente il mio Signore, nella sua gloria. Tu mi sei testimone, o Dio, che non c'è cosa che mi possa dare conforto, non c'è creatura che mi possa dare contentezza, all'infuori di te, che bramo contemplare in eterno. Ma ciò non è possibile mentre sono in questa vita mortale; e perciò occorre che mi rassegni a una grande pazienza e mi sottometta a te in tutti i miei desideri. Anche i tuoi santi, o Signore, che ora esultano in te nel regno dei cieli, aspettarono l'evento della tua gloria, mentre erano in questa vita, con fede e con pazienza grande. Ciò che essi credettero, credo anch'io; ciò che essi sperarono, spero anch'io; dove essi giunsero, confido, per la tua grazia, di giungere anch'io. Frattanto, camminerò nella fede, irrobustito dagli esempi dei santi. Terrò poi, "come conforto" (1Mac 12,9) e specchio di vita, i libri santi; soprattutto terrò, come unico rimedio e come rifugio, il tuo Corpo santissimo.


2. In verità, due cose sento come massimamente necessarie per me, quaggiù; senza di esse questa vita di miserie mi sarebbe insopportabile. Trattenuto nel carcere di questo corpo, di due cose riconosco di avere bisogno, cioè di alimento e di luce. E a me, che sono tanto debole, tu hai dato, appunto come cibo il tuo santo corpo, e come lume hai posto dinanzi ai miei piedi "la tua parola" (Sal 118,105). Poiché la parola di Dio è luce dell'anima e il tuo Sacramento è pane di vita, non potrei vivere santamente se mi mancassero queste due cose. Le quali potrebbero essere intese come le "due mense" (Ez 40,40) poste da una parte e dall'altra nel prezioso tempio della santa Chiesa; una, la mensa del sacro altare, con il pane santo, il prezioso corpo di Cristo; l'altra la mensa della legge di Dio, compendio della santa dottrina, maestra di vera fede, e sicura guida, al di là del velo del tempio, al sancta sanctorum (Eb 6,19s; 9,3).


3. Ti siano, dunque, rese grazie, o Signore Gesù, che brilli di eterna luce, per questa mensa della santa dottrina, che ci hai preparato per mezzo dei tuoi servi, i profeti, gli apostoli e gli altri dottori. Ti siano rese grazie, Creatore e Redentore degli uomini, che, per dimostrare al mondo intero il tuo amore, hai preparato la grande cena, in cui disponesti come cibo, non già il simbolico agnello, ma il tuo corpo santissimo e il tuo sangue, inebriando tutti i tuoi fedeli al calice della salvezza e colmandoli di letizia al tuo convito: il convito che compendia tutte le delizie del paradiso e nel quale banchettano con noi, e con più dolce soavità, gli angeli santi. Quale grandezza, quale onore, nell'ufficio dei sacerdoti, ai quali è dato di consacrare, con le sacre parole, il Signore altissimo; di benedirlo con le proprie labbra, di tenerlo con le proprie mani; di nutrirsene con la propria bocca e di distribuirlo agli altri. Quanto devono essere pure quelle mani; quanto deve essere pura la bocca, e santo il corpo e immacolato il cuore del sacerdote, nel quale entra tante volte l'autore della purezza. Non una parola, che non sia santa, degna e buona, deve venire dalle labbra del sacerdote, che riceve così spesso il Sacramento; semplici e pudichi devono essere gli occhi di lui, che abitualmente sono fissi alla visione del corpo di Cristo; pure ed elevate al cielo devono essere le mani di lui, che sovente toccano il Creatore del cielo e della terra. E' proprio per i sacerdoti che è detto nella legge: "siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono santo" (Lv 19,2). Onnipotente Iddio, venga in nostro soccorso la tua grazia, affinché noi, che abbiamo assunto l'ufficio sacerdotale, sappiamo stare intimamente vicini a te, in modo degno, con devozione, in grande purezza di cuore e con coscienza irreprensibile. Che se non possiamo mantenerci in così piena innocenza di vita, come dovremmo, almeno concedi a noi di piangere sinceramente il male che abbiamo compiuto; concedi a noi di servirti, per l'avvenire, più fervorosamente, in spirito di umiltà e con proposito di buona volontà.

Capitolo XII



1b1-magcon-bordurai



COLUI CHE SI APPRESTA A COMUNICARSI CON CRISTO VI SI DEVE PREPARARE CON SCRUPOLOSA DILIGENZA



Voce del Diletto



1. Io sono colui che ama la purezza; io sono colui che dona ogni santità. Io cerco un cuore puro: là è il luogo del mio so. Allestisci e "apparecchia per me un'ampia sala ove cenare (Mc 14,15; Lc 22,12), e farò la Pasqua presso di te con i miei discepoli". Se vuoi che venga a te e rimanga presso di te, espelli "il vecchio fermento" (1Cor 5,7) e purifica la dimora del tuo cuore. Caccia fuori tutto il mondo e tutto il disordine delle passioni; sta "come il passero solitario sul tetto" (Sal 101,8) e ripensa, con amarezza di cuore, ai tuoi peccati. Invero, colui che ama prepara al suo caro, da cui è amato, il luogo migliore e più bello: di qui si conosce l'amorosa disposizione di chi riceve il suo diletto. Sappi tuttavia che, per questa preparazione - anche se essa durasse un intero anno e tu non avessi altro in mente - non potresti mai fare abbastanza con le tue sole forze. E' soltanto per mia benevolenza e per mia grazia, che ti viene concesso di accostarti alla mensa: come se un poveretto fosse chiamato al banchetto di un ricco e non avesse altro modo per ripagare quel beneficio che farsi piccolo e rendere grazie. Fa' dunque tutto quello che sta in te; fallo con tutta attenzione, non per abitudine, non per costrizione. Il corpo del tuo Diletto Signore Dio, che si degna di venire a te, accoglilo con timore, con venerazione, con amore. Sono io ad averti chiamato; sono io ad aver comandato che così fosse fatto; sarò io a supplire a quel che ti manca. Vieni ed accoglimi. Se ti concedo la grazia della devozione, che tu ne sia grato al tuo Dio; te la concedo, non già per il fatto che tu ne sia degno, ma perché ho avuto misericordia di te. Se non hai questa devozione, e ti senti piuttosto arido, insisti nella preghiera, piangi e bussa, senza smettere finché non avrai meritato di ricevere almeno una briciola o una goccia della grazia di salvezza. Sei tu che hai bisogno di me, non io di te. Sono io che vengo a santificare te e a farti migliore, non sei tu che vieni a dare santità a me. Tu vieni per ricevere da me la santità, nell'unione con me; per ricevere nuova grazia, nel rinnovato, ardente desiderio di purificazione. "Non disprezzare questa grazia" (1Tm 4,14); prepara invece il tuo cuore con ogni cura e fa' entrare in te il tuo diletto.


2. Ancora, occorre, non solo che tu ti disponga a pietà, avanti la Comunione, ma anche che tu ti conservi in essa, con ogni cura, dopo aver ricevuto il Sacramento. La vigilanza di poi non deve essere inferiore alla devota preparazione di prima; ché tale attenta vigilanza è a sua volta la migliore preparazione per ottenere una grazia più grande. Taluno diventa assai mal disposto, proprio per essersi subito abbandonato a consolazioni esteriori. Guardati dal molto parlare; tieniti appartato, a godere del tuo Dio. E' lui che tu possiedi; neppure il mondo intero te lo potrà togliere. Io sono colui al quale devi darti interamente, così che tu non viva più in te, ma in me, fuori da ogni affanno.

Capitolo XIII



Salterio-diurno-del-XVII-secolo



NEL SACRAMENTO L'ANIMA DEVOTA TENDA CON TUTTO SE STESSA ALL'UNIONE CON CRISTO



Voce del discepolo



1. "Chi mi darà, o Signore, di trovare te solo", di aprirti tutto il mio cuore e di godere di te, secondo il desiderio dell'anima mia? "Allora nessuno potrebbe offendermi" (Ct 8,1), nessuna creatura potrebbe scuotermi, e neppure sfiorarmi con uno sguardo; ma sarai tu solo a parlarmi, ed io a te, come colui che ama suole parlare con la persona amata, e come l'amico suole stare a mensa con l'amico. Questo io chiedo, questo io desidero: unirmi tutto a te, distogliere il mio cuore da tutto ciò che è creato e apprendere a gustare sempre più le cose celesti ed eterne, grazie alla santa Comunione e alla frequente celebrazione della Messa. Ah, Signore Dio, quando sarò interamente unito e assunto in te, dimenticando del tutto me stesso? Tu in me ed io in te. Fa' che possiamo rimanere uniti così. Veramente tu sei "il mio diletto scelto tra mille" (Ct 5,10), con il quale piacque all'anima mia di restare per tutti i giorni della vita. Veramente tu sei colui che mi dà la pace; colui nel quale consiste la pace suprema, il riposo vero, e fuori del quale tutto è fatica e dolore e miseria senza fine. "Veramente tu sei il Dio nascosto" (Is 45,15); la tua conversazione non è con i malvagi; la tua parola si rivolge agli umili e ai semplici. "Oh, quanto è soave, o Signore, il tuo Spirito" (Sap 12,1): tu vuoi mostrare la tua benevolenza ai tuoi figli e ti degni di ristorarli "con il pane sommamente soave che scende dal cielo" (Sap 16,20s).


2. Davvero "non c'è altro popolo così grande, a cui i propri dei si siano fatti così vicini, come sei vicino tu, o Dio nostro" (Dt 4,7), a tutti i tuoi fedeli. A questi, infatti, tu doni te stesso in salutare nutrimento, quale quotidiano conforto e quale mezzo per volgere il cuore verso il cielo. C'è un'altra gente così gloriosa, come il popolo cristiano? C'è, sotto il nostro cielo, una creatura da te così amata come l'anima devota, nella quale entra Dio stesso, per nutrirla del suo corpo di Gloria? Oh!, grazia ineffabile, degnazione meravigliosa, oh!, amore incommensurabile, privilegio concesso agli uomini. Ma che cosa darò io al Signore in cambio di tale grazia, di un amore così straordinario? Nulla io posso offrire, che sia più gradito del dono totale del mio cuore al mio Dio e dell'intima unione con lui. Allora esulterò nel profondo, quando l'anima mia sarà perfettamente unita a Dio. Allora Dio stesso mi dirà: se tu vuoi essere con me, io voglio essere con te. Ed io a lui risponderò: degnati, o Signore, di restare con me; mi piace, e lo voglio, essere con te. Qui è tutto il mio desiderio, che il mio cuore sia unito al tuo.

Capitolo XIV



images-1



L'ARDENTE BRAMA DEL CORPO DI CRISTO IN ALCUNI DEVOTI



Parola del discepolo



1. "Quanto è grande, o Signore, la ricchezza della tua bontà, riservata a coloro che ti temono" (Sal 30,20). O Signore, quando penso a certe anime devote, che si accostano al tuo Sacramento con grandissima devozione ed amore, spesso mi sento in colpa ed arrossisco. Al tuo altare e alla mensa della santa Comunione io vengo infatti con tanta tiepidezza e freddezza, restando così arido e senza slancio del cuore, non totalmente infiammato dinanzi a te, o mio Dio, e non così fortemente attratto d'amore verso di te, come lo furono molte anime devote. Nel loro grande desiderio della Comunione e nel palpitante loro amore, queste anime devote non potevano trattenersi dal pianto; con la bocca del cuore, e insieme con quella del corpo, anelavano dal profondo a te, fonte viva, non potendo calmare o saziare la propria sete in altro modo che ricevendo il tuo corpo, con piena letizia e con spirituale avidità. Veramente ardente, la loro fede; tale da costituire essa stessa motivo di prova della tua presenza. Questi devoti riconoscono davvero il loro Signore nello spezzare il pane, e il loro cuore arde tutto per quel Gesù, che sta camminando con loro (Lc 24,30s). Da me sono spesso ben lontani un tale slancio devoto, un amore così ardente.

2. Usami misericordia, o buon Gesù, dolce e benigno. Al poveretto tuo, che va implorando, concedi di sentire, almeno qualche volta, nella santa Comunione, un poco dell'impeto amoroso del tuo cuore; così si irrobustirà la mia fede, si dilaterà la speranza nella tua bontà, e in me non verrà mai meno un amore che già arde pienamente e che ha potuto gustare la manna del cielo. Ben può la tua misericordia concedermi almeno la grazia del desiderio e venire a me donandomi ardore di spirito, finché non giunga il giorno da te stabilito. In verità, benché io non sia acceso da una brama così grande come quella delle persone particolarmente a te devote, tuttavia sento, per grazia sua, di desiderare quel desiderio, grande e ardente; prego e sospiro di essere unito a tutti coloro che ti amano con fervore e di essere considerato della loro santa schiera.


Capitolo XV



base3-comunniospirituale-2-5433f439b87c6



UMILTA' E RINNEGAMENTO DI SE', MEZZI PER OTTENERE LA GRAZIA DELLA DEVOZIONE



Parola del Diletto



1. La grazia della devozione devi cercarla senza posa, chiederla con gran desiderio, aspettarla con fiduciosa pazienza; devi riceverla con gratitudine e umilmente conservarla; con essa devi diligentemente operare; devi poi rimetterti a Dio per il tempo e il modo di questa visita dall'alto. Quando dentro di te non senti alcuna devozione, o ne senti ben poca, ti devi fare particolarmente umile, ma senza abbatterti troppo, senza rattristarti oltre misura. Quello che per lungo tempo non aveva concesso, spesso Dio lo concede in un breve istante; quello che al principio della preghiera non aveva voluto dare, talvolta Dio lo dà alla fine. Se questa grazia venisse data sempre prontamente e si presentasse ogni volta che la si desidera, l'uomo, nella sua fragilità, non la saprebbe portare. Perciò la grazia della devozione la si deve attendere con totale fiducia e con umile pazienza. Quando non ti viene data, oppure ti viene tolta senza che tu ne veda la ragione, danne la colpa a te stesso e ai tuoi peccati. Talvolta è una piccola cosa che fa ostacolo alla grazia e la nasconde: se pur piccola, e non grande cosa, possa chiamarsi ciò che impedisce un bene così eccelso. E se questa piccola, o, meglio, grande cosa riuscirai a rimuoverla e a vincerla del tutto, ciò che chiedevi si avvererà. In verità, non appena ti sarai dato a Dio con tutto il tuo cuore; non appena, anziché chiedere questo o quest'altro, ti sarai rimesso interamente a lui, ti troverai tranquillo e in pace con te stesso, giacché nulla avrà per te sapore più gradito di ciò che vuole Iddio.

2. Perciò colui che, con semplicità di cuore, avrà elevato la sua intenzione a Dio, liberandosi da qualsiasi attaccamento non retto e da un distorto amore per le cose di questo mondo, sarà veramente degno di ricevere la grazia e meriterà il dono della devozione. Giacché dove trova un terreno sgombro, là il Signore concede la sua benedizione. E tanto più rapida scende la grazia, tanto più copiosa si riversa, tanto più in alto trasporta un cuore libero, quanto più uno rinuncia del tutto alle cose di quaggiù, morendo a se stesso e disprezzando se stesso. Allora, "il cuore di costui vedrà e sarà traboccante, e contemplerà e si allargherà in Dio" (Is 60,5), poiché "con lui è la potenza del Signore" (Ez 3,14; Lc 1,66), nelle mani del quale egli si è messo, interamente e per sempre. "Ecco, così sarà benedetto" (Sal 127,4), colui che cerca il Signore con tutto il cuore, e "non ha ricevuto invano la sua vita" (Sal 23,4). Della grazia grande di essere unito a Dio egli si rende degno proprio qui, nel ricevere la santa Eucarestia; perché non mira alla propria devozione e alla propria consolazione, e mira invece, di là di ogni devozione o consolazione, a glorificare e ad onorare Iddio.

Capitolo XVI



1b1-magcon-bordurai



MANIFESTARE A CRISTO LE NOSTRE MANCHEVOLEZZE E CHIEDERE LA SUA GRAZIA



Parola del discepolo



O dolcissimo e amorosissimo Signore, che ora desidero devotamente ricevere, tu conosci la mia debolezza e la miseria che mi affligge; sai quanto siano grandi il male e i vizi in cui giaccio e come io sia frequentemente oppresso, provato, sconvolto e pieno di corruzione. Io vengo a te per essere aiutato, consolato e sollevato. Parlo a colui che tutto sa e conosce ogni mio pensiero; a colui che solo mi può pienamente confortare e soccorrere. Tu ben sai di quali beni io ho massimamente bisogno e quanto io sono povero di virtù. Ecco che io mi metto dinanzi a te, povero e nudo, chiedendo grazia e implorando misericordia. Ristora questo tuo misero affamato; riscalda la mia freddezza con il fuoco del tuo amore; rischiara la mia cecità con la luce della tua presenza. Muta per me in amarezza tutto ciò che è terreno; trasforma in occasione di pazienza tutto ciò che mi pesa e mi ostacola; muta in oggetto di disprezzo e di oblio ciò che è bassa creatura. Innalza il mio cuore verso il cielo, a te, e non lasciare che mi perda, vagando su questa terra. Sii tu solo, da questo momento e per sempre, la mia dolce attrazione, ché tu solo sei mio cibo e mia bevanda, mio amore e mia gioia, mia dolcezza e sommo mio bene. Potessi io infiammarmi tutto, dinanzi a te, consumarmi e trasmutare in te, così da diventare un solo spirito con te, per grazia di intima unione, in struggimento di ardente amore. Non permettere che io mi allontani da te digiuno e languente, ma usa misericordia verso di me, come tante volte l'hai usata mirabilmente con i tuoi santi. Qual meraviglia se da te io prendessi fuoco interamente, venendo meno in me stesso, poiché tu sei fiamma sempre viva, che mai si spegne, amore che purifica i cuori e illumina le menti?

Capitolo XVII



VETUS-ORDO-SANTINO



L'ARDENTE AMORE E L'INTENSO DESIDERIO DI RICEVERE CRISTO



Parola del discepolo



. 1. Con devozione grandissima e con ardente amore, con tutto lo slancio di un cuore appassionato, io desidero riceverti, o Signore, come ti desiderarono, nella Comunione, molti santi e molti devoti, a te massimamente graditi per la santità della loro vita e per la loro infiammata pietà. O mio Dio, amore eterno che sei tutto il mio bene, la mia felicità senza fine, io bramo riceverti con intenso desiderio e con venerazione grandissima, quale mai poté avere o sentire santo alcuno. Anche se non sono degno di sentire tutta quella devozione, tuttavia ti offro tutto lo slancio del mio cuore, come se io solo avessi tutti quegli accesi desideri, che tanto ti sono graditi. Ché anzi, tutto quel che un animo devoto può concepire e desiderare, tutto questo io lo porgo e lo offro a te, con estrema venerazione in pio raccoglimento. Nulla voglio tenere per me, ma voglio immolarti me stesso e tutto quello che ho, con scelta libera e altamente gioiosa.

2. Signore, mio Dio, mio creatore e redentore, io desidero riceverti oggi con quella amorosa venerazione, con quei sentimenti di lode e di onore, di giusta gratitudine e d'amore, con quella fede e speranza e purità di cuore, con i quali ti desiderò e ti ricevette la santissima Madre tua, la gloriosa Vergine Maria, quando, all'Angelo che le annunciava il mistero dell'Incarnazione, rispose, in devota umiltà: "Ecco la schiava del Signore; sia fatto a me secondo la tua parola" (Lc 1,38). E come il tuo precursore Giovanni Battista, il più grande tra tutti i santi, alla tua presenza, sobbalzò di gioia, nel gaudio dello Spirito Santo, mentre era ancora nel grembo della madre; e come di poi, scorgendo Gesù camminare tra la gente, disse con slancio devoto, abbassando grandemente se stesso: "l'amico dello sposo, che gli sta accanto e lo ascolta, gioisce profondamente alla sua voce" (Gv 3,29), così anch'io bramo di essere acceso di santo e grande desiderio e di darmi a te con tutto il mio cuore. Per questo ti presento e ti offro i sentimenti di giubilo, gli ardenti moti del cuore, gli alti pensieri, le luci superne e le visioni celesti di tutte le anime devote; e mi unisco - per me stesso e per coloro che a me si raccomandano nella preghiera - alle lodi perfette che tutte le creature ti rendono e ti renderanno, in cielo e in terra, affinché da tutti tu sia giustamente celebrato e glorificato per sempre. Accetta, o Signore Dio mio, i miei voti e il mio desiderio di darti infinite lodi e copiose benedizioni, quali giustamente a te si debbono, per la grandezza della tua ineffabile potenza. Tutto questo io ti dono ora, e voglio donarti ogni giorno e in ogni tempo, invocando con calorosa preghiera tutti gli spiriti celesti e tutti i tuoi fedeli a unirsi a me nel renderti grazie e nel darti lode. Tutti i "popoli, le stirpi e le nazioni" diano lode a te (Dn 7,14), esaltino il nome tuo, santo e soave, con sommo giubilo ed ardente devozione. E quanti celebrano il tuo altissimo Sacramento con venerazione e pietà, e lo ricevono con pienezza di fede, possano trovare grazia e misericordia presso di te. Che essi si degnino di ricordarsi di questo poveretto, quando, raggiunta la desiderata devozione e nutriti della salutare unione con te, lasciano la sacra mensa celeste, piene di consolazione e mirabilmente ristorati.

Capitolo XVIII



san-giovanni



L'UOMO NON SI PONGA AD INDAGARE, CON ANIMO CURIOSO, INTORNO AL SACRAMENTO, MA SI FACCIA UMILE IMITATORE DI CRISTO E SOTTOMETTA I SUOI SENSI ALLA SANTA FEDE



Parola del Diletto



1.Se non vuoi essere sommerso nell'abisso del dubbio, devi guardarti dall'indagare, con inutile curiosità intorno a questo altissimo Sacramento. "Colui che pretende di conoscere la maestà di Dio, sarà schiacciato dalla grandezza di lui" (Pro 25,27). Dio può fare cose più grandi di quanto l'uomo possa capire All'uomo è consentita soltanto una pia ed umile ricerca della verità, sempre pronta ad essere illuminata, e desiderosa di muoversi entro i salutari insegnamenti dei Padri. Beata la semplicità, che tralascia le ardue strade delle disquisizioni e prosegue nel sentiero piano e sicuro dei comandamenti di Dio. Sono molti quelli che, volendo indagare cose troppo sublimi, perdettero la fede. Da te si esigono fede e schiettezza di vita, non altezza d'intelletto e capacità di penetrare nei misteri di Dio. Tu, che non riesci a conoscere e a comprendere ciò che sta più in basso di te, come potresti capire ciò che sta sopra di te? Sottomettiti a Dio, sottometti i tuoi sensi alla fede, e ti sarà dato lume di conoscenza, quale e quanto potrà esserti utile e necessario. Taluni subiscono forti tentazioni circa la fede e il Sacramento; sennonché, non a loro se ne deve fare carico, bensì al nemico. Non soffermarti su queste cose; non voler discutere con i tuoi stessi pensieri, né rispondere ai dubbi insinuati dal diavolo. Credi, invece alle parole di Dio; affidati ai santi e ai profeti (2Cor 20,20), e fuggirà da te l'infame nemico. Che il servo di Dio sopporti tali cose, talora è utile assai. Il diavolo non sottopone alle tentazioni quelli che non hanno fede, né i peccatori, che ha già sicuramente in sua mano; egli tenta, invece, tormenta, in vario modo, le persone credenti e devote.

2. Procedi, dunque, con schietta e ferma fede; accostati al Sacramento con umile venerazione. Rimetti tranquillamente a Dio, che tutto può, quanto non riesci a comprendere: Iddio non ti inganna; mentre si inganna colui che confida troppo in se stesso. Dio cammina accanto ai semplici, si rivela agli umili, "dà lume d'intelletto ai piccoli" (Sal 118,130), apre la mente ai puri di cuore; e ritira la grazia ai curiosi e ai superbi. La ragione umana è debole e può sbagliare, mentre la fede vera non può ingannarsi. Ogni ragionamento, ogni nostra ricerca deve andare dietro alla fede; non precederla, né indebolirla. Ecco, predominano allora la fede e l'amore, misteriosamente operanti in questo santissimo ed eccellentissimo Sacramento. Il Dio eterno, immenso ed onnipotente, fa cose grandi e imperscrutabili, in cielo e in terra; e a noi non è dato investigare le meravigliose sue opere. Ché, se le opere di Dio fossero tali da poter essere facilmente comprese dalla ragione umana, non si potrebbero dire meravigliose e ineffabili.

sep-angeli