la lanterna

GESU' E' DIO, Terza parte

« Older   Newer »
  Share  
lapecorellasmarrita
view post Posted on 14/3/2014, 23:04




GESU’ E’ DIO




LA VITA SCRITTA PRIMA DELLA VITA
LA STORIA SCRITTA PRIMA DELLA STORIA



( Terza parte)






LA PASSIONE DI GESU’




Z1N39SC




In questa etichetta riportiamo la Passione di Gesù, riassumendola seguendo i 5 Misteri Dolorosi del Santo Rosario,riportando i relativi passi del Vangelo, arrichendoli,questa volta, con meditazioni tratte dal “Messaggio di Gesù al Mondo”, ossia rivelazioni private fatte da Gesù ad una suora (Suor Josefa Menendez), riportate nel libro” Invito all’amore”, che l’allora Cardinale Pacelli approvò, Approvazione che confermò per l’edizione completa quando divenne Papa Pio XII°.
Cit:http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/gesu%20cristo%20ieri%20e%20oggi.htm

In ultimo ( anche se andrebbe messo per primo, pur non essendo “chiarozzo chiarozzo”) non abbiamo trascurato di riportare ed invitarvi a meditare quanto afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica, sulla morte redentrice di Cristo nel disegno divino della salvezza, evidenziando opportunamente ( come nostra abitudine) alcune frasi con colori diversi, nel tentativo di semplificarne il contenuto. Sempre a tal fine, abbiamo riportato un sunto del Credo sull’argomento tratto dal Catecchismo di San Pio X°
Non trascureremo, in etichetta separata, di citare le profezie sulla vita di Gesù e che Gesù è Dio, non essendo nostra intenzione, come potrebbe sembrare, uscire dall’argomento indicato dal sottotitolo “ La vita scritta prima della vita, la storia scritta prima della storia”.
Un abbraccio fraterno a tutti.
(Lo staff)







L’AGONIA DI GESU’ NELL’ORTO DEGLI ULIVI




RX0DLwh




Dal Vangelo secondo Luca (22, 39-46)



[39] U scito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. [40]Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». [41]Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: [42]«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». [43]Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. [44]In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. [45]Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. [46]E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».


Meditazione tratta dal “ messaggio al mondo di Gesù “ dettato a
Suor Josefa Menéndez




yNTnmed




Dopo aver predicato alle folle, curato gli infermi, dato la vista ai ciechi, risuscitato i morti dopo aver vissuto tre anni in mezzo ai miei apostoli, per prepararli a testimoniare la mia dottrina avevo, infine, insegnato loro, con l’esempio, ad amarsi vicendevolmente, ad esercitare la carità verso gli altri, lavando loro i piedi e facendomi loro cibo. Ora è giunta l’ora in cui il Figlio di Dio fatto uomo, redentore del genere umano,sta per spargere il suo Sangue e dare la vita per il mondo.
In quell’ora volli raccogliermi in preghiera per abbandonarmi alla volontà del Padre mio.…Nello stesso istante sentii pesare su di me tutti i tormenti della passione: le calunnie e gli insulti i flagelli e la corona di spine la sete la croce! Tutti quei dolori si affollarono davanti ai miei occhi insieme con la moltitudine delle offese, dei peccati e dei delitti che si sarebbero commessi nel corso dei secoli. E non soltanto li vidi, ma me ne sentii ricoperto e sotto questo fardello d’ignominie mi dovetti presentare al Padre celeste per implorare misericordia. Allora, sentii su di me la collera di Dio offeso ed irritato e mi presentai come garante, io, suo Figlio, per calmare il suo sdegno e soddisfare alla sua giustizia.Ma, sotto il peso di tanti delitti, la mia natura fu presa da tale agonia mortale, che tutto il mio Corpo fu ricoperto di un sudore di Sangue.Oh, peccatori, che mi fate soffrire in tal modo! Vi darà questo Sangue la salvezza e la vita? O sarà perduto per voi? Come esprimere il mio dolore al pensiero di questo sudore, di queste angosce, di questa agonia, di questo Sangue inutile per tante e tante anime?












LA FLAGELLAZIONE DI GESU’ ALLA COLONNA




er9RYv3




Dal Vangelo secondo Marco (15, 12-15)



[12] P ilato replicò: «Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». [13]Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». [14]Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». [15]E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso


Meditazione tratta dal “ messaggio al mondo di Gesù “ dettato a
Suor Josefa Menéndez




“Contemplami nella prigione dove passai gran parte della notte. Là i soldati, vennero ad insultarmi, deridermi, oltraggiarmi, percuotermi il capo e tutta la persona. Infine, stanchi, mi lasciarono solo e legato in quel luogo oscuro e umido. Per sedia mi diedero una pietra sulla quale il mio corpo indolenzito rimase presto intirizzito dal freddo (…).
All’alba del giorno seguente Caifa ordinò che mi condussero da Pilato, perché egli pronunciasse contro di me la sentenza di morte.
Pilato m’interrogò con astuzia, sperando di trovare un vero motivo di condanna, ma non trovandone alcuno, sentì ben presto la sua coscienza spaventata dall’ingiustizia che stava per commettere. Così, per disfarsi di me, comandò che mi conducessero da Erode.(…) Questi era un uomo corrotto, che cercava solo di soddisfare le sue passioni disordinate. Egli si rallegrò di vedermi davanti al suo tribunale, desiderando schernire le mie parole e i miei miracoli.
Pensate quanta repulsione provai davanti a quel vizioso, le cui domande, i gesti, l’atteggiamento mi coprivano di ignominia! Anime pure e verginali, venite a circondare il vostro Sposo! Ascoltate le false testimonianze che si fanno contro di me. Guardate la sete implacabile di quella folla avida di scandali e di cui sono diventato lo zimbello!



8RwlrKy




Erode aspetta che io risponda alle sue sarcastiche interrogazioni per giustificarmi e difendermi, ma la mia bocca non si apre e conservo davanti a lui il più profondo silenzio. Questo silenzio è la prova della mia dignità regale, poiché quelle parole oscene non meritano di confondersi con le mie parole purissime! (…)
Dopo aver subito le più atroci ignominie nel più profondo silenzio, lasciai che mi trattassero da pazzo! Ricoperto di una veste bianca in segno di derisione, venni ricondotto da Pilato tra le grida della moltitudine. Vedi fino a che punto quest’uomo è spaventato e turbato! Non sa che fare di me e per tentare di calmare la sete di questo popolo che domanda la mia morte, ordina di flagellarmi.(…)
Ora contemplate, anime amatissime del mio Cuore, come io mi lascio condurre con la dolcezza di un agnello al terribile supplizio della flagellazione!
Sopra il mio corpo, contuso per i colpi e sfinito di fatica, i carnefici scaricano con la più crudele frenesia le loro verghe e le loro fruste. Tutte le mie ossa sono contuse nel più terribile dolore, in-numerevoli ferite mi straziano brandelli della mia carne volano per aria asportati dalle verghe il Sangue sgorga da tutte le mie membra ed io sono ben presto ridotto ad uno stato così compassio-nevole che non ho neppure l’apparenza di un uomo!
Ah! Potete contemplarmi in quest’oceano di amarezza senza che il vostro cuore si muova a compassione?
Non sono i carnefici che mi debbono consolare, bensì voi, anime che ho scelto per alleviare il mio dolore!
Contemplate le mie ferite e considerate se c’è un altro che abbia tanto sofferto per dimostrarvi il suo amore!...
Dimmi se queste mie ferite non t’infonderanno la forza di vincerti e di resistere alle tentazioni?












L’INCORONAZIONE DI SPINE



O2zyDzF




Dal Vangelo secondo Giovanni (19,2-3)




[2] E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: [3]«Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.






Meditazione tratta dal “ messaggio al mondo di Gesù “ dettato a
Suor Josefa Menéndez






“…Quando i carnefici furono stanchi di colpirmi, intrecciarono una corona di spine, la premettero sul mio capo e sfilarono davanti a me dicendo:”Re, noi ti salutiamo!”. Alcuni m’insultavano, altri mi percuotevano la testa, e ognuno aggiungeva un nuovo dolore a quelli che già sfinivano il mio corpo.

bbI6d91




Contemplatemi, anime che amo, condannato dai tribunali, abbandonato agli insulti e alle profanazioni della folla, consegnato al supplizio della flagellazione e, come se tutto ciò non bastasse a ridurmi allo stato più umiliante, coronato di spine, coperto di un cencio scarlatto, salutato come re da burla, considerato pazzo!
Si, io, il Figlio di Dio, il sostegno dell’universo, ho voluto apparire agli occhi degli uomini come l’ultimo e il più disprezzabile di tutti. Lungi dal fuggire l’umiliazione, l’ho abbracciata, per espiare i peccati d’orgoglio e per trascinare dietro al mio esempio le anime predilette.
Permisi che il io capo fosse coronato di spine e soffrisse per riparare i peccati di tante anime superbe che rifiutano di accettare ciò che le sminuisce agli occhi delle creature.
Tollerai che le mie spalle fossero coperte da un mantello di derisione e di essere considerato pazzo, affinché molte anime non esitino a venire dietro di me, in una via che il mondo giudica vile e insignificante e che forse anche a loro può sembrare indegna della loro condizione”.(…)
Coronato di spine e rivestito del manto di porpora, i soldati mi ricondussero da Pilato, coprendomi ad ogni passo di grida, d’insulti, di scherni.Pilato, non trovando in me alcun delitto degno di punizione, m’interrogò di nuovo e mi chiese, infine, perché tacessi sapendo il pieno potere che egli aveva su di me.
Allora, rompendo il silenzio, dissi: “Tu non avresti alcun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto, ma bisogna che si adempiano le scritture!” e tacendo nuovamente, mi abbandonai. Pilato, turbato per l’avvertimento ricevuto dalla moglie, oscillante tra il rimorso della coscienza e il timore di vedere la folla scatenata insorgere contro di lui se si fosse rifiutato di condannarmi a morte, mi presentò alla folla nel pietoso stato in cui mi avevano ridotto e propose di liberarmi, condannando al mio posto Barabba, che era celebre ladrone. Ma la folla gridò rabbiosamente con una sola voce: “Che muoia! Vogliamo che muoia e sia liberato Barabba”.



Dsm5guh




Voi che mi amate, considerate come venni paragonato ad un malfattore o meglio come mi giudicano peggiore del più perverso degli uomini! Udite le urla di rabbia che gridano contro di me chiedendo la mia morte.Non fuggii di fronte a questa ingiusta condanna, anzi la abbracciai per amore delle anime, per amor vostro. Volli dimostrarvi che quest’amore non solo mi conduceva alla morte, ma al disprezzo, all’ignominia, all’odio di quelli stessi per i quali il mio Sangue sarebbe stato sparso in abbondanza.Mi hanno trattato da destabilizzatore, da insensato, da pazzo ed ho accettato tutto con la massima dolcezza e la più profonda umiltà. Non crediate, tuttavia, che io non provassi ripugnanza né dolore. Volli, invece, che la mia natura umana provasse tutte le ripugnanze che avreste provato voi stessi, affinché il mio esempio vi fortificasse in ogni circostanza della vita. Così, quando arrivò per me quell’ora tanto dolorosa e dalla quale mi sarebbe stato così facile liberarmi, non solo non lo feci, ma l’abbracciai con amore per compiere il volere del Padre mio riparare la sua gloria espiare i peccati del mondo e procurare la salvezza di molte anime.












LA SALITA DI GESU’ AL CALVARIO SOTTO IL PESANTE LEGNO DELLA CROCE



fpP5GTI



Dal Vangelo secondo Luca (23, 26-27)




[26] M entre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. [27]Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.






Meditazione tratta dal “ messaggio al mondo di Gesù “ dettato a
Suor Josefa Menéndez





“Mentre l’eterna perdizione di Giuda immergeva il mio Cuore in un abisso di tristezza, i carnefici, insensibili al mio dolore, mi caricarono sopra le spalle straziate la croce dura e pesante sulla quale stava per consumarsi il mistero della redenzione del mondo.
Angeli del cielo, contemplate questo Dio davanti al quale voi siete prostrati in continua adorazione! Guardate il Creatore di tutte le meraviglie salire verso il Calvario sotto il legno santo e benedetto che riceverà il suo ultimo respiro!
E voi, anime che desiderate essere mie fedeli imitatrici, contemplate il mio corpo, martoriato da tan-ti tormenti che avanza estenuato, bagnato di sudore e di Sangue. Esso soffre senza che nessuno compatisca il suo dolore. La folla mi accompagna i soldati mi circondano come lupi, avidi di divorare la preda e nessuno ha pietà di me!”
“La mia stanchezza è enorme e la croce tanto pesante che cado a metà cammino. Guardate come quegli esseri malvagi mi rialzano brutalmente, uno mi afferra per il braccio, l’altro mi tira per le vesti, rimaste aderenti alle ferite, altri mi prendono per il collo, altri per i capelli, alcuni mi colpiscono con pugni e calci terribili. La croce cade sopra di me schiacciandomi sotto il suo peso. Le pietre della via feriscono il mio volto. La sabbia e la polvere si mescolano al mio Sangue per offuscare i miei occhi e incollarsi al mio volto: sono l’essere più spregevole della terra!”.

“Seguitemi ancora pochi passi più avanti incontrerete la mia Madre santissima, col cuore trafitto dal dolore.
Meditate il martirio di questi due cuori: per mia Madre, che ama il suo Figlio sopra ogni cosa. Quanto strazio prova per non poterlo sollevare, conoscendo, inoltre, quello che la sua presenza aggiunge alle mie sofferenze.
Per me, la creatura che amo di più al mondo è mia Madre! E non soltanto non posso consolarla, ma il pietoso stato in cui mi vede ridotto, la trafigge di una pena simile alla mia, perché la morte che io soffro nel corpo mia Madre la sopporta nell’anima!
Ah, come si fissano su di me i suoi sguardi e come i miei occhi, offuscati e insanguinati, si fissano su di lei. Non si pronuncia una parola, ma quante cose si dicono i nostri cuori in quel doloroso incontro!”.
“Si. Tutti i tormenti della mia passione erano presenti al suo spirito per rivelazione divina. Qualcu-no dei miei discepoli, sebbene da lontano per timore dei Giudei, cercava anche d’informarsi di ciò che accadeva per riferirglielo. Quando seppe che la mia sentenza di morte era pronunciata, ella uscì per incontrarmi e non mi lasciò più finché non fui deposto nel sepolcro”.

“frattanto il corteo avanza verso il Calvario.Quegli uomini iniqui, temendo di vedermi morire prima di giungere al termine, spinti da una perfida malizia e non dalla compassione, si mettono d’accordo per cercare qualcuno che mi aiuti a portare la croce; requisiscono perciò, a poco prezzo, un uomo dei dintorni chiamato Simone”.
…”Lascia che il tuo cuore s’immerga nei sentimenti d’umiltà, di zelo, di sottomissione e di amore in cui sprofondò, in mezzo agli affronti di cui fui vittima durante la passione. Altro non desideravo che glorificare il Padre, rendergli l’onore rubatogli dal peccato e riparare le offese di cui gli uomini lo colmano. Perciò m’inabissai in una così profonda umiltà sottomettendomi a tutto ciò che esigeva da me il suo volere e infiammato di zelo per la sua gloria e di amore per la sua volontà, accettai di soffrire con la più completa rassegnazione”.















CROCIFISSIONE E MORTE DI GESU’, DOPO TRE ORE DI AGONIA




NrdQsLy




Dal Vangelo secondo Luca (23, 33-34 e 44-46)





[33] Q uando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. [34]Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». (...)[44]Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. [45]Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. [46]Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.




Meditazione tratta dal “ messaggio al mondo di Gesù “ dettato a
Suor Josefa Menéndez




L’ora è giunta, i carnefici mi stendono sulla croce, mi afferrano le braccia, tirandole per far giungere le mie mani ai fori già praticati nel legno. Ad ogni movimento il mio capo è spinto da un lato all’altro, e le spine della corona vi penetrano più profondamente! Udite il primo colpo di martello che m’inchioda la mano destra risuona fino alla profondità della terra! Ascoltate ancora già m’inchiodano la mano sinistra: dinanzi a tale spettacolo i cieli fremono e gli angeli si prostrano!


dw0ZYE4




Io mantengo profondo silenzio, neppure un lamento sfugge alle mie labbra!
Dopo aver inchiodato le mani, i carnefici stirano crudelmente i piedi: le Piaghe si aprono i nervi si strappano le ossa si slogano il dolore è intenso i miei piedi sono trapassati e il Sangue bagna la terra!
Contemplate un istante quelle mani e quei piedi lacerati e sanguinanti quel corpo coperto di ferite quel capo trafitto da spine acute, ricoperto di polvere, intriso di sudore e di Sangue.
Ammirate il silenzio, la pazienza e la conformità al volere di Dio con cui accetto quei patimenti crudeli.
Chi è colui che soffre così, vittima di tali ignominie? E’ Gesù Cristo, il Figlio di Dio! Colui che ha fatto il cielo e la terra e tutto ciò che esiste. Colui che fa crescere le piante e dà vita ad ogni essere. Colui che ha creato l’uomo e la cui potenza infinita sostiene l’universo. Egli è là, immobile, disprezzato e spogliato di tutto! Ma presto molte anime correranno a lui per imitarlo e seguirlo. Esse abbandoneranno tutto: fortuna, benessere, onore, famiglia, patria, per dargli gloria e provargli l’amore a cui ha diritto.
E mentre i colpi di martello risuonano da un estremo all’altro dello spazio, la terra trema, il cielo si chiude nel più rigoroso silenzio e tutti gli spiriti angelici si prostrano in adorazione. Un Dio è inchiodato alla croce! (…) E’ senza movimento, senza onore, senza libertà, tutto gli è stato tolto!
Nessuno ha pietà di lui, nessuno lo compatisce per la sua sofferenza! Ma senza tregua, nuove derisioni, nuove Piaghe, nuovi dolori, si aggiungono ai tormenti che sopporta.







Le sette parole dette in croce




“O Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno (prima frase)

No, non hanno conosciuto colui che è la loro vita. Hanno scagliato su lui il furore della loro iniquità. Ma io ti prego, o Padre, fa cadere su loro tutta la forza della tua misericordia!



Oggi sarai con me in paradiso (seconda frase)

Perché la tua fede nella misericordia del tuo salvatore ha cancellato tutti i tuoi delitti, essa ti conduce alla vita eterna!




Donna, ecco tuo figlio! (terza frase)

Madre mia! Ecco i miei fratelli! Amali. Voi non siete più soli, voi, per i quali ho dato la vita! Ora avete una Madre alla quale potete ricorrere in tutte le vostre necessità.




Mio Dio, perché mi hai abbandonato? (quarta frase)

Si, l’anima ha ora diritto di dire al suo Dio:”Perché mi hai abbandonato?”. Infatti, compiuto il mistero della Redenzione, l’uomo è divenuto figlio di Dio, fratello di Gesù Cristo, erede della vita eterna.




Ho sete! (quinta frase)

O Padre mio! Ho sete della tua gloria. Ed ecco ormai giunta l’ora! D’ora in poi, vedendo realizzate le mie parole, il mondo conoscerà che sei tu che mi hai inviato e ne sarai glorificato! Ho sete di anime, e per estinguere questa sete ho sparso fino all’ultima stilla del mio Sangue! Perciò posso dire:




Tutto è compiuto! (sesta frase)

E’ ora compiuto il gran mistero di amore nel quale Dio ha dato alla morte il suo Unigenito per rendere la vita all’uomo.
Sono venuto nel mondo per fare la tua volontà. O Padre, essa è adempiuta!





Nelle tue mani raccomando l’anima mia e a te consegno il mio spirito (settima frase)

In tal modo le anime che hanno eseguito la mia volontà potranno dire in verità: “Tutto è consumato! Mio Signore e mio Dio, ricevi l’anima mia, la rimetto nelle tue mani!”.



Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:




La morte redentrice di Cristo nel disegno divino della salvezza




“Gesù consegnato secondo il disegno prestabilito da Dio”




599: la morte violenta di Gesù non è stata frutto del caso in un concorso sfavorevole di circostanze. Essa appartiene al mistero del disegno di Dio, come spiega san Pietro agli Ebrei di Gerusalemme fin dal suo primo discorso di pentecoste: “Egli fu consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio” (At 2,23). Questo linguaggio biblico non significa che quelli che hanno consegnato Gesù siano stati solo esecutori passivi di una vicenda scritta in precedenza da Dio.



600: Tutti i momenti del tempo sono presenti a Dio nella loro attualità. Egli stabilì dunque il suo disegno eterno di “predestinazione” includendovi la risposta libera di ogni uomo alla sua grazia: “Davvero in questa città si radunarono insieme contro il tuo santo servo gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato con le genti e i popoli d’Israele per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse” (At 4,27-28). Dio ha permesso gli atti derivati dal loro accecamento al fine di compiere il suo disegno di salvezza.


“ Morto per i nostri peccati secondo le Scritture”


601: Questo disegno divino di salvezza attraverso la messa a morte del “Servo Giusto” era stato anticipatamente annunziato nelle Scritture come un mistero di redenzione universale, cioè di riscatto che libera gli uomini dalla schiavitù del peccato. San Paolo professa, in una con-fessione di fede che egli dice di avere “ricevuto”, che “Cristo morì per i nostri peccati secondo le scritture” (1 Cor 15,3). La morte redentrice di Gesù compie in particolare la profezia del Servo sofferente. Gesù stesso ha presentato il senso della sua vita e della sua morte alla luce del Servo sofferente. Dopo la risurrezione, egli ha dato questa interpretazione delle Scritture ai discepoli di Emmaus, poi agli stessi Apostoli.



“Dio l’ha fatto peccato per noi”


602: San Pietro può, di conseguenza, formulare così la fede apostolica nel disegno divino della salvezza: “Foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri (…) con il sangue prezioso di Cristo come di agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato, già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi” (1 Pt 1,18-20). I peccati degli uomini conseguenti al peccato originale, sono sanzionati dalla morte. Inviando il suo proprio Figlio nella condizione di servo, quella di una umanità decaduta e votata alla morte a causa del peccato, “colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio” (2 Cor 5,21).


603: Gesù non ha conosciuto la riprovazione come se egli stesso avesse peccato. Ma nell’amore redentore che sempre lo univa al Padre, egli ci ha assunto nella nostra separazione da Dio a causa del peccato al punto da poter dire a nome nostro sulla croce: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,34). Avendolo reso così solidale con noi peccatori, , “Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi” (Rm 8,32) affinché noi fossimo “riconciliati con lui per mezzo della morte del Figlio suo” (Rm 5,10).



Dio ha l’iniziativa dell’amore redentore universale



604: Nel consegnare suo Figlio per i nostri peccati, Dio manifesta che il suo disegno su di noi è un disegno di amore benevolo che precede ogni merito da parte nostra: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1 Gv 4,10). “Dio dimostra il suo amore verso di noi, perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,8)


605: Questo amore è senza esclusioni; Gesù la richiamato a conclusione della parabola della peco-rella smarrita: “Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi pic-coli”(Mt 18,14) ). Egli afferma di “dare la sua vita in riscatto per molti”(mt 20,28); quest’ultimo termine non è restrittivo: oppone l’insieme dell’umanità all’unica persona del Redentore che si consegna per salvarla. . La Chiesa, seguendo gli Apostoli, insegna che Cristo è morto per tutti senza eccezioni: : “Non vi è, non vi è stato, non vi sarà alcun uomo per il quale Cristo non abbia sofferto”.



L’agonia del Getsemani.


612: Il calice della Nuova Alleanza, che Gesù ha anticipato alla Cena offrendo se stesso, in seguito egli lo accoglie dalle mani del Padre nell’agonia al Getsemani facendosi “obbediente fino alla mor-te” (Fil 2,8). Gesù prega: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice” (Mt 26,39). Egli esprime così l’orrore che la morte rappresenta per la sua natura umana. Questi, infatti, come la nostra, è destinata alla vita eterna; in più, a differenza della nostra, è perfettamente esente dal peccato che causa la morte; ma soprattutto è assunta dalla Persona divina dell’ “Autore della vita”, del “vivente”. Accettando nella sua volontà umana che sia fatta la volontà del Padre, Gesù accetta la sua morte in quanto redentrice, per “portare i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce” (1 Pt 2,24)




La morte di Cristo è il sacrificio unico e definitivo



613: La morte di Cristo è contemporaneamente il sacrificio pasquale che compie la redenzione de-finitiva degli uomini per mezzo dell’Agnello che toglie il peccato del mondo e il sacrificio della Nuova Alleanza, che di nuovo mette l’uomo in comunione con Dio riconciliandolo con lui mediante il sangue versato per molti in remissione dei peccati.


614: Questo sacrificio è unico e supera tutti i sacrifici. Esso è innanzitutto un dono dello stesso Dio Padre che consegna il Figlio suo per riconciliare noi con lui. Nel medesimo tempo è offerta del Figlio di Dio fatto uomo che, liberamente e per amore, offre la propria vita al Padre suo nello Spirito Santo per riparare la nostra disobbedienza.



Gesù sostituisce la sua obbedienza alla nostra disobbedienza



615: “Come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’ob-bedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rm 5,19). Con la sua obbedienza fino alla mor-te, Gesù ha compiuto la sostituzione del Servo sofferente che offre se stesso in espiazione, mentre porta il peccato di molti, e li giustifica addossandosi la loro iniquità. Gesù ha riparato per i nostri errori e dato soddisfazione al Padre per i nostri peccati.



Sulla croce, Gesù consuma il suo sacrificio



616: E’ l’amore sino alla fine che conferisce valore di redenzione e di riparazione, di espiazione e di soddisfazione al sacrificio di Cristo. Egli ci ha tutti conosciuti e amati nell’offerta della sua vita. “L’amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti” (2 Cor 5,14). Nessun uomo, fosse pure il più santo, era in grado di prendere su di sé i peccati di tutti gli uomini e di offrirsi in sacrificio per tutti. L’esistenza in Cristo della Persona divina del Figlio, che supera e nel medesimo tempo abbraccia tutte le persone umane e lo costituisce Capo di tutta l’umanità, rende possibile il suo sacrificio redentore per tutti.


617: “Con la sua santissima passione sul legno della croce ci meritò la giustificazione”, insegna il Concilio di Trento sottolineando il carattere unico del sacrificio di Cristo come causa di salvezza eterna. E la Chiesa venera la croce cantando “Ave o croce, unica speranza!”.



La nostra partecipazione al sacrificio di Cristo



618: La croce è l’unico sacrificio di Cristo, che è il solo mediatore tra Dio e gli uomini. Ma poiché, nella sua Persona divina incarnata, “si è unito in certo modo ad ogni uomo”, egli offre “a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale”. Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo, poiché patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme. Infatti vuole associare al suo sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari. Ciò si compie in maniera eminente per sua Madre, associata più intimamente di qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza redentrice.



“ Al di fuori della croce non vi è altra scala per salire al cielo “




Dall’Ora Santa:


Il Grande Fiat di Gesù




Egli accetta di accogliere tutti nostri delitti e, come se fosse colpevole per questi, ne accetta, anzi invoca su di Se gli orrendi castighi. Per cui dice “Fiat” alle spine per espiare i nostri cattivi pen-sieri; “Fiat” ai flagelli per castigare in sé i nostri peccati di sensualità;” ;”Fiat” agli insulti, agli sputi e agli schiaffi per espiare il nostro orgoglio; “Fiat all’aceto e al fiele in soddisfazione degli innumerevoli peccati di parole e di gola; “Fiat” alla croce e ai chiodi per riparare alle nostre di-subbidienze; “Fiat” a quelle tre ore di atroci spasimi sul patibolo per sanare tutte le nostre piaghe e rimediare a tutti i nostri mali; “Fiat” alla morte per dare a noi la vita eterna!


O prezioso “Fiat” che rallegra il Cielo, salva la terra, abbatte l’inferno! “Fiat” che spezza tante catene, asciuga tante lacrime!


Grazie, o buon Gesù, grazie della tua accettazione generosa del progetto del Padre. Ti benedico e Ti ringrazio in nome di tutti gli uomini.





dal Catechismo Maggiore di San Pio X




CATECHISMO MAGGIORE




PARTE PRIMA




DEL SIMBOLO DEGLI APOSTOLI DETTO VOLGARMENTE « CREDO »






tEN3PNv




CAPO V. Del quarto articolo.





96. Che cosa c'insegna il quarto articolo: Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morto e sepolto?

Il quarto articolo del Credo c'insegna che Gesù Cristo per redimere il mondo col suo Sangue prezioso, patì sotto Ponzio Pilato governatore della Giudea, e morì sul legno della croce, dalla quale deposto, fu seppellito.

97. Che cosa vuoi dire la parola patì?

La parola patì esprime tutte le pene sofferte da Gesù Cristo nella sua passione.

98. Gesù Cristo patì come Dio, o come uomo?

Gesù Cristo patì come uomo solamente, perché come Dio non poteva né patire né morire.

99. Qual sorta di supplizio era quello della croce?

Il supplizio della croce era in quei tempi il più crudele e ignominioso di tutti i supplizi.

100. Chi fu che condannò Gesù Cristo ad essere crocifisso?

Colui che condannò Gesù Cristo ad essere crocifisso fu Ponzio Pilato governatore della Giudea, il quale aveva riconosciuta la innocenza di Lui; ma cedette vilmente alla minacciosa insistenza del popolo di Gerusalemme.

101. Non avrebbe potuto Gesù Cristo liberarsi dalle mani dei giudei e di Pilato?

Si, Gesù Cristo avrebbe potuto liberarsi dalle mani dei giudei e di Pilato, ma conoscendo che la volontà del suo Eterno Padre era che Egli patisse e morisse per la nostra salute, vi si sottomise volontariamente, anzi andò Egli stesso incontro a' suoi nemici, e si lasciò spontaneamente prendere e condurre alla morte.

102. Dove fu crocifisso Gesù Cristo?


Gesù Cristo fu crocifisso sul monte Calvario.

103. Che cosa operò Gesù Cristo sopra la croce?

Gesù Cristo sopra la croce pregò per i suoi nemici; diede per madre al discepolo san Giovanni e in persona di lui a noi tutti, la sua stessa madre Maria santissima: offrì la sua morte in sacrificio, e soddisfece alla giustizia di Dio per i peccati degli uomini.

104. Non sarebbe bastato che venisse un Angelo a soddisfare per noi?

No, non sarebbe bastato che venisse un Angelo a soddisfare per noi, perché l'offesa fatta a Dio per il peccato era, sotto un certo aspetto, infinita, e per soddisfarla si richiedeva una persona che avesse un merito infinito.

105. Per soddisfare alla divina Giustizia era necessario che Gesù Cristo fosse Dio e uomo insieme?

Si, bisognava che Gesù Cristo fosse uomo per poter patire e morire, e bisognava che fosse Dio perché i suoi patimenti fossero d' un valore infinito.

106. Perché era necessario che i meriti di Gesù Cristo fossero di un valore infinito?

Era necessario che i meriti di Gesù Cristo fossero di un valore infinito, perché la maestà di Dio, offesa col peccato, è infinita.

107. Era necessario che Gesù patisse tanto?

No, non era assolutamente necessario che Gesù patisse tanto, perché il minimo dei suoi patimenti sarebbe stato sufficiente alla nostra redenzione, essendo ciascun suo atto di infinito valore.

108. Perché dunque volle Gesù patir tanto?

Gesù volle patir tanto per soddisfare più abbondantemente alla divina giustizia, per di-mostrarci maggiormente il suo amore, e per ispirarci il più grande orrore al peccato.

109. Accaddero prodigi alla morte di Gesù?

Si, alla morte di Gesù si oscurò il sole, tremò la terrà, si aprirono i sepolcri e molti morti risuscitarono.

110. Dove fu sepolto il corpo di Gesù Cristo?

Il corpo di Gesù Cristo fu sepolto in un sepolcro nuovo, scavato nella pietra del monte, poco lontano dal luogo dove era stato crocifisso.

111. Nella morte di Gesù Cristo si separò la divinità dal corpo e dall'anima?

Nella morte di Gesù Cristo la divinità non si separò né dal corpo né dall'anima, ma solamente si separò l'anima dal corpo.

112. Per chi è morto Gesù Cristo?

Gesù Cristo é morto per la salute di tutti gli uomini ed ha soddisfatto per tutti.

113. Se Gesù Cristo è morto per la salute di tutti, perché non tutti si salvano?

Gesù Cristo é morto per tutti, ma non tutti si salvano, perché non tutti lo vogliono riconoscere, non tutti osservano la sua legge, non tutti si valgono dei mezzi di santificazione che ci ha lasciati.

114. Per essere salvi basta che Gesù Cristo sia morto per noi?

Per essere salvi non basta che Gesù Cristo sia morto per noi, ma é necessario che siano applicati a ciascun di noi il frutto e i meriti della sua passione e morte, il che avviene sopratutto per mezzo dei sacramenti istituiti a questo fine dal medesimo Gesù Cristo; e siccome molti o non ricevono i sacramenti o non li ricevono bene, perciò rendono a se stessi inutile la morte di Gesù Cristo.


Libri consigliati,

le0KIG0

“Invito all'amore” Edizioni Shalom, © EDITRICE SHALOM s.r.l. – Via Galvani, 1 – 60020 Camerata Picena (AN) – (www. editriceshalom .it)

appunti consultati

Ai7kOr5

APPUNTI PRSONALI

Edited by lapecorellasmarrita - 14/11/2014, 20:39

Tags:
5C-GESU' E' DIO- LA PASSIONE-SEGUENDO I MISTERI DOLOROSI DEL ROSARIO-COMPENDIO DEL VANGELO
 
Top
0 replies since 14/3/2014, 23:04   1,083 views
  Share