la lanterna

DOVE ERAVAMO RIMASTI…?, …GIA’ AL MINI CATECHISMO ILLUSTRATO

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lapecorellasmarrita
view post Posted on 11/2/2015, 22:08




DOVE ERAVAMO RIMASTI…?
…GIA’ AL MINI CATECHISMO ILLUSTRATO



(Via ogni scrupolo per cortesia! )




COMINCIAMO DAL PADRE NOSTRO E A CONOSCERE NOI STESSI




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In certi centri di spiritualità, ho notato bello in mostra il “ Padre Nostro Giansenista”, non mi piace, neanche un po’, sia perché sa di “farisaico”, sia perché, potrebbe inoltre suscitare ulteriori scrupoli agli scrupolosi , se non scoraggiare chi intenda avvicinarsi o riavvicinarsi a Dio. D’altronde già nel 1800, tanto per fare un esempio, a Catechismo, si insegnava cosi:

Domanda,” Quelli che non… debbono per questo lasciare di recitare l’Orazione Domenicale ( Il Padre Nostro, appunto – nota staff-) ?

Risposta: Non debbono lasciarla, ma recitarla, con animo di domandare a Dio la grazia di convertirsi ….”

C’è quindi modo e modo di recitare il Padre Nostro, tale preghiera è cosi impenativa tanto che la Chiesa, e sarebbe auspicabile che ognuno di noi prima di pregarla, per l’audacia del suo contenuto, esclamassimo : “Osiamo dire”.

“La meditazione dei Gesuiti per i fratelli che non avevano studiato, era leggere il Padre Nostro così lentamente da riempire mezz’ora. Ed era un buon nutrimento”, ci lascia scritto Don Galasso, ora in Cielo, ben conosciuto a Modena.

Gesù stesso ci ha insegnato a pregare il Padre Nostro, chiamandolo Abbà: Padre o meglio ancora Babbo o Babbino


quindi, al sotto riportato “Padre Nostro Giansenista”:




Non dire Padre,
se ogni giorno non ti comporti da figlio.


Non dire nostro,
se vivi isolato nel tuo egoismo.


Non dire che sei nei cieli,
se pensi solo alle cose terrene.


Non dire sia santificato il tuo nome,
Se non lo onori.


Non dire venga il tuo regno,
se lo confondi con il successo materiale
.

Non dire sia fatta le tua volontà,
se non l’accetti quando è dolorosa.


Non dire donaci oggi il nostro pane,
se non ti preoccupi della gente che ha fame,
che è senza cultura e senza mezzi per vivere.


Non dire perdona i nostri debiti,
se conservi un rancore verso tuo fratello.


Non dire non lasciarci cadere nella tentazione,
se hai intenzione di continuare a peccare.


Non dire liberaci dal male,
se non prendi posizione contro il male.


Non dire Amen,
se non prendi sul serio le parole del Padre Nostro.



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il Padre Nostro da Sacri bugiardi quali siamo, tratto dalla meditazione di Erasmo da Rotterdam, il quale; definendosi lui stesso “Povero bugiardo, domandava al Signore di diventare meno bugiardo” e,indirizzandosi poi ai suoi ascoltatori ebbe ad aggiungere:

“Ora devo dirvi una parola chiara, a voi, sacri bugiardi,si sacri bugiardi, perché dite le bugie più grosse con le parole più sacre”

“Mentre dite Padre Nostro, non portate nel vostro cuore i suoi figli, tutti i vostri fratelli, creandovi ciascuno un vostro dio;

Dite Padre Nostro,ma non vi configurate a Cristo, Figlio Unigenito, il solo che ci faccia veramente figli di Dio; Dite che sei nei Cieli e lo trattate come se fosse uno di voi sulla terra, bugiardi!;

Allorchè chiedete sia glorificato il Tuo Nome, vi preoccupate solo della stima del vostro nome, anzi, dopo il peccato, avete rimorso più di avere fatto brutta figura che di avere disonorato il nome del Signore.

Dite sia santificato, onorato il Tuo Nome, il nome del Padre di tutti e disonorate ogni giorno il suo Nome, disonorando qualcuno dei suoi figli”

Poi, sacri bugiardi, ripetete tante volte venga il tuo regno, ma , intanto, siete più preoccupati di dominare e di regnare sugli altri, che di lasciare regnare Dio Misericordioso.

E che solenne bugia nella preghiera sia fatta la tua volontà come in Cielo, cosi in terra! Neppure riflettete come si faccia la volontà divina in Cielo. Si fa, sappia telo, per amore, e voi la fate appena per timore dell’inferno.

Sia fatta la tua volontà dite, e anche nella preghiera cercate solo la vostra volontà. Nelle vostre orazioni non cercate di conoscere la volontà divina e di conformarvi ad essa, ma di convincere Dio a fare la vostra volontà, e poi continuate a ripetere sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra!...”

E quante bugie risuonano nel Tempio dell’Altissimo da gente che insistentemente implora: Dacci oggi il nostro pane quotidiano, preghiera pronunciata da chi si preoccupa unicamente del proprio pane, del proprio successo, del proprio prestigio, della propria sicurezza e non del pane di tutti i figli di Dio”

Quando dite Perdona i nostri debiti esattamente come noi perdoniamo i nostri debitori, volete davvero essere presi su parola e che il Signore usi con voi la misura che usate verso il prossimo?

E non c’indurre in tentazione, dicendo ciò non siete neppure decisi di evitare le tentazioni. Come potete recitare questa preghiera quando non fate nulla né per allontanare le tentazioni né per rimuovere quelle circostanze che per altri sono occasioni di peccato?

Cit: Padre Colombano Vuilleumier, “ La Corona“



Conclusione?


SIAMO TUTTI “INCERTI”, SOLO LA DIVINA MISERIRCODIA DI DIO CI SALVA, CON UN PO’ DI NOSTRA BUONA VOLONTA’ !


Infatti, se ci esaminiamo bene o se, si potesse sottoporre le nostre anime ai raggi X , cosa vedremo?

Tante nostre “care infermità”, come diceva Papa Luciani, ve ne proponiamo alcune;



Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,14-23)

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Insegnamento sul puro e sull'impuro

[14]Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: [15]non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo». [16].

[17]Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. [18]E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, [19]perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. [20]Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. [21]Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, [22]adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza*. [23]Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo».



www.maranatha.it/Bibbia/5-VangeliAtti/48-MarcoPage.htm


*stoltezza: quindi imbecillità, insensatezza, scemenza; stupidità (come preferite voi! La sostanza delle nostre cattiverie non cambia)


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GLI OPPOSTI IMPULSI DELLA NATURA E DELLA GRAZIA
( Dall’Imitazione di Cristo,Cap. LIV)




www.maranatha.it/Testi/TestiVari/Testi1Page.htm




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1. Figlio, considera attentamente gli impulsi della natura e quelli della grazia; come si muovono in modo nettamente contrario, ma così sottilmente che soltanto, e a fatica, li distingue uno che sia illuminato da interiore spiritualità.

Tutti, invero, desiderano il bene e, con le loro parole e le loro azioni, tendono a qualcosa di buono; ma, appunto per una falsa apparenza del bene, molti sono ingannati.


LA NATURA è scaltra, trascina molta gente, seduce, inganna e mira sempre a se stessa.
LA GRAZIA, invece, cammina schietta, evita il male, sotto qualunque aspetto esso appaia; non prepara intrighi; tutto fa soltanto per amore di Dio, nel quale, alla fine, trova la sua quiete.


LA NATURA non vuole morire, non vuole essere soffocata e vinta, non vuole essere schiacciata, sopraffatta o sottomessa, né mettersi da sé sotto il giogo.
LA GRAZIA, invece, tende alla mortificazione di sé e resiste alla sensualità, desidera e cerca di essere sottomessa e vinta; non vuole avere una sua libertà, preferisce essere tenuta sotto disciplina; non vuole prevalere su alcuno, ma vuole sempre vivere restando sottoposta a Dio; è pronta a cedere umilmente a ogni creatura umana, per amore di Dio.


LA NATURA s'affanna per il suo vantaggio, e bada all'utile che le possa venire da altri.
LA GRAZIA, invece, tiene conto di ciò che giova agli altri, non del profitto e dell'interesse propri.


LA NATURA gradisce onori e omaggi.
LA GRAZIA, invece, ogni onore e ogni lode li attribuisce a Dio. La natura rifugge dalla vergogna e dal disprezzo. La grazia, invece, si rallegra "di patire oltraggi nel nome di Gesù" (At 5,41).


LA NATURA inclina all'ozio e alla tranquillità materiale.
LA GRAZIA, invece, non può stare oziosa e accetta con piacere la fatica.


LA NATURA mira a possedere cose rare e belle, mentre detesta quelle spregevoli e grossolane.
LA GRAZIA, invece, si compiace di ciò che è semplice e modesto; non disprezza le cose rozze, né rifugge dal vestire logori panni.


2. LA NATURA guarda alle cose di questo tempo; gioisce dei guadagni e si rattrista delle perdite di quaggiù; si adira per una piccola parola offensiva.
LA GRAZIA, invece, non sta attaccata all'oggi, ma guarda all'eternità; non si agita per la perdita di cose materiali; non si inasprisce per una parola un po' brusca, perché il suo tesoro e la sua gioia li pone nel cielo dove nulla perisce.


LA NATURA è avida, preferisce prendere che donare, ha caro ciò che è proprio e personale.
LA GRAZIA, invece, è caritatevole e aperta agli altri; rifugge dalle cose personali, si contenta del poco, ritiene "più bello dare che ricevere" (At 20,35).


LA NATURA tende alle creature e al proprio corpo, alla vanità e alle chiacchiere.
LA GRAZIA, invece, si volge a Dio e alle virtù; rinuncia alle creature, fugge il mondo, ha in orrore i desideri della carne, frena il desiderio di andare di qua e di là, si vergogna di comparire in pubblico.


LA NATURA gode volentieri di qualche svago esteriore, nel quale trovino piacere i sensi.
LA GRAZIA, invece, cerca consolazione soltanto in Dio, e, al di sopra di ogni cosa di questo mondo, mira a godere del sommo bene.


LA NATURA tutto fa per il proprio guadagno e il proprio vantaggio; non può fare nulla senza ricevere nulla; per ogni favore spera di conseguirne uno uguale o più grande, oppure di riceverne lodi e approvazioni; desidera ardentemente che i suoi gesti e i suoi doni siano molto apprezzati.
LA GRAZIA, invece, non cerca nulla che sia passeggero e non chiede, come ricompensa, altro premio che Dio soltanto; delle cose necessarie in questa vita non vuole avere più di quanto le possa essere utile a conseguire le cose eterne.


3. LA NATURA si compiace di annoverare molte amicizie e parentele; si vanta della provenienza da un luogo celebre o della discendenza da nobile stirpe; sorride ai potenti, corteggia i ricchi ed applaude coloro che sono come lei.
LA GRAZIA, invece, ama anche i nemici; non si esalta per la quantità degli amici; non dà importanza al luogo di origine o alla famiglia da cui discende, a meno che in essa vi sia una virtù superiore; è ben disposta verso il povero, più che verso il ricco; simpatizza maggiormente con la povera gente che con i potenti; sta volentieri con le persone sincere, non già con gli ipocriti; esorta sempre le anime buone ad ambire a "doni spirituali sempre più grandi" (1Cor 12,31), così da assomigliare, per le loro virtù, al Figlio di Dio.


LA NATURA, di qualcosa che manchi o che dia noia, subito si lamenta.
LA GRAZIA sopporta con fermezza ogni privazione.


LA NATURA riferisce tutto a sé; lotta per sé, discute per sé.
LA GRAZIA invece, riconduce tutte le cose a Dio, da cui provengono come dalla loro origine; nulla di buono attribuisce a se stessa, non presume di sé con superbia; non contende, non pone l'opinione propria avanti alle altre; anzi si sottomette, in ogni suo sentimento e in ogni suo pensiero, all'eterna sapienza e al giudizio di Dio.


LA NATURA è avida di conoscere cose segrete e vuol sapere ogni novità; ama uscir fuori, per fare molte esperienze; desidera distinguersi e darsi da fare in modo che ad essa possa venirne lode e ammirazione.
LA GRAZIA, invece, non si preoccupa di apprendere novità e curiosità, perché tutto il nuovo nasce da una trasformazione del vecchio, non essendoci mai, su questa terra, nulla che sia nuovo e duraturo.


LA GRAZIA INSEGNA, DUNQUE, a tenere a freno i sensi, a evitare la vana compiacenza e l'ostentazione, a tener umilmente nascosto ciò che sarebbe degno di lode e di ammirazione, infine a tendere, in tutte le nostre azioni e i nostri studi, al vero profitto, alla lode e alla gloria di Dio. Non vuol far parlare di sé e delle cose sue, desiderando, invece, che, in tutti i suoi doni, sia lodato Iddio, che tutto elargisce per puro amore.


E', codesta grazia, una luce sovrannaturale, propriamente un dono particolare di Dio, un segno distintivo degli eletti, una garanzia della salvezza eterna. La grazia innalza l'uomo dalle cose terrestri all'amore del cielo e lo trasforma da carnale in spirituale. Adunque, quanto più si tiene in freno e si vince la natura, tanto maggior grazia viene infusa in noi; così, per mezzo di continue e nuove manifestazioni divine, l'uomo interiore si trasforma secondo l'immagine di Dio.


SIAMO DAVVERO “ SACRI BUGIARDI”: ….UMILTA’!




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I DIECI COMANDAMENTI DEI GENITORI




PER FARE DEL LORO FIGLIO UN INDIVIDUO O UNA PERSONA




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Un individuo ?;



1- Date al figlio tutto ciò che chiede, così si convincerà che tutto il mondo deve stare al suo servizio.

2- Se dice una parolaccia, ridete, così si crederà sempre più interessante e intelligente!

3- Tutto ciò che mette in disordine, mettetelo con cura in ordine; fategli tutti i servizi, così ne farete un scansafatiche.

4- Dategli sempre tutto il danaro che vuole, così ne farete un gaudente che vi divorerà un patrimonio.

5- Soddisfate tutte le sue voglie nel mangiare, bere e dormire per non creargli complessi e renderlo sempre più schiavo dei vostri capricci.

6- Quando vi mette nei guai, scusatelo e date torto a tutti gli altri, sono tutti persecutori di questo vostro angelo! Ne farete un diavolo.

7- Quando l’ha fatta grossa, difendetelo nel modo più strenuo. Così ne farete un grande superbo che ha sempre ragione. Sarà la vostra rovina.

8- Litigate spesso in sua presenza per perdere il vostro prestigio e il suo rispetto. Presto godrete tutto ilsuo disprezzo.

9- Non dategli nessuna educazione religiosa prima dei vent’anni, perché possa decidere da sé. Così non deciderà nulla perché già depravato!

10- Preparatevi a una vita di guai e di amarezze, tante ve ne combinerà. Non avrete più pace e ditevi che è tutta colpa vostra!



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( San Giuseppe da Copertino direbbe: “Chi semina spine non vada scalzo!”)




Una persona?;




1- Aiutate i vostri figli a scoprire e a seguire la loro vocazione per realizzarsi pienamente seguendo la Volontà divina, unico mezzo per renderli felici. “ E ‘n la sua voluntate è nostra pace” (Par. 3°, 85).

2- Mirate a riuscire ad essere inutili rendendo i figli autosufficienti, a educarsi, a decidere e a fare bene da sé.

3- I figli si sentano stimati, amati e rispettati, paternamente vigilati, mai sospettati, né spiati.

4- Si sentano trattati sempre con giustizia, con la massima fiducia se lo meritano, perfettamente liberi se ne sono degni.

5- Se necessario, saper correggerli “ con pugno di ferro, ma in guanto di velluto” con la parola giusta, nel momento e nel modo giusto.

6- Più uno ha mancato, perché debole, più ha bisogno di essere fortificato, amato. Detto il necessario, fare il resto con mezzi più efficaci, soprannaturali, nel silenzio, con offrire a Dio preghiere, croci e, se occorre, come Cristo, la vita. Per salvare certi figli, il Redentore, sembra richiedere il dolore della madre. “ Non c’è che un mezzo per salvare le anime: la sofferenza unita alla mia croce.” (Il Signore a Suor Faustina).

7- Mai disperare: ciò che non si può fare oggi, si può fare domani. Ciò che non si può fare in vita, si può fare dopo la morte dal Cielo!

8- Solo l’interessato può dire l’ultima parola con la sua libera volontà che Dio mai violenta. Non pretendere di riuscire con tutti; neppure Gesù è riuscito con Giuda! Fatto il possibile, non si è più responsabile.

9- Importa la vittoria finale, anche se raggiunta attraverso disfatte. Pazienza! Come la natura, la grazia procede molto adagio. “Chi va piano va sano”! Nessuna fretta di successi immediati, spesso illusori!

10- Dio ti chiede lo sforzo per Lui, non il successo (per la tua vanità). “Uno semina, un altro miete” (Gv 4, 37). Non contare sulla gratitudine umana.






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Una preghiera per la conversione di un peccatore ostinato ( attribuita a Santa Caterina ) inizia così;

“Mio Signore, io so che se mirate alle nostre iniquità, non vi sarà alcuno che possa scampare l’eterna dannazione. Ma ricordatevi che avete sofferto i più crudeli strazi, sparso il vostro Sangue preziosissimo e siete morto al solo fine di perdonarci…


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Cit: da un libretto di preghiere al Preziosissimo Sangue del Collegio Missionari del Preziosissimo Sangue 0041 Albano Laziale (Roma)


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“…E NULLO OMO E’ DIGNO TE MENTOVARE”


http://members.xoom.virgilio.it/Jacopini/biogr..htm


“Voglio essere soltanto un povero frate che prega… Dio vede le macchie anche negli angeli, figuriamoci in me! (T. 58)”.



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Soluzione? : “Solo per oggi” di San Giovanni XXIII



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Solo per oggi

Preghiera, meditazioni e spunti d'azione di San Giovanni XXIII



1. Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.

2. Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.

3. Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo.

4. Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri.

5. Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l'ascolto sono necessari alla vita dell'anima.

6. Solo per oggi compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

7. Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisione.

8. Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l'esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.

9. Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell'Amore.

10. Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita.

San Giovanni XXIII


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15 MINUTI CON GESU' - (Parte 1)


Video



15 MINUTI CON GESU' - (PARTE 2)


Video



15 MINUTI CON GESU' - (PARTE 3)


Video



Attenzione: Ovviamente non siamo responsabili di altri video correlati ,siti in YouTube,non attinenti con i video


Oprere consultate: “LA CORONA” di Padre Colombano Vuilleumier;
Oprere consigliate: “ PERCHE’ TANTI NON CREDONO?” di Don Pasqualino Fusco
“ DIO ESISTE?” di Don Pasqualino Fusco




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Edited by lapecorellasmarrita - 14/2/2015, 20:51

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