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MINI CATECHISMO ILLUSTRATO , CON PILLOLE DI SAPIENZA, ( Rif. dal Catechismo di S. Pio X°)

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lapecorellasmarrita
view post Posted on 16/2/2015, 17:50




MINI CATECHISMO ILLUSTRATO , CON PILLOLE DI SAPIENZA
( Rif. dal Catechismo di S. Pio X°)




I DUE MISTERI PRINCIPALI DELLA FEDE

I


UNITA’ E TRINITA’ DI DIO




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MODO PER INTENDERE LA TRINITA’;




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“Il Padre, et il Figlio sono come due che, discorrendo sopra qualche negozio, ciascun di loro viene in un medesimo pensiero, un pensiero istesso adunque è di quei due. Si fa poi la risoluzione di qualche operazione e così l’operazione che si fa viene attribuita egualmente alli medesimi due. Questa cosa, per modo nostro d’intendere, avviene nelle Persone Divine. IL PADRE ET IL FIGLIO HANNO UN MEDESIMO PENSIERO E VOLERE E L’OPERAZIONE POI E’ LA MEDESIMA D’AMBEDUE, E QUEST’OPERAZIONE E’ LO SPIRITO SANTO, CHE OPERA COME AMORE, COME BONTA’ DEL PADRE E DEL FIGLIO”.
(San Giuseppe da Copertino 1648)


Cit. I tre diari dell’Abate Rosmi su san Giuseppe da Copertino, Gustavo Parisciani, Ed. Messaggero Padova.



GESU’ CI RIVELA L’AMORE DEL PADRE;




(…) “Chi ha visto me, ha visto il Padre”, dice Gesù (Gv 14,9). GESU’ CRISTO, RIVELANDOCI IL SUO CUORE, RIVELA IL CUORE DEL PADRE. In tutte le azioni umane del Cristo si manifesta non soltanto l’amore di Gesù per noi , ma anche l’amore del Padre”. (…)

(…)” IL CUORE DI CRISTO E’ PERFETTA IMMAGINE DEL CUORE DEL PADRE in tutto quanto ha di sublime e di eroico, come in tutto quanto ha di dolce e di affettuoso”.

(…) “ EGLI (Gesù) E’ IN TUTTO E PER TUTTO L’ESPRESSIONE VISIBILE DEL PADRE INVISIBILE…” (…)

TALVOLTA SIAMO TENTATI DI PENSARE CHE GESU’ ABBIA AMATO GLI UOMINI IN MISURA PIU’ FERVIDA DEL PADRE, APPARENTEMENTE RIMASTO PIU’ DISTANTE. Questo è stato *l’errore del giovane ricco, e sappiamo con quale vivacità Gesù abbia rettificato la sua asserzione: “DIO SOLO E’ BUONO”.(…)

Cit J. Galot: “ Il Cuore di Cristo”.



Si badi bene che, in tale episodio riportato dal Vangelo, Gesù non ha negato di essere Dio, limitandosi a dire, appunto, “solo Dio è buono”. Perché? Ce lo dice San Gregorio Nazianzeno (Cit: discorso 31);

(…) “ L’ANTICO TESTAMENTO ha manifestato chiaramente il Padre, oscuratamente il Figlio”

(…) “IL NUOVO TESTAMENTO ha rivelato il Figlio e lasciato trapelare la divinità dello Spirito”.

(…) “OGGI lo Spirito vive in mezzo a noi e si fa conoscere più chiaramente”.(…)

(…) LO SPLENDORE DELLA TRINITA’ DOVEVA DUNQUE BRILLARE ATTRAVERSO SUCCESSIVI SVILUPPI, O COME DICE DAVIDE, “PER GRADI” E CON UNA PROGRESSIONE DI GLORIA IN GLORIA…

(…)VEDI COME LA LA LUCE CI VIENE POCO A POCO, A NOSTRA VOLTA DOBBIAMO RISPETTARE L’ORDINE IN CUI DIO SI E’ RIVELATO A NOI, NON SVELANDO TUTTO IMMEDIATAMENTE E SENZA DISCERNIMENTO, SENZA TUTTAVIA TENERE NULLA DI NASCOSTO FINO ALLA FINE. Perché il primo modo sarebbe imprudente, l’altro empio. L’uno rischierebbe di ferire i lontani e l’altro di allontanarci dai nostri fratelli.(…)



II




INCARNAZIONE, PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE DEL NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO.



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(…) Cristo è consegnato alla morte dal Padre, ed è consegnato da Giuda; non sembra quasi lo stesso gesto? Giuda è traditore: è dunque traditore anche Dio Padre?

(…) Se il Padre ha consegnato alla morte suo Figlio e il Figlio si è consegnato da sé, che cosa ha fatto Giuda? Una consegna è stata fatta dal padre, una consegna dal Figlio, una consegna da Giuda: è sempre il medesimo gesto. Che cosa dunque distingue il Padre che abbandona alla morte il Figlio, il Figlio che si dà volontariamente e il discepolo Giuda che consegna il Maestro? Ecco:


IL PADRE E IL FIGLIO HANNO FATTO TUTTO QUESTO PER AMORE,MENTRE GIUDA L’HA FATTO PER TRADIMENTO.” (…)

Cit: S Agostino: “In epistolam Joannis” ( Ama e fa quel che vuoi )


I DUE COMANDAMENTI DELLA CARITA’




I




1. AMERAI IL SIGNORE TUO DIO CON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA LA TUA ANIMA E CON TUTTA LA TUA MENTE.


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(…) “Il totalitarismo, in politica è brutta cosa. In religione, invece, UN NOSTRO TOTALITARISMO NEL CONFRONTO DI DIO VA BENISSIMO. (…)

Cit: dall’Udienza Generale di mercoledi 27 settembre 1978 di Giovanni Paolo I – Papa Luciani – (http://w2.vatican.va/content/john-paul-i/i...d_27091978.html )

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“ Non appena ho creduto che esistesse un Dio, ho capito che non potevo fare altro che vivere per lui: la mia vocazione religiosa risale al momento della mia fede”.

Cit Beato carlo di Gesù” (Editrice Shalom V. Galvani ,1 Camerata Picena (AN) “Sulla Tua Parola”, Messalino Letture della Messa commentate per vivere la Parola di Dio- Novembre/Dicembre 2014 –cod.8640 http//www.editriceshalom.it)


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II

AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO.




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“si devono amare “ e Dio e l’uomo” quest’ultimo, però, mai più di Dio o contro Dio o alla pari di Dio. IN ALTRE PAROLE: L’AMORE DI DIO E’ BENSI PREVALENTE, MA NON ESCLUSIVO” (…)

Cit: dall’Udienza Generale di mercoledi 27 settembre 1978 di Giovanni Paolo I ( Papa Luciani )
(http://w2.vatican.va/content/john-paul-i/i...d_27091978.html )



LE BEATITUDINI EVANGELICHE




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Simbolismi a parte; che le Beatitudini siano state predicate in diversi luoghi ( per San Luca in un luogo pianeggiante (Luca 6,17-18 e 6,20-26), dove alcuni interpretano la pianura come “ricalco” dell’incontro di Mosè con il popolo ai piedi del monte Siani; oppure in diverse circostanze e luoghi, come ebbe a dedurne il Vescovo francese di Laval Bougaud, o, ancora, in una sola volta su una montagna (Matteo 5,12), si può più probabilmente sostenere che San Matteo abbia voluto riassumerle e tramandarcele in un solo discorso: ”Il discorso della Montagna”, appunto!

Le Beatitudini sono gli “ otto articoli” del Regno di Dio predicati da Gesù, io ( parafrasando Monsignor Lambiasi), oserei definirli “il Biglietto da visita di Gesù”, comunque sia formano “LA MAGNA CHARTA DEL CRISTIANESIMO” (Bougaud) (...) il livello più sublime dei Comandamenti, SONO L’ESPLOSIONE DELLA VERA LIBERTA’, sono la “magna charta” del Cristianesimo, sono il fior fiore dell’insegnamento di Gesù, sono il programma della più alta santità, sono le sorgenti più abbondanti della perfetta letizia”. (frà Crispino Lanzi). Gesù le ha proclamate davanti una grande folla;

(Cit Frà Crispino Lanzi)


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I

BEATI I POVERI IN SPIRITO, PERCHE’ DI ESSI E’ IL REGNO DEI CIELI.




Chi sono i poveri in spirito chiamati beati?

Sono coloro che:




1. NELL’INTIMO DELL’ANIMO SONO DISTACCATI DAI BENI ESTERNI, SOPRATTUTTO DALLE RICCHEZZE E DAGLI ONORI;

2. NE DIMOSTRANO SPONTANEO DISPREZZO OGNI VOLTA CHE LO POSSONO;

3 SE LI POSSEGGONO, SE NE VALGONO CON MODERAZIONE E RETTITUDINE;

4 SE NE SONO PRIVI, NON NE VANNO A CACCIA AFFANNOSA;

5 SE LI PERDONO, NE SOPPORTANO LA PERDITA CON ANIMO SOTTOMESSO ALLA DIVINA
VOLONTA’ (CCG.753).


S, Agostino e altri Padri spiegano che questi poveri in spirito sono pure gli umili. LA POVERTA’ IN SPIRITO FA SI CHE IL CRISTIANO DISTACCHI IL SUO CUORE DALLE COSE CREATE E CON FERMA SPERANZA LO DIRIGA VERSO IL CREATORE E IL PARADISO (CaL. Mt 5,3). San Francesco d’Assisi, che praticò in grado perfettissimo la povertà, soleva dire: “Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto!”. Le vere ricchezze non consistono nei tesori di questa terra, ma nella grazia, nella virtù e nei meriti.


Breve meditazione



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“(…) Chi è colui che tutto ha secondo il suo beneplacito? Non io, non tu, né alcun altro su questa terra. Non c’è persona al mondo, anche se è re o un papa, che non abbia qualche tribolazione o afflizione. E chi è dunque che ha la parte migliore? Senza dubbio colui che è capace di sopportare qualche male per amore di Dio. Dice molta gente, debole e malata nello spirito: guarda che vita beata conduce quel tale; come è ricco e grande, come è potente e come è salito in alto! Ma, se poni mente ai beni eterni, vedrai che tutte queste cose passeggere sono un nulla, anzi qualcosa di molto insicuro e particolarmente gravoso, giacché le cose temporali non si possono avere senza preoccupazioni e paure.” (…)

(L’Imitazione di Cristo)



Pillole di Sapienza




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Mondo, mondo, mondo
Chi nata e chi và a fondo!
Mondo ingannatore,
che inganna a tutte l’ore

.



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Le cose del mondo sono più grandi d’apparenza che
di sostanza; Rassomigliano alle onde del mare, alte
come montagne, ma poi ritornano in niente (…)



L’uomo del mondo è come una barca in mare, in continuo
moto. Gli uomini si danno agli affari come se dovessero
star sempre in questo mondo: fanno tele di ragno!



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Non si può stringere l’acqua con le mani. Così le cose del
mondo: chi l’abbraccia nulla stringe.


“L’amore alle cose del mondo, agli onori, grandezze,
dignità sono diventate connaturali nell’uomo. E’ co-
me quando si mescola l’acqua al vino. Ci vuole un
gran miracolo per dividerli”.

(San Giuseppe da Copertino)




II

BEATI GLI AFFLITTI, PERCHE’ SARANNO CONSOLATI



Chi sono gli afflitti che da Gesù vengono detti beati?

Sono tali quelli che:




1 NON CERCANO I PIACERI DEL MONDO;

2 SOPPORTANO CON GIOIA O ALMENO CON PAZIENZA, ISPIRATA DALLA SOTTOMISSIONE ALLA VOLONTA’ DI DIO, I DOLORI DELLA VITA PRESENTE; FANNO PENITENZA DEI PECCATI COMMESSI;

3 SINCERAMENTE PIANGONO I MALI DI QUESTO MONDO, GLI SCANDALI E I PERICOLI AI QUALI VA ESPOSTA LA SALVEZZA DELLE ANIME” (CCG.575).

IN SENSO PIU’ GENERICO LA PROMESSA DI CONSOLAZIONE E’ FATTA A TUTTI COLORO CHE IN QUESTA VALLE DI LACRIME SI TROVANO NEL DOLORE E NELLA TRISTEZZA PER I PERICOLI E LE TENTAZIONI, I MALI E I CRUCCI DELLA VITA PRESENTE E QUINDI ASPIRANO AL CIELO, AL RIPOSO IN PARADISO.


Breve meditazione




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“Per molti è una parola dura: rinnega te stesso, prendi la tua croce e segui Gesù (Mt 16,24; Lc 9,23). Ma sarà più duro sentire, alla fine, questa parola: “allontanatevi da me maledetti, nel fuoco eterno” (Mt 25,41). In verità coloro che ora accolgono volenterosamente la parola della croce non avranno timore di sentire, in quel momento, la condanna eterna. Ci sarà nel cielo questo segno della croce, quando il Signore verrà a giudicare. In quel momento si avvicineranno, con grande fiducia, a Cristo giudice tutti i servi della croce, quelli che in vita si conformarono al Crocefisso. Perché, dunque, hai paura di prendere la croce, che è la via per il regno? Nella croce è la salvezza; nella croce è la vita; nella croce è la difesa dal nemico; nella croce è il dono soprannaturale delle dolcezze del cielo; nella croce stà la forza della mente e la letizia dello spirito; nella croce si ha la salvezza dell’anima e la speranza della vita eterna. Prendi la tua croce, e segui Gesù; così entrerai nella vita eterna.(…)”


“(…) Predisponi pure ed ordina ogni cosa, secondo il tuo piacimento e il tuo gusto; ma altro non troverai che dover sopportare qualcosa, o di buona o di cattiva voglia troverai cioè sempre la tua croce. Infatti, o sentirai qualche dolore nel corpo o soffrirai nell’anima qualche tribolazione interiore. Talvolta sarà Dio ad abbandonarti, talaltra sarà il prossimo a metterti a dura prova; di più frequentemente, sarai tu di peso a te stesso. E non potrai trovare conforto e sollievo in alcun modo; ma dovrai sopportare tutto ciò fino a che a Dio piacerà.(…)”


(Imitazione di Cristo)



Pillole di sapienza




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Il mondo non ci stima perché figli di Dio; consoliamocene che, almeno una volta tanto, esso conosce la verità e non dice bugie (Padre Pio cit ASN,44).

“Staccati dal mondo. Ascoltami: una persona si annega in alto mare, una si affoga in un bicchier d’acqua. Che differenza trovi tra questi due; non sono egualmente morti? (Padre Pio cit: AdFP,555)

In tutti gli umani eventi imparate a riconoscere e ad adorare la divina volontà (Padre Pio Epist. III, p. 55).

Facciamoci santi, cosi dopo essere stati insieme sulla terra, staremo sempre insieme in paradiso (Padre Pio cit: GB, 26)

In primo luogo tengo a dirti che Gesù ha bisogno di chi gema con lui per l’umana empietà, e per questo mi conduce per le vie dolorose di cui mi tiene parola nella tua. Ma sia sempre benedetta la sua carità, che sa mescolare il dolce con l’amaro e convertire in premio eterno le pene transitorie della vita (Padre Pio Epist. III, p.441).

Il cuore buono è sempre forte; egli soffre, ma cela le sue lacrime e si consola sacrificandosi per il prossimo e per Dio (Padre Pio cit: CE, 23)

La sorte delle anime elette è il patire; è la sofferenza sopportata cristianamente condizione a cui Dio, autore di ogni dono conducente a salute, ha stabilito di darci la gloria (Epist. II, p. 248).

Chi comincia ad amare deve essere pronto a soffrire (CE, 25)


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“Quando si può soffrire e amare, si può molto, si può il massimo che è possibile in questo mondo. Si sente che si soffre; non sempre si sente che si ama ed è una grande sofferenza in più! Però si sa che si vorrebbe amare, e voler amare è amare…”

(cit Editrice Shalom V. Galvani ,1 Camerata Picena (AN) “Sulla Tua Parola”, Messalino Letture della Messa commentate per vivere la Parola di Dio- Novembre/Dicembre 2014 –cod.8640 http//www.editriceshalom.it)



III

BEATI I MITI, PERCHE’ EREDITERANNO LA TERRA




Chi sono i miti, cioè i mansueti?

sono coloro che;




usano dolcezza col prossimo, tollerandone pazientemente le molestie, senza lagnarsene o vendicarsene” (CCG.574).

Il mitissimo San Francesco di Sales ripeteva sovente: Si attirano più mosche con un cucchiaio di miele, che con un barile di aceto! Per far comprendere come gli uomini si conquistino assai più con la bontà mansueta che con l’acredine e lo zelo amaro. Perciò “ nulla è penoso”, dice San Leone, “ per chi ama e pratica la dolcezza “ (TCA. 1, p.489).

Cit Fra Crispino Lanzi)



Pillole di sapienza




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“Mai mi è passato per il pensiero l’idea di qualche vendetta: ho pregato per i denigratori e prego. Se mai qualche volta ho detto al Signore: “Signore, se per convertirli c’è bisogno di una sferzata, dalla pure, purché si salvino” (Padra Pio- AD,127)

“Non bisogna agire con moti violenti, se non si vuol correre il rischio di nulla guadagnare. E’ necessario rivestirsi di grande prudenza cristiana ( Padre Pio, Epist. III, p. 416)


IV

BEATI QUELLI CHE HANNO FAME E SETE DELLA GIUSTIZIA, PERCHE’ SARANNO SAZIATI.




Chi sono quelli che hanno fame e sete di Giustizia?




Sono quelli che, ogni giorno, si studiano di progredire con le buone opere nella perfezione e nella carità verso Dio e verso il prossimo” (rif. Cfr. CCG.576). Quindi, per quanto dovuto,in questa Beatitudine,La parola giustizia, non vuol dire pagare i debiti, non danneggiare il prossimo o difendere i propri diritti in tribunale, ma significa la santità, ossia quella giustizia interiore, che rende caro l’uomo al Signore, quando si sforza a vivere secondo la legge e la volontà di Dio. PERCIO’ “HANNO FAME E SETE DI GIUSTIZIA QUELLI CHE OGNI GIORNO SI STUDIANO DI PROGREDIRE CON LE BUONE OPERE NELLA PERFEZIONE E NELLA CARITA’ VERSO DIO E VERSO IL PROSSIMO”. “ Il giusto, dice San Bernardo, non crede mai di aver raggiunto la mèta, né dice mai : ora basta! Ma sente continuamente fame e sete di giustizia maggiore. Se egli sempre vivesse, si studierebbe di crescere ogni giorno in giustizia e santità” (TCA. 2, p. 172)

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“Oh! Si, facciamo questo, che dopo aver procurato a noi stessi l’eterna beatitudine, rallegreremo il cuore dolcissimo di Gesù e saremo di sprone al bene ai nostri fratelli, i quali, stimolati dal nostro operare, essi pure cammineranno per la via della giustizia e dell’amore. Diciamo a noi stessi con la piena convinzione di dire la verità: anima mia, incomincia oggi ad operare il bene, che nulla hai fatto fin qui. Facciamo si che ci muoviamo alla presenza di Dio. Dio mi vede, ripetiamo spesso a noi stessi, e nell’atto che Egli mi vede mi giudica pure. Facciamo si che Egli non veda in noi sempre se non il bene. Premuniamoci contro il mondo e le passioni che, quali belve feroci, attenteranno al nostro eterno bene, e nella nostra debolezza non diffidiamo del divino aiuto”. (TN, in Epist. IV.)


L’amore non è altro che la scintilla di Dio negli uomini… l’essenza stessa di Dio impersonata nello Spirito Santo… (Padre Pio)

“ Mancare di carità è come ferire Iddio nella pupilla del Suo occhio. Che cosa è più delicata della pupilla dell’occhio?

L’amore e la carità verso il prossimo sono il fondamento della verità della nostra santa fede. Dove non c’è carità non ci può essere Dio con la sua grazia, perché Dio è carità per essenza


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Amore e carità è una grande felicità. Carità non ricercata Iddio l’ha ispirata. Chi ha la carità è ricco e non lo sa. Chi non ha la carità ha una grand’infelicità. Chi non ha la carità è matto e stolto e non lo sa.



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Edited by mom2 - 29/8/2023, 17:00

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lapecorellasmarrita
view post Posted on 16/2/2015, 19:55




V

BEATI I MISERICORDIOSI, PERCHE’ TROVERANNO MISERICORDIA



Gli uomini hanno tutti bisogno della divina misericordia, perciò anch’essi devono essere misericordiosi verso gli altri, come desiderano che Dio sia con loro. “SONO QUINDI MISERICORDIOSI QUELLI CHE PER AMORE DI DIO FANNO PARTE DEI LORO AVERI AL PROSSIMO E SI STUDIANO DI ALLONTANARE DA LUI E DI ALLEVIARNE LE MISERIE SIA SPIRITUALI CHE CORPORALI” (CCG. 577). L’essere misericordioso, aver sempre pietà e perdonare è cosa tutta propria di Dio; perciò San Giovanni Crisostomo scrive: “ESSERE MISERICORDIOSO VUOL DIRE ESSERE PERFETTO E, DIRO’ MEGLIO, ESSERE DIO, PERCHE’ SI ESERCITA UNA FUNZIONE DIVINA”. (TCA. 2, p. 502).


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E’ un’opera di grande misericordia pregare Iddio per quelli che si trovano in peccato mortale. Per liberare un peccatore dai lacci del demonio e restituirlo alla grazia farei qualsiasi cosa. Spargerei il sangue purché non si perdesse un’anima”.


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“Non ho mai visto nessuno rovinarsi facendo opere buone”


“Fate uso cristiano dei vostri soldi e dei vostri risparmi e allora tanta miseria scomparirà e tanti corpi doloranti e tanti esseri afflitti troveranno sollievo e conforto”.



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Bisogna amare, amare, amare e niente più (Padre Pio GF, 292).

L’amore solo può donare ciò che è in noi d’indomabile e il linguaggio dell’amore è la persuasione della confidenza.
L’amore quanto è bello se si riceve in dono, è altrettanto deforme se si ricerca e si pretende (FM, 166).


Tu che hai responsabilità di anime prova con amore, con molto amore, con tutto l’amore, esaurisci l’amore; e se ciò è inutile… mazzate, perché Gesù che ci è di modello, ci ha insegnato ciò, creando il paradiso ma anche l’inferno (AdFP,550).

In ogni uomo ammalato vi è Gesù che soffre!
In ogni povero vi è Gesù che langue!
In ogni ammalato povero vi è due volte Gesù che soffre e langue.

Mi dispiace tanto veder soffrire! Per togliere un dispiacere a qualcuno, non troverei difficoltà a tirarmi una pugnalata al cuore!...Sì, questo mi sarebbe più facile! (T, 121).



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“ L’uomo è irragionevole ,illogico, egocentrico:
Non importa, amalo.
Se fai il bene diranno che lo fai per secondi fini egoistici.
Non importa, fa il bene.
Se realizzerai i tuoi obiettivi, incontrerai chi ti ostacola:
Non importa, realizzali.
Il bene che fai forse domani verrà dimenticato:
Non importa, fa il bene.
L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile:
Non importa, sii onesto e sincero.
Quello che hai costruito può essere distrutto;
Non importa, costruisci.
La gente che hai aiutato, forse non te ne sarà grata;
Non importa, aiutala.
Dà al mondo il meglio di te, e forse sarai preso a pedate;
Non importa, dà il meglio di te.

( Madre Teresa di Calcutta: “IL MEGLIO DI TE”)



IV


BEATI I PURI DI CUORE,PERCHE' VEDRANNO DIO



“ Chi sono i puri di cuore? Sono quelli che non solo fuggono il peccato mortale, e specialmente il peccato impuro, ma per quanto possono si astengono anche dal peccato veniale, e praticano con somma delicatezza la santa “purità”” (CCG. 578). La purezza, secondo la Bibbia, consiste pure nella semplicità e nella rettitudine del cuore. Gesù ai puri di cuore promette non solo la visione beatifica in cielo, ma anche la conoscenza filiale e saporosa di Dio in terra.

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BEATO CARLO DI GESU’

“Non si amerà mai abbastanza! Ma il buon Dio, che sa di quale fango ci ha impastato e che ci ama più di quanto una madre possa amare suo figlio, ci ha detto, egli che non mente, che non respingerà chi va a lui.”


VII


BEATI GLI OPERATORI DI PACE , PERCHE' SARANNO CHIAMATI FIGLI DI DIO.




“chi sono i pacificatori? Sono quelli che non solo si mantengono in pace col prossimo, ma si adoperano anche perché regni la pace fra i loro simili” (CCG. 579). Il Cuore Sacratissimo di Gesù ama e stima tanto la pace nelle famiglie e nella società, perciò la promette dove la sua immagine sarà onorata. Ma al contrario dispiacciono sommamente a Dio le persone che mettono male, sparlano, calunniano e seminano discordie”,“Mostrarsi pacifici verso gli altri, scrive San Giovanni Crisostomo, “ non significa solo riconciliare tra loro i nemici, ma anche dimenticare le ingiurie per amor della pace”.


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“Chi semina spine non vada scalzo”. ( San Giuseppe da Copertino)


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“ Certe persone fanno come il ragno che cambia in veleno anche la cosa migliore.”


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La lingua di un maldicente è come un verme che rode i buoni frutti, un bruco che insudicia i più bei fiori lasciandovi tracce della sua schiuma”.
(Santo Curato d’Ars)




VIII


BEATI I PERSEGUITATI A CAUSA DELLA GIUSTIZIA, PERCHE'DI ESSI E' IL REGNO DEI CIELI.



“ i buoni in questo mondo saranno sempre più o meno perseguitati com’è perseguitata la Chiesa loro Madre, come lo furono gli Apostoli e come avvenne a Gesù Redentore. Tuttavia non tutti i perseguitati sono beati, “ ma solo quelli che patiscono persecuzione per la giustizia, ossia che per amor di Gesù sopportano pazientemente le derisioni, le calunnie e le persecuzioni” (CCG, 580).


Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,3-12)


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Il mondo non ci stima perché figli di Dio; consoliamocene che, almeno una volta tanto, esso conosce la verità e non dice bugie (Padre Pio cit ASN,44).



I DIECI COMANDAMENTI DI DIO , O DECALOGO



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Io sono il Signore Dio tuo. (…)il tuo liberatore (goèl), che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione di schiavo, per fare alleanza con te” (Esodo 20,2-3). Ecco i due nomi grandi di Dio: Goèl, un Dio che non spadroneggia,non impone gioghi, ma spezza ceppi e infrange catene. Ed è grande Alleato, non un implacabile despota neroniano o un temibile concorrente. Ogni altro nome dato a Dio, che non faccia rima con i suoi nomi biblici, è un nome deviato. Non è vero che l’Antico Testamento ci mostri il volto di un dio perennemente adirato, che incute spavento e terrore. Già nell’Antico Testamento ci si rivela il tratto fondamentale del vero volto del vero Dio: è l’amore. Quando si rivela sul Sinai a Mosè e proclama il suo nome santo e impronunciabile ( IHWH), leggiamo nel Libro dell’Esodo questa sorta di “biglietto da visita”: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà (34,6).


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Quello del Dio di Israele è un amore declinabile con sette immancabili qualifiche:

GRAZIA, significa gratuità. Dio ama l’uomo perché è Amore, non perché l’uomo sia amabile. Potrebbe il sole non illuminare o il fuoco non bruciare?


FEDELTA’, la gratuità si consolida in fedeltà: la promessa è mantenuta, l’amore dato una volta è dato per sempre. Fedeltà non è abitudine stanca e annoiata: : l’amore di Dio non si ripete, si rinnova. La fedeltà, a sua volta, si traduce in


LIBERTA’: Dio non è come gli idoli che prima illudono con il miraggio di false libertà, ma poi opprimono e schiavizzano, e così, implacabilmente, il miraggio si trasforma in incubo. Dio non crea dipendenze e umilianti soggezioni, non retrocede l’uomo allo stato animale, non cancella l’immagine che lui stesso ha creato, ma al contrario soffia nelle sue narici un alito di vita e gli fa respirare a pieni polmoni un’aria di libertà. La libertà, poi si declina in


TENEREZZA: non si indurisce in una inflessibile autocostrinzione, non si raffredda nella pura correttezza giuridica, ma si porge nei gesti caldi della più premurosa e affettuosa benevolenza. La tenerezza, quindi, si incarna nella concretezza: l’Amore;

L’AMORE si fa gesto e storia, non si affida a parole vuote o ad atteggiamenti sdolcinati, ma raggiunge l’uomo nella irrepetibilità della sua persona, nella singolarità della sua situazione, nella interezza delle sue relazioni con gli altri uomini e con il mondo. La concretezza sfocia nella misericordia:


MISERICORDIA, è veramente concreto l’Amore perché non giudica e non condanna. Tutto scusa, tutto sopporta. Non si arresta di fronte alla miseria dell’amato, non vince soltanto il tempo, vince un nemico ancora più accanito: la colpa, l’incorrispondenza, l’infedeltà. La misericordia si declina – scandalosamente!- nella gelosia


GELOSIA: non scade mai a buonismo peloso o morboso sentimentalismo. L’amore di Dio è geloso, non nel senso che sia invidioso della nostra felicità . questo è piuttosto il sentimento che rode eternamente satana – quanto perché è premuroso, come l’amore materno, del benessere delle sue creature. Per questo l’amore è esigente: si dà tutto e chiede tutto – tutto il cuore e tutta la vita – altrimenti ne scapiterebbe il carattere adulto dell’amore, la serietà della sua risposta, il rispetto della sua dignità. Queste sette note del canto dell’amore si ritrovano nel nuovo Testamento.


QUAL E’ ALLORA LA NOVITA’ DELLA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA?

E’ L’INCARNAZIONE. Al centro di tutta la scrittura non c’è una dottrina su Dio e sull’uomo, ma un avvenimento: è l’evento del Figlio di Dio che si è fatto uomo, che ha vissuto la precisa vicenda che i vangeli raccontano, è morto sulla croce ed è risorto. Tutte le religioni affermano – sia pure in forme differenti – che Dio è amore e ama ogni uomo, ma soltanto il cristianesimo dice che Dio per amore si è fatto uomo.


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Tutte le religioni dicono che se Dio apparisse sulla terra, gli uomini dovrebbero lavargli i piedi e togliersi per lui il pane di bocca. Solo il vangelo racconta che il Gesù, il Figlio di Dio, si è chinato lui a lavare i piedi ai suoi discepoli e si è fatto lui pane per ogni uomo. Tutte le religioni dicono che l’uomo deve essere pronto a dare la vita per Dio, ma solo il vangelo registra l’evento sorprendente e inaudito: è Dio che ha dato la vita per l’uomo. Nell’ultima cena, dopo aver lavato i piedi ai suoi discepoli, Gesù conclude: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri”.


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E al termine della cena Gesù consegna il suo comandamento: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Giovanni 13,14; 15,12).


Caro mio ben Gesù, caro mio ben Gesù
Chi ti fa scendere dal cielo qua giu’?


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Edited by mom2 - 29/8/2023, 17:02
 
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view post Posted on 16/2/2015, 20:35




1 NON AVRAI ALTRO DIO FUORI DI ME




“Questo Comandamento ci vuol liberare dal più grande peccato che l’uomo possa compiere ossia dall’empietà che consiste nel rifiutare Dio e la religione, la quale comprende i sommi doveri dell’uomo che sono quelli verso il Signore.
Conseguentemente ci libera dal sacrilegio (violazione di persona o cosa sacra), dallo spiritismo, dall’indifferenza religiosa, dalla superstizione e soprattutto dall’idolatria.


E’ necessario approfondire il concetto di idolatria:

L’idolatria ( o culto degl’idoli) consiste nel rendere a una creatura o a una sua immagine o a un oggetto il culto di adorazione dovuto soltanto a Dio, oppure nell’attribuire ad essi dei poteri divini.
E’ vero che Dio ha proibito statue e immagini ma si tratta di “statue e immagini da adorare”, poiché nella Bibbia solo questo è il significato del vocabolo ebraico “pesel” che viene tradotto con la parola “idolo”. E questa proibizione fu data agli Ebrei, perché, essendo circondati da popoli idolatri, erano in continuo e grave pericolo di idolatria. Agli stessi Ebrei furono dati molti altri comandi superati e aboliti da Cristo Dio, come la circoncisione, la lapidazione delle adultere e bestemmiatori, il sacrificare a Dio agnelli, vitelli, colombi, ecc…


E si noti bene che la proibizione di fare statue e immagini non fu assoluta: infatti Dio comandò di costruire statue di Cherubini e di porle sull’Arca (10), di fare e innalzare un serpente di rame (11); e il Signore lodò Salomone per aver posto nel tempio molte immagini o statue (12).

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Noi cristiani siamo sotto la legge perfezionata da Cristo Dio, il Quale non ha mai vietato di fare e usare pitture e sculture sacre.

I Testimoni di Geova, volendo ignorare che il loro fondatore “Russel spesso si serviva di statuette per rendere più accessibile la propaganda” (13), accusano noi Cattolici di idolatria perché nelle nostre chiese abbiamo pitture e statue.
Poveri untarelli! Devono persuadersi che i 1196 milioni di Cattolici, tra cui vi sono sommi scienziati, non sono scemi, e hanno sufficiente intelligenza per comprendere che le pitture e le statue non sono Dio, bensì un semplice richiamo a Gesù o alla Vergine o ai Santi: invece noi adoriamo soltanto Dio, mente veneriamo ossia onoriamo Maria e i santi perché Dio stesso li onora e vuole che noi li onoriamo concedendoci per loro intercessione moltissime grazie e perfino miracoli.


Non è idolatria il culto delle reliquie (ossia della salma oppure di oggetti che sono stati a contatto di un Santo o di un Martire o dello stesso Gesù). Infatti alle reliquie prestiamo un culto relativo cioè in relazione alla persona cui si riferiscono. E ciò avviene in pieno accordo con la Bibbia, la quale ci ricorda che le reliquie sono state occasione di numerosi miracoli,


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come quando a Genesaret un gran numero di malati furono condotti da Gesù e tutti coloro che toccavano l’orlo del suo mantello guarivano o come quando perfino l’ombra di San Pietro, che passava per la strada, guariva molti infermi e scacciava tanti demoni (14).

E’ idolatria lo spiritismo, perché le anime dei morti, che sono esclusivamente nelle mani di Dio, è impossibile ed è assurdo che siano evocate dai trucchi e dai capricci di una creatura, di un medium. Soltanto il Creatore le può evocare.


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E’ idolatria ogni superstizione: credere al numero 13, al fero di cavallo o alle gobbe o al gatto nero o al sale rovesciato o ai portafortuna, ecc…: cose ridicole, irrazionali, indegne di uomini seri e intelligenti.


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E’ idolatria la magia nera ( o bianca che sia – aggiunta dello staff) che consiste nell’entrare in rapporto con gli spiriti infernali per produrre fenomeni di ordine prenaturale. ( nella magia nera o bianca che sia, risponde sempre il demonio, lo staff.);

E’ idolatria l’astrologia (salvo ciò che si può spiegare scientificamente) poiché gli astri non hanno influssi determinanti sulle nostre azioni, ma soltanto una leggera influenza Celebri scienziati condannano come antiscientifici e spregevoli certi “oroscopi” che pretendono di determinare pienamente ogni cosa.

La magia, l’astrologia, lo spiritismo, ecc… sono dei miseri surrogati della religione. Meno si è religiosi, più si crede a queste sciocchezze; con ragione Pascal afferma: “GLI INCREDULULI SONO I PIU’ CREDULONI”.

Soprattutto è idolatria mettere al posto di Dio la gola o la materia o lo sport o il partito o gli affari o il sesso o la violenza o la droga o gli alcoolici o il denaro (ecco il dio quattrino), e, a queste miserabili cose sacrificare la propria coscienza, la grazia santificante, la felicità eterna.
San Paolo bolla questa idolatria, oggi tanto diffusa, con parole di fuoco: “Molti si comportano da nemici della croce di Cristo; la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come Dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra. La nostra patria,invece, è nei cieli” (15).


Questo Comandamento ci esorta e dolcemente ci spinge a una permanente e completa istruzione religiosa, a una profonda religiosità, a un fervente amore al Signore, a una crescita nella fede, nella speranza, nella carità, e in tutte le altre virtù e a un forte impegno a tendere alla più alta santità.


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“Si deve fare come gli uccelli che toccano terra per prendere cibo, ma poi subito volano in alto: fermarsi poco e per necessità sulle cose terrene e poi stare in alto per lodare e benedire Dio”. (San Giuseppe da Copertino)


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“Chi non prega è come una gallina o un tacchino che non puà alzarsi nell’aria. Se volano per un momento, ricadono poi subito e, grattando la terra, vi si immergono, se ne aspergono e sembrano trovare piacere solo in quello.” (Cit. Santo Curato d’Ars)

2 NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO.




E’ il Comandamento che ci libera dalla mancanza di rispetto al nome di Dio, della madonna e dei Santi. Soprattutto ci libera dal peccato orribile della bestemmia, la quale è un pensiero o un gesto o una parola ingiuriosa al Signore o alle persone o alle cose sacre. San Girolamo afferma: “Non c’è nulla di più orribile della bestemmia”. E’ una ingratitudine mostruosa verso Dio che ci è Padre infinitamente buono, verso Gesù che per noi è morto in croce, verso la Madonna che è la nostra tenerissima mamma del Cielo. E’ il peccato eminentemente diabolico. Bestemmiare pubblicamente è la peggiore maleducazione; è segno di inciviltà, di bassezza d’animo. E’ pure segno d’ignoranza: Se non si crede in Dio perché imprecare contro il nulla e combattere le ombre? Se si crede in Dio, si sa che ci ricolma continuamente benefici, e allora perché servirsi dei suoi stessi doni per ingiuriarlo? Chi ragiona non bestemmia e chi bestemmia non ragiona! E’ il peccato che più di ogni altro attira le maledizioni di Dio sulla casa e sulla patria. In nessuna nazione si bestemmia come in Italia: 15 milioni di bestemmiatori! Un miliardo di bestemmie ogni giorno!


Italiano, perché bestemmi? Cristiano, perché taci quando odi l’urlo satanico della bestemmia? San Giovanni Crisostomo esclama: “Chiudiamo la bocca dei bestemmiatori come si chiudono le fonti avvelenate, e presto spariranno tanti mali”.


San Girolamo, Dottore della Chiesa, grida: “I cani abbaiano in difesa del padrone, e io dovrei essere muto quando si maltratta il nome di Dio? Morire piuttosto, ma non tacere!” Ad ogni bestemmia, una giaculatoria di riparazione e una parola di ammonizione.

E’ il Comandamento che apre il cuore alla gioiosa libertà di usare le labbra per lodare e ringraziare il Signore e per immergersi nella preghiera la quale costituisce il più grande bisogno dell’uomo e deve essere il nostro massimo impegno.

“La bestemmia è il diavolo sulla tua bocca” “ Attiri l’inferno sulla tua anima” ( Padre Pio)


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Albino Luciani ha undici anni scrive a un compagno il 7 marzo 1923: Ieri nel cortile delle scuole, mentre aspettando il maestro facevamo un pò di ricreazione ti ho sentire dire delle bestemmie che mi hanno fatto rabbrividire e io per questo non ho più voluto giocare con te. Guarda che se il signor maestro, come sai anche tu, lo viene a sapere non solo ti dà un quattro in condotta e quindi non sei nemmeno ammesso agli esami, ma ti batte e tu piangerai dirottamente.
“Poi ti pare bella cosa, grande e grosso come sei, bestemmiare in mezzo a un gran numero di piccoli ragazzi che, se le sentono, le imparano anch’essi? Poi offendi Dio che ti ha creato, e che è morto per tutto il mondo e quindi anche te per salvarti?
Tu comunque bestemmiando in mezzo a piccole creature che non sanno nemmeno perché siano al mondo, come ci scommetto che non sai nemmeno tu, non solo offendi Dio ma dai scandalo a tutti quelli che sentono, cioè dai il cattivo esempio.
“Ricordati quelle belle parole ripetute dal Signore stesso mentre le donne portavano i loro bambini affinché li benedicesse: chi dà scandalo cioè il cattivo esempio a queste anime innocenti che sono pure e vergini come i gigli dei campi, fa meglio a prendersi una macina da mulino e gettarsi nel fondo del mare, oppure prendersi una fune con un laccio, attaccarla a un albero e impiccarsi. Quindi hai fatto un gran male e spero che non bestemmierai più. Ricordati anche che cosa ci ha detto il signor maestro: Ti piace questa rosa? Si. Ma se fosse un pò di sterco ti piacerebbe? No. Ebbene questo bel paragone paragona così: la bella rosa rappresenta il buon fanciullo, il quale vantandosi di essere troppo buono, va con le compagnie cattive e a poco a poco perde tutto il suo ardore, cioè la sua purezza, la quale dopo aver frequentato quelle compagnie non ha nemmeno più traccia di quello che era prima. Io te lo raccomando, non frequentare le cattive compagnie perché ti rovinano l’anima e il cuore. Ti saluto. Sono tuo compagno Luciani Albino”.



(Cit. Il Celentone. Bollettino mensile della parrocchia di Canale d’Agordo (numero speciale, settembre ottobre 1978)



3 RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE.




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La domenica, prima di essere il giorno che i cristiani dedicano al Signore, è il giorno che Dio ha deciso di dedicare al suo popolo, per arricchirlo di doni e di grazia…e non può ridursi alla celebrazione liturgica, ma deve trovare modi e forme espressive nei rapporti interpersonali, familiari, comunitari”.

Molti cristiani vivono senza Eucarestia; altri fanno l’Eucarestia ma non fanno Chiesa; altri ancora celebrano l’Eucarestia, ma non vivono la coerenza dell’Eucarestia.

( CEI, Eucarestia Comunione e Comunità)



La Cena del Signore, sacramento della presenza di Cristo, inserisce ciascuno di noi in una comunione reale con il suo corpo e con il suo sangue, costruisce fra tutti i credenti un solo corpo, pone in noi il germe della risurrezione.


“Per noi cristiani il giorno da santificare è la domenica perché in domenica è risuscitato Gesù dalla morte: è il giorno della vittoria della vita, è il giorno della nostra liberazione, è il giorno del Sole perché Cristo risorto è la luce di tutta l’umanità.
Non ripetere quelle parole stolte: “Non andando a Messa non faccio male a nessuno e sono ugualmente religioso”. No! Commetti una grave disobbedienza oltraggiando Dio nel più importante dei suoi Comandamenti; procuri a te stesso il più grande male e ti privi di un bene spirituale infinito; inoltre arrechi a familiari e conoscenti il più dannoso mal esempio o scandalo di dovrai rendere terribile conto al tribunale di Cristo Dio.
I cristiani dei primi secoli ripetevano con i Martiri di Abitene: “Senza partecipare alla S. Messa e alla Comunione almeno ogni domenica, noi non possiamo vivere su questa terra” (“Sne domenico esse pòssumus”).



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Ritorni la domenica ad essere il giorno del Signore, senza il quale gli altri giorni non hanno né luce né gioia. Ritorni quindi ad essere il giorno del riposo dai lavori fisici e servili perché si attenda al lavoro spirituale ed interno. Ritorni ad essere il giorno della famiglia che si riunisce nell’amore. Ritorni ad essere il giorno dell’anima che ritrova ristoro e conforto in Gesù. Ritorni il giorno dell’Eucarestia, cuore del cristianesimo, mediante la devota partecipazione alla Santa Messa, ai Sacramenti, all’istruzione religiosa. La frequenza all’Eucarestia ci darà la forza per essere uomini nuovi, coraggiosi testimoni di Cristo, lievito di luce evangelica, fermento di bontà e di santità.

L’intensa santificazione di ogni domenica santificherà ogni nostra settimana e consacrerà a Dio tutto il tempo della nostra vita.

In tutto l’universo non esiste nulla di più bello, di più grande e di più vantaggioso di ciò che raccomanda il Vaticano II: “ nel giorno del Signore i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare all’Eucarestia, e così far memoria della Passione, della Risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio che ci ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (16)

La S. Messa nel “settimo giorno” o giorno del Signore è il momento che meglio prepara e arricchisce l’anima per l’ “ottavo giorno” ossia per il giorno intramontabile della beata speranza, quando incontreremo Cristo Signore nella gioia della Pasqua eterna del Cielo.

Dunque dobbiamo fare ogni sacrificio per recarci tutte le domeniche, insieme a Maria Vergine, nel Cenacolo, a incontrarci con Gesù risorto, a ricaricarci della forza dello Spirito Santo, decisi a ritornare, poi, nel mondo per vivere in pienezza, giorno dopo giorno, quella Santa Messa, trasmettendo agli altri con le parole della vita i tesori spirituali ricevuti. Infatti a Messa si va per ricolmarci di amore a Gesù e dalla chiesa si deve ripartire per riversare questo amore sui fratelli e per fare conoscere a tutti che la vita con Gesù è vita di letizia poiché noi siamo il popolo della gioia.

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Se conoscessimo il valore del Santo Sacrificio della Messa, qual zelo maggiore porremo mai nell’ascoltarla.

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MERAVIGLIOSO VALORE DELLA SANTA MESSA ( ALCUNI);




Nell’ora della morte, le Messe a cui avrai devotamente partecipato formeranno la tua più grande consolazione;

Ogno messa presso la giustizia di Dio propizia il tuo perdono;

Ad ogni Messa puoi diminuire la pena temporale dovuta ai tuoi peccati, PIU’ O MENO, SECONDO IL TUO FERVORE;

Partecipando alla attivamente alla Santa Messa, rendi alla Santa umanità di Gesù Cristo il massimo onore;

Egli ti PERDONA I PECCATI VENIALI da te anche mai confessati e dei quali sei pentito;

Viene diminuito su di te l’impero di satana;

Puoi procurare alle anime del Purgatorio il miglior suffragio possibile;

Una Messa a cui avrai partecipato in vita ti sarà più salutare che tante altre da altri ascoltate per te dopo la morte;

Sei preservato da molti pericoli e disgrazie, da cui saresti stato abbatuto;

Diminuisci il tuo Purgatorio con ogni Messa;
Ogni Santa Messa ti procura un più alto grado di gloria in Cielo;

In essa ricevi la benedizione del Sacerdote, che il Signore ratifica;

Vieni assistito efficacemente nei tuoi compiti;

Il Signore ci accorda tutto quello che nella Santa Messa Gli domandiamo, e in più ci dà quello che noi non pensiamo neppure di chiedere, e che ci è pur necessario per il bene spirituale.



4 ONORA IL PADRE E LA MADRE




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“Obbedienza e pace!” Era il motto di Papa San Giovanni XXIII, ed è quanto ci prescrive questo Comandamento: Obbedienza, amore e rispetto ai genitori e a tutti i superiori sia ecclesiastici (Papa, Vescovo, Parroco, ecc.), sia civili (le diverse legittime autorità); e vivremo in pace. Gesù ci ha dato un esempio eroico: pur essendo Dio, fu obbedientissimo ai suoi genitori che erano sue creature.
Tuttavia anche i genitori e i superiori hanno dei sacrosanti doveri. Il massimo dovere dei genitori è l’educazione religiosa dei figli. San Giovanni Crisostomo ammonisce: “Formare il cuore dei fanciulli alla virtù e alla pietà è un dovere sacro, al quale non si può mancare senza rendersi colpevoli di una specie di infanticidio”.


I padroni e i datori di lavoro devono usare rispetto e dare la giusta mercede ai loro dipendenti; negare la giusta mercede è un peccato che grida vendetta presso Dio. Ogni lavoratore prima di esigere i propri diritti deve compiere i rispettivi doveri.
E’un obbligo di tutti osservare le oneste leggi dello Stato e pagare le giuste tasse.
I cattolici devono considerare come un loro preciso dovere prendere parte attiva alla vita sociale e politica, ma nella più rigorosa coerenza con la loro fede e con il Vangelo.



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A un giornalista che lo intervistava, in riferimento al contenuto di una sua omelia, nella quale ebbe a sottolineare l’importanza, per un uomo che ricopre una carica politica, di seguire i principi religiosi; Mons. Bartolomeo Santo Quadri rispose: ” E’ un principio religioso che è tremendamente civile. Cioè, quando si dice che Cristo Gesù non è venuto per essere servito ma per servire, dare la vita per noi, si afferma una cosa poderosa che, se entrasse nella mentalità e nel comportamento di tutti noi, naturalmente compreso i politici, compresi coloro che hanno responsabilità di governo… se entrasse nella mente di tutti e si comportassero così avremmo cambiato il mondo.”


5 NON AMMAZZARE.



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Non fare del male a nessuno! Ama il tuo prossimo come Gesù ha amato te! Questo Comandamento ci libera da tante schiavitù: gelosie, invidie, mormorazioni, calunnie, rancori, odio; ci libera dalla imprudenza nella guida dell’automobile, dal maltrattare o percuotere i fratelli come gli irracondi che Dante così descrive “ Si percuotevano non pur con mano/ ma con la testa, col petto e coi piedi / troncandosi co’ denti a brano a brano (1). Ci libera dal suicidio, dall’omicidio, dall’aborto volontario, dall’eutanasia, ecc.

L’aborto è uno spaventoso assassinio dei più deboli e dei più innocenti; è un orribile delitto.

L’eutanasia ossia il procurare la morte a vecchietti, ammalati, ecc, è vero e proprio omicidio, anche se la persona interessata è consenziente. Infatti soltanto Dio è padrone della vita e solo Lui la può togliere. Invece non va contro la legge del Signore chi rifiuta l’”accanimento terapeutico” in caso di malattie incurabili e mortali rinunciando in tali casi a mezzi terapeutici straordinari e sproporzionati al mantenimento della vita.

C’è un peccato ancor più grave dell’omicidio: è lo scandalo ossia l’indurre altre persone alla colpa o con cattivo esempio o con le parole o in altra maniera. Gesù ammonisce: “Guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!” (2 Matteo 18,7). Sarebbe meglio che fosse sprofondato nel mare!

Questo comandamento ci esorta alla libertà e alla gioia di un operante amore verso tutti, anche verso i nostri nemici, e soprattutto verso i prediletti di Gesù: i poveri, i sofferenti, i bisognosi; e ci dona la certezza che quello che avremo fatto, a beneficio di costoro, Gesù lo riterrà come fatto a se stesso (3 Mt25,40).


6 NON COMMETTERE ATTI IMPURI.



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San Paolo così commenta questo comandamento di Dio: “ Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto”(4 1 Tess 4,3s). Il tuo corpo è tempio dello Spirito Santo, non disonorarlo col fango dell’impurità che è una schiavitù degradante poiché – dice Paolo VI- “è il prevalere degl’istinti e delle passioni dell’uomo animale sull’uomo razionale e morale”.

Molti laicisti esaltano l’omosessualità, ma Dio la condanna come peccato gravissimo contro natura e che suscita l’inarrestabile ira di Dio contro sodoma e Gomorra (5 Gen. 19)


Si rimane stupefatti e angosciati nel constatare che ci sono tanti falsi moralisti del laicismo, perfino in Parlamento, che tollerano, incoraggiano e difendono tanto sudiciume morale oggi dilagante nella moda, nella stampa, nei films,nella televisione, negli spettacoli ecc., sudiciume che spinge tante anime – ha detto la Madonna di fatima – verso la perdita della grazia, della fede e verso l’inferno.

Fuggi l’ozio, le amicizie pericolose, le occasioni di peccato; lotta, prega, sii molto devoto della Madonna. Così conserverai sicuramente la tua castità verginale o coniugale o vedovile che ti renderà veramente libero e prediletto di Gesù e come un angelo sulla terra.


7 NON RUBARE.



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Non appropriarti di ciò che non è tuo! Mai le frodi; sempre l’onestà, la moralità nei tuoi affari. Ricordati che i beni materiali sono del Signore e tu sei solo l’amministratore, e dopo averli usati (non sperperati) per i bisogni reali tuoi e della tua famiglia, quelli che rimangono hai l’obbligo di adoperargli per soccorrere i disoccupati e per aiutare i bisognosi. Il Vaticano afferma: “Dio ha destinato i beni creati per l’utilità di tutti gli uomini” (6 L.G. 36: G.S. 69). Di fronte a tanti disoccupati e a centinaia di milioni di persone che ogni anno muoiono di fame, stanno le terribili parole di San Basilio: “ Il pane che a voi sopravanza è il pane dell’affamato; la tunica appesa al vostro armadio è la tunica di chi è nudo; le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo; il denaro che tenete nascosto è il denaro del povero e di quanti non trovano lavoro”.


8 NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA.




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Mai bugie, inganni, tradimenti; mai giudizi infondati o temerari; mai maldicenze e calunnie! Dirai sempre la verità: nel parlare, nel giurare, nel commercio.
Sii sincero con te stesso rifuggendo – dice P. Haring – da quelle “mezze verità che sono tra i maggiori nemici della verità, specialmente nel campo della coscienza”. Perciò non ripetere mai: Io sono religioso; io sono a modo mio”. No! L’unico modo vero è quello voluto da Dio. – “io accetto Gesù, ma rifiuto la Chiesa” – No! E’ Gesù che l’ha stabilita come arca di salvezza; quindi chi rifiuta la Chiesa rifiuta Gesù, rifiuta la salvezza. – “Io ho la mia verità!” – No! La verità è Cristo Dio e il suo insegnamento. – “Io ho la mia morale e i miei Comandamenti” – No! L’unica morale è quella prescritta da Dio nei suoi Comandamenti. Queste altre “ mezze verità” costituiscono la più grande e la più dannosa menzogna. Inoltre rifiutare le verità che Cristo Dio ci ha rivelato e che la Chiesa ci ripete e poi vantarsi di essere “liberi pensatori”, equivale a vantarsi di essere “ liberi menzogneri” o “liberi peccatori”.



9 NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.



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Gesù afferma: “Voi sapete che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico; Chiunque guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (7 Mt 5,27). Per vivere nella castità è necessario che questa virtù sia ben radicata nella mente e nel cuore: “Dal cuore infatti – dice Gesù – provengono i propositi malvaggi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie” (8 Mt 15,19).
Il tuo cuore sia simile al cuore della Madonna, sempre ricolmo della Parola di Dio: così non ci sarà posto per i pensieri e i desideri impuri.
Non potrai sfuggire a questo dilemma: il tuo cuore sarà un altare o un immondezzaio. Se coltiverai una forte devozione alla Vergine Santa, il tuo cuore sarà un altare, e tu ti delizierai della beatitudine di Gesù: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5,8)



10 NON DESIDERARE LA ROBA D'ALTRI

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Non essere avido di eccessive ricchezze, non attaccare il cuore alle misere cose della terra. Quanta sapienza nelle parole di Gesù: “Accumulate tesori per il Cielo”. “Cercate il regno di Dio e la sua giustizia”. “Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei Cieli” (10 Mt 6,20.33 e Lc 6,20)

(Dipinti di P.Giustino Jacopini http://members.xoom.virgilio.it/Jacopini/a1.htm )
 
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