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SUI PASSI DELL’ IMMAGINE DELLA MADONNA DI SAN LUCA

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lapecorellasmarrita
view post Posted on 4/5/2015, 15:45




“SUI PASSI DELL’ IMMAGINE DELLA MADONNA DI SAN LUCA”



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“PROSPETTO STORICO DELL’IMMAGINE
DI MARIA VERGINE
DIPINTA DALL’EVANGELISTA S. LUCA”



“Conservata, e venerata sul Monte della Guardia posto nel Comune di Casaglia Diocesi di Bologna”




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Tratto dalla Tipografia De’ Franceschi alla Colomba
Bologna 1876




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Zt5DAaa erso la fine di Maggio dell’anno 1143 ebbe origine il Romitorio sul Monte della Guardia, nome antichissimo nelle Storie, da una certa donzella per nome Azzolina figlia di Rambertino della nobile famiglia Guezi.

In esso Monte possedeva fondi stabili la detta famiglia, e qui fu dove Azzolina, ritirandosi dal Mondo, consecrossi a Dio con vita solitaria, e penitente, erigendosi una Cappelletta ad onore dell’Evangelista S. Luca, ed una Capannuccia per sua Abitazione.

Quando poi compagna dell’eremitica vita se gli facesse Beatrice sua sorella precisamente non si sa: bensì è noto, che assai prima dell’anno 1160 convivevano assieme queste due avventurate Sorelle. Di ciò ne dà ragguaglio l’Instrumento di consegna fatta da essa della miracolosa Immagine di Maria Vergine dipinta da S. Luca, che conservavasi nell’Archivio delle soppresse Monache di San Mattia, e che a suo tempo riporterò con tutta fedeltà.

Trovossi nel detto anno 1160 un Romito nella Grecia per nome Teocle Kmnìa ( e non già Eutimio ) il quale, dopo aver servito lungo tempo il Signore nella solitudine del deserto, sentissi un giorno da Dio inspirato a portarsi in Costantinopoli per visitare il Santuario di S. Sofia.


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Aderì il buon Romito a questo divoto impulso, ne intraprese il viaggio, e arrivato alla Città portossi immediatamente al Tempio di S. Sofia, dove fatte con lagrime, e tenerezza di cuore le debite adorazioni al Dio de’ viventi, considerava quindi le meraviglie, che in esso Tempio ritrovavansi.

Quand’ecco gli occorse di vedere una Tavola, nella quale eravi dipinta con maestà veneranda l’Immagine della Gloriosa Madre di Dio. A tal vista subito gittosi ginocchione a terra il buon Romito adorando con affetti di divozione la Gran Regina del Cielo, e della Terra; alzatosi poi, e con diligenza osservandola vide, che sotto l’Immagine eranvi scritte le seguenti parole:” Questa è opera fatta da S. Luca Cancelliere di Cristo, che deve essere portata alla Chiesa di S. Luca sopra il Monte della Guardia costrutta, ed ivi sopra l’Altare collocata”.


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Allora fu, che il buon Romito sentissi animato di voler egli esser quegli a tant’opera eletto. Interrogò quindi li Religiosi Custodi del Tempio di Santa Sofia ove trovare si potesse questo Monte; ma n’ebbe per risposta, che fin allora da alcuno mai non ostante qualunque usata diligenza rinvenire si era potuto quel Monte della Guardia, che lo Scritto accennava.

Non si perdette di coraggio perciò il divoto Romito, ch’anzi sempre più ansioso si fece supplicar caldamente que’ Religiosi, acciò gli concedessero la Sacra Immagine, scongiurandoli, ed assicurandoli, che egli avrebbe girato tanto il Mondo, fintantoché avesse ritrovato questo Monte; e quando ciò non gli fosse stato possibile, avrebbe riportata ad essi la detta Immagine.

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Furono così efficaci le di lui parole, che que’ buoni Religiosi mossi viepiù ancora alla sua bontà, e santa vita, gli concedettero finalmente col suddetto patto il prezioso Tesoro di quella Sacra Immagine. Ora si figuri ogni cuore ben affezionato alla Vergine con quanta allegrezza, e gaudio spirituale si caricasse il divoto Eremita di si gran pegno, quale da lui involto con ogni maggior riverenza ne’ suoi poveri panni si pose al collo stillando lagrime di divozione; e tutto pieno di speranza di ritrovare, ed ascendere al Monte destinato da Dio per meta felice del suo Pellegrinaggio, chiesta prima, ed avuta la benedizione da quei buoni Servi di Dio, si mise in cammino senza ch’egli stesso sapesse verso qual parte dovesse i suoi passi rivolgere.

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Chi può raccontare tutti li disastri di quel lungo viaggio? Colli, Monti, Valli, Rupi alpestre, Mari, Fiumi dovett’egli passare, e ripassare. Da per tutto, e ad ognuno con cui incontravasi, contezza addimandava del Monte della Guardia; ma non potendo mai essere consolato con la bramata risposta, alla perfine lasciata addietro la Grecia, la Morea, l’Albania, pel Golfo di Venezia dopo aver costeggiato le riviere tutte dell’Adriatico, si portò a Roma, per vedere se in quella Città Capo del Mondo, e ricovero di tutte le Nazioni, rinvenire potesse chi del Monte desiato gli desse qualche ragguaglio.



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Né andarono fallite le sue speranze: perocchè arrivato in Roma inviossi verso la Chiesa fatta costruire dal gran Costantino, per ivi adorare le reliquie de’ gloriosi Appostoli Pietro, e Paolo e compito, che ebbe alla sua divozione, per volere di quel Signore, che tutte le cose fortiter, suaviterque disponit, s’avviò per quella Contrada, nella quale eravi il Palazzo dell’Ambasciatore di Bologna, che in que’ tempi era un certo Passipovero dell’antichissima, e nobilissima Famiglia de’ Passipoveri Bolognese. Questi come per diporto stava alla finestra del suo Palazzo con altre Persone ragguardevoli, e vedendo passare l’Eremita, che al collo portava la Tavola coperta dei suoi panni, desideroso di sapere cosa egli portasse, lo fece chiamare pe’ suoi Servitori, e poiché fu alla sua presenza il ricercò di quanto egli avesse in quell’involto, che sembrava da lui portato con molta venerazione. Condiscese tosto il buon Romito scoprendo l’Immagine Santa, e narrogli minutamente con ordine tutto il successo, e la cagione del suo viaggio.


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A cotal vista facendo i suoi effetti quel Sacratissimo Volto, si prostrarono a terra tutti li circostanti, e rapiti non so s’io dica divozione, o da forza celeste diedero in un dirotto, ma devotissimo pianto. Alzati poscia disse l’Ambasciatore: Adesso si, ch’io conosco dover essere il fine de’ travagli, che ha fin ora patito da’ Barbari la mia Patria! E rivolgendosi al buon Eremita soggiunse: o Uomo del Signore, il Monte della Guardia, che voi cercate, lungi poco più di due miglia da Bologna mia Patria ritrovasi. Monte della Guardia chiamasi perché da quello si soleva far la guardia nelle guerre passate fra’ Bolognesi ed i Popoli circonvicini; ed appunto pochi anni sono, che una Donna della nostra Città per nome Azzolina fece sopra detto Monte fabbricare una Cappelletta ad onore dell’Evangelista San Luca con annesso il di lei Romitorio. Lodi pertanto sieno a Dio, e sia sempre benedetta la di lui SS. Madre, che sì gran favore degnasi compatirci. Voi, venerando Romito, restarete qui in Casa mia fintantoché venuta la giornata di domani io con comodo, e compagnia vi possa con sicurezza a Bologna inviare.


Immagini qui ogni anima divota quale fosse la pienezza di giubilo, che il cuore innondò del buon Romito, e quanto affettuosi fossero i ringraziamenti, che egli rese alla Vergine SS. , perché avesse finalmente esauditi i suoi voti, e pienamente appagati gli accesi, e giusti suoi desiderj.

La mattina dunque furono dall’Ambasciatore date lettere all’Eremita dirette al Pretore, e Consoli della Città, con un Servitore per compagno, ed un Cavallo per comodo del buon Teocle, il quale ringraziando di tutto l’Ambasciatore montò a cavallo, e con lagrime di consolazione intraprese il viaggio alla volta di Bologna.


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Arrivato in Città portossi dal Pretore, e Consoli, e loro consegnò le lettere dell’Ambasciatore, lette le quali fecero i medesimi molte accoglienze all’Eremita, e vollero dal medesimo intendere il principio, ed il successo del fatto.


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Quand’egli ebbe terminato il racconto scoperse loro la Sant’Immagine, quale tutti con molta divozione adorando proruppero in voci di lodi, e ringraziamenti al Signore per così caro Tesoro, che loro degnavasi di concedere. Parve, che da Costantinopoli fosse passata con quella Santa Immagine a Bologna la pietà eziandio, la divozione, ed ogni virtù insieme con ogni prosperità, e felicità. Furono in seguito ordinate col consenso del Vescovo Gerardo solenni Processioni per tre giorni nella Città, alle quali intervennero il Vescovo con tutto il Clero sì Secolare, che Regolare, tutti li Magistrati, ed Arti col rimanente di tutto il divoto Popolo, che vi concorse con inusitata frequenza, ed insolita copia di Lumi.


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Nel terzo giorno, che fu li 8. Maggio 1160. Una Guardia, dove collo stesso Clero, Magistrato, e Popolo fu dal buon Eremita portata con ogni divota solennità la SS. Immagine, e collocata sopra l’Altare nella Cappelletta di San Luca, e consegnata alla soprannominata Azzolina, come chiaramente appare dal seguente Instrumento:


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gpUfXXL NNO ALLA BEATA VERGINE DI SAN LUCA




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d10zjzt cendi dal trono fulgido,
bella del ciel Regina,
scendi al diletto Popolo
che innanzi a Te s’inchina,
e ti saluta Vergine
Madre del tuo Signor.


Maria, Maria, a Te nei secoli
Gloria dai figli e amor.



Dall’Oriente, mistica,
lieta, serena aurora,
nella città di Felsina
giungesti, alma Signora,
ai Padri che T’accolsero
pegno di pace e amor.



Maria, Maria, a Te nei secoli
Gloria dai figli e amor.



Sacro sul monte vigile,
il Tempio, a Te, solenne,
qual fonte indefettibile
d’una virtù perenne
sorse, decor, presidio
faro di luce ognor.



Maria, Maria, a Te nei secoli
Gloria dai figli e amor.



Arridi a noi propizia,
dolce, benigna Stella;
di Te nel cielo empireo
il Serafin si abbella;
Madre Ti acclama un Popolo,
T’offre gl’incensi, i fior.



Maria, Maria, a Te nei secoli
Gloria dai figli e amor.



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PREGHIERA
ALLA BEATA VERGINE DI S. LUCA




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CAoDDn5 Vergine santissima, che nel segno della tua venerata Immagine, dal Monte della Guardia proteggi la nostra Città e tutta l’Archidiocesi, rivolgi dal Cielo su noi il tuo sguardo di materna bontà.


Ai nostri fanciulli conserva l’innocenza del cuore, difendi e ravviva nel popolo bolognese la fede dei nostri padri, suscita anime generose che, ai nostri giorni, con la preghiera e con le opere, affrettino l’avvento del Regno di Cristo.

Veglia sulle nostre case, assisti le nostre famiglie, dona pace a tutte le genti.

Benedici noi e i nostri Cari nella vita e nella morte.


Fa che un giorno felice, come premio di rinnovato impegno cristiano, per i meriti del tuo Figlio Gesù, possiamo godere la gloria dell’eterna vita.




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B 2-DEVOZIONI A MARIA SANTISSIMA
 
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