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LA PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO

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view post Posted on 1/4/2024, 14:01
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LA PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO



DAL VANGELO MEDITATO DELL’ABATE DUQUESNE



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Luca ,15-13.
Parabola del figliol prodigo.



Un uomo aveva due figli, il più giovane dei quali disse a suo padre: Padre mio, datemi ciò che mi spetta in eredità dal vostro bene, e il padre spartì loro i suoi beni. Questi due fratelli presero ognuno ciò che era loro dovuto in condivisione; ma non lo impiegarono allo stesso modo. Mentre il più grande rimase con suo padre, senza mai venire meno all'obbedienza che gli doveva; il più giovane, al contrario, ottenuto quello che aveva chiesto, se ne andò con la sua parte di eredità per darsi alla vita mondana e dissoluta. PERCHE’ UNA TALE CONDOTTA E USARLA IN QUESTO MODO ?

QUANTO A NOI, CHE RAGIONE ABBIAMO AVUTO DI ABBANDONARE DIO, NOSTRO CREATORE E NOSTRO PADRE?... NESSUNA!

Il prodigo non poteva lamentarsi del carattere di suo padre. Era forse un uomo duro? austero? Imperioso? avaro? di cattivo umore o bizzarro? NIENTE AFFATTO DI TUTTO QUESTO! Al contrario, era un padre tenero, buono, generoso, compassionevole, familiare con i suoi figli; il loro amico, ai quali non rifiutava loro nulla, CONCEDENDO LORO TUTTO CIO’ CHE POTEVA, allo stesso modo di quando ebbe a dividere l’eredità richiesta dal più giovane, non senza compiacimento temendo di contristarlo e nonostante questo figlio intendesse abbandonarlo.

OH! IL TENERO PADRE! OCCORREVA MAI PENSARE DI LASCIARLO? MA DIO NON ERA PIU’ DI TUTTO QUESTO NEI VOSTRI CONFRONTI, O PECCATORI? VOI ERAVATE LA SUA CREATURA, CON LA SUA GRAZIA VI AVEVA ADOTTATI PER SUOI FIGLI, AVEVA DATO PER VOI TUTTO L’AMORE DI UN PADRE E TUTTA LA TENEREZZA DI UNA MADRE; ASSICURANDOVI CHE SE AVESTE PERSEVERATO DI RESTARE CON LUI, VI AVREBBE DATO UN REGNO E UN REGNO ETERNO; E UN PADRE COSI’ TENERO, COSI BENEVOLO, COSI’ POTENTE, LO AVETE ABBANDONATO! L’AVETE FATTO? E COME VI SIETE DETERMINATI A FARLO? AH…QUALE FOLLIA, CHE INGRATITUDINE!

Il prodigo non poteva lamentarsi di quanto riceveva nella casa paterna. Poteva mai sperare di stare meglio? Non gli mancava nulla. Senza alcuna preoccupazione viveva nell'abbondanza, era dotato di tutto e aveva tutto ciò che poteva desiderare.

E VOI, PECCATORI, ERAVATE FORSE MENO BENE TRATTATI NELLA CASA DEL VOSTRO DIO? RIVESTITI DELLA SUA GIUSTIZIA, VIVI DELLA SUA GRAZIA, NUTRITI DELLA SUA DIVINITA'? NON VI TROVAVATE NELLA ABBONDANZA DI TUTTI I BENI SPIRITUALI? VOSTRO PADRE NON AVEVA FORSE ORDINATO CHE TUTTO CIÒ CHE AVRESTE CHIESTO VI SAREBBE STATO CONCESSO? NON DESIDERAVA FORSE, ANCHE SE DOVEVATE CHIEDERGLIELO, SODDISFARE LE VOSTRE NECESSITA’, I VOSTRI BISOGNI E, NON SOLO, ANCHE I VOSTRI DESIDERI? NON ERAVATE SUOI FIGLI, E SUOI FIGLI CARI? COSA VI MANCAVA NELLA CASA COSÌ ABBONDANTE E COSÌ OPULENTA DI QUESTO PADRE RICCO? ED È QUESTA CASA CHE AVETE ABBANDONATO!

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Il prodigo, non poteva quindi lamentarsi della vita che si conduceva nella casa di suo padre. Era una vita nobile, gloriosa, onorevole, che si svolgeva senza macchia e priva di motivo di rimprovero, in una atmosfera di sincera gioia, nella pace, nell'unione, nella regolarità, con la stima e l'approvazione di tutti. Una vita del genere non doveva soltanto affascinarlo? Sì, ne era affascinato fino ad allora e ne aveva goduto le delizie; ma alcune idee sono entrate nella sua mente, ossessionando la sua immaginazione nel frequentare alcune amicizie, prestato orecchio ai loro discorsi e vedendo il loro modo di vivere…è così che le cose iniziarono a cambiare per lui, sino a non essere più lo stesso.

Adesso la casa paterna gli sembra una prigione, nelle sue passioni agiate vi trova costrizione; la dipendenza ad un padre pieno di tenerezza gli sembra un giogo insopportabile, la persona stessa di suo padre, quella di suo fratello e il loro genere di vita. Tutto gli causa un disgusto e una noia mortale, dalla quale crede di potersi liberare solo andandosene di casa. Non vede l'ora di vedersi lontano, e si crede di potersi sentire felice solo dal giorno che se ne sarà andato: allora potrà essere libero; senza alcun fastidio, ne dipendenza. Insomma una libertà completa e perfetta felicità: Ecco cosa lo lusinga, e questo lo aiuta a fare l'insensato passo per separarsi da tutti.


AH! MI RICONOSCO TROPPO IN QUESTO RITRATTO. IL GIOGO DEL SIGNORE, COSÌ PIENO DI DOLCEZZA, CHE AVEVO PORTATO CON TANTA GIOIA, FASCINO E DELIZIE; QUELLA VITA PURA E INNOCENTE CHE TEMEVA SOLO IL PECCATO; QUESTA CONDOTTA REGOLARE, ACCOMPAGNATA DA UNA COSÌ DOLCE PACE; ALLA DILIGENZA, ALLA PREGHIERA; ALLA FREQUENTE RICEZIONE DEI SACRAMENTI DOVE HO TROVATO TANTA CONSOLAZIONE; IL RACCOGLIMENTO INTERIORE DOVE HO GUSTATO UN COSÌ DOLCE RIPOSO, TUTTO QUESTO MI È DIVENTATO UN CARICO NOIOSO, INSOPPORTABILE, PRESTANDO L'ORECCHIO AI SUGGERIMENTI DELLA NATURA E DEL DEMONIO; HO PENSATO CHE SCROLLANDOMI DI DOSSO OGNI OBBLIGO E DOVERE AVREI TROVATO LA VERITÀ E LA VERA FELICITÀ. O FOLLE PENSIERO, CHE MI HA FATTO LASCIARE MIO PADRE, ABBANDONARE LA CASA PATERNA, E CON ESSA TUTTA LA MIA GIOIA, TUTTA LA MIA FELICITÀ!

IL FIGLIOL PRODIGO LASCIA IL SUO PAESE.


Qualche tempo dopo, raccolto tutto quello che aveva, se ne andò in un paese lontano.



Dopo aver diviso l’eredità con il fratello maggiore, rimasto con suo padre al quale ne lasciò l’amministrazione della sua parte dei beni, il più giovane prese invece la sua parte e pochi giorni dopo, senza darsi il tempo di riflettere e di deliberare, fece conoscere l'uso che intendeva farne.

QUANDO SI E’ COMINCIA A RITIRARSI DA DIO PER VIVERE LA PROPRIA LIBERTA’, IN POCO TEMPO SI FANNO GRANDI PROGRESSI NEL VIZIO. NON E’ PIU’ UNA STRADA DOVE SI CAMMINA, MA UN PRECIPIZIO DOVE SI CADE CON RAPIDITA’.

Senza la vendita dei suoi beni a portata di mano e a sua disposizione gli avrebbero fruttato solo un reddito annuale, le altre ricchezze abbondanti, quali gli immobili che avrebbero richiesto cure e attenzioni. Inoltre la sua indispensabile presenza non gli avrebbe consentito di allontanarsi lontano per molto tempo; ma possedere invece una grande quantità di denaro ottenuta tutta in una volta adulava la sua vanità e abbagliava i suoi occhi: Questa fortuna in contante oltre a non richiedere alcuna cura e apparire inesauribile, egli non aveva altro da fare che attingervi. Questo genere di fortuna era facile da trasportare, permettendogli di essere ben accolto ovunque.

Snaturati dunque tutti i beni della sua eredità, mobili, immobili, terre, case; si affrettò a vendere tutto ( si può immaginare a quale prezzo), convertendoli in una considerevole somma con la quale finalmente potersi dare ai piaceri e sentirsi padrone.


soldi



A COSA APPLICHEREMO QUESTA CONDOTTA INSENSATA? NON CI RAPPRESENTA FORSE LO SCAMBIO INFELICE CHE FA’ UN PECCATORE LASCIANDO LE VIRTU’ DELLA FEDE, PER SCAMBIARLE CON LE “VIRTU’” SECONDO LE MASSIME DEL MONDO ?

INFATTI COME IL GIUSTO VIVE SEGUENDO LE MASSIME DELLA FEDE E RAPPRESENTANO IL SUO BENE E IL SUO PATRIMONIO, NONOSTANTE OCCORRA VEGLIARE SU SE STESSI, MORTIFICARE I SENSI, PREGARE, MEDITARE, FREQUENTARE I SACRAMENTI, QUESTA E’ L’EREDITA’ CHE DIO PADRE CI HA LASCIATO, RICHIEDENDO CURE E ASSIDUITA’;

QUANDO SI INIZIA A LASCIARE DIO SI DISFANO TUTTE QUESTE MASSIME SCAMBIATE CON QUELLE PROPOSTE DAL MONDO E LE SUE ‘’VIRTU’’, LE QUALI A DIFFERENZA DELLE VIRTU’ DELLA RELIGIONE, SONO VIRTU’ VELENOSE CONSISTENTI NEL VOLER CONDURRE CON SFARZO E ONORI UNA VITA COMODA E FACILE, LUSINGHIERA E ABBAGLIANTE CON LA QUALE SI CREDE DI ESSERE BEN FORNITI E DI RITENERCI IN DIRITTO DI DISPREZZARE GLI ALTRI.

AH! QUANDO SIAMO GIUNTI A QUESTO LIVELLO SIAMO VICINI ALLA ROVINA!


Avendo raccolto il prodotto di tutti i suoi beni e avendone fatto una somma, se ne va,



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EGLI NON SI LIMITA A LASCIARE LA CASA, MA LA SUA CITTÀ: SAREBBERO INFATTI STATI TROPPI I TESTIMONI E SORVEGLIANTI CHE AVREBBERO POTUTO RIMPROVERARLO FRATERNAMENTE, QUINDI NON LASCIA SOLTANTO LA CITTÀ, MA ANCHE IL PAESE: MA POICHE’ ANCHE DA UN PAESE DELLA STESSA PROVINCIA PARENTI O AMICI AVREBBERO POTUTO DISTURBARLO DAI SUOI PIACERI, AI QUALI INTENDE DARSI SENZA VINCOLI, SI ALLONTANO’ ANCORA IN UN ALTRO PAESE. NON DI CERTO IN UN PAESE SUFFICIENTEMENTE VICINO E TALE DA POTER PEMETTERE DI FARE GIUNGERE NOTIZIE SUL SUO CONTO, NON INTENDENDO ESSERE DISTURBATO DALLE ALTRUI OPINIONI. HAIME’! QUANTI COSTI E PENE PER POTER VIVERE NELLA DISSOLUTEZZA!

PER VIVERE NELL'ORDINE, NELLA MODERAZIONE E NELLA PIETÀ, SAREBBE MOLTO MENO COSTOSO.

Ma qualunque cosa costi, ha iniziato e ne vuole venire a capo: parte, cammina giorni e giorni, e arriva finalmente in un paese lontano, in un paese sconosciuto, dove né padre, né fratello, né parenti, né amici potranno turbare le delizie che assaggerà.

O IMPRESA SCONSIDERATA! O PARTENZA POCO PONDERATA! NON E’ COSI’ CHE MI SONO ALLONTANATO DA DIO? NON HO ROTTO CON TUTTI COLORO CHE POTEVANO DARMI CONSIGLI SALUTARI? NON HO AVUTO LEGAMI CON PERSONE CHE PRIMA MI ERANO SCONOSCIUTE E CHE NON POTEVANO CHE CONDURMI ALLA PERDIZIONE? NON MI SONO FORSE MESSO AL DI SOPRA DI TUTTO CIO’ CHE SI POTESSE PENSARE DI ME, PER LASCIARMI ANDARE SENZA COSTRIZIONE ALLE MIE PASSIONI E AI MIEI PIACERI?

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Egli dissipò la sua eredità senza tregua, per il lusso e la dissolutezza. Se ne andò, come già detto, in un paese lontano, dove sperperò tutto il suo bene in dissolutezze. Quale fu questa dissipazione?

Fu una dissipazione sprezzante nel suo sperpero.



Eccolo dunque, questo giovane stolto, al culmine dei suoi desideri, al riparo da ogni ispezione, lontano da tutti e dalle loro rimostranze, maestro nell’ impiegare come gli piace tutto il denaro che ha ritirato dalla sua legittima parte di eredità. Non tardò ad abusare di questa libertà, iniziando cominciando dall’apparire con un lusso che preannunciava le sue intenzioni, attirando ben presto un gran numero di “amici” quali meritava.

Festini, danze e concerti, dissolutezze di ogni specie a turno condividevano i momenti della sua vita: trionfava in mezzo alla sua felicità; i suoi amici applaudivano a tutti i suoi gusti, celebravano la sua gloria ed esaltavano la sua “magia”;


MA GLI AMICI LIBERTINI NON SI AMANO AFFATTO, NE POSSONO STIMARSI. SI PUÒ BEN CREDERE CHE QUELLI DEL PRODIGO LO DISPREZZASSERO; CHE, FUORI DALLA SUA PRESENZA, SI PRENDEVANO GIOCO DELLA SUA SEMPLICITÀ E DELLA SUA FOLLIA; CHE LO GUARDAVANO COME UNO DA IMBROGLIARE, FARNE ALLE SUE SPALLE IL SOGGETTO ORDINARIO DELLE LORO SATIRE, E ANCOR PIÙ LORO SCHERNO. ALMENO È COSÌ CHE SUCCEDE DI SOLITO.

INOLTRE SE VI FIDATE DI QUESTI “AMICI” CHE VI HANNO PERVERTITO E DAI QUALI CREDETE DI FARVI STIMARE SUPERANDOLI, GIÀ MOSTRATE DI AVERE MENO PUDORE E MENO “RELIGIONE” DI ESSI; CHE SIETE PIÙ ARDITI DI LORO NEI DISORDINI AI QUALI VI DATE. RICORDATE CHE COSTORO CHE APPLAUDONO I VOSTRI DISORDINI E OGNI GENERE DI VOLGARITA’, IN REALTA’ LI ABBORISCONO E VI DISPREZZANO.


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Fu una breve dissipazione nella sua durata.



La vita che il prodigo conduceva e dopo la quale egli aveva tutto sperperato, era per lui piena di fascino; ma non poteva durare, e non durò. Il suo denaro si esaurì e tutto il suo benessere svanì.

LA FELICITA’ CHE CONSISTE SOLO NEL PECCATO E’ SEMPRE DI BREVE DURATA. LA FELICITA’ CHE NE CONSEGUE NELLA SODDISFAZIONE DEI SENSI NON E’ ALTRO CHE UN BENESSERE IMMAGINARIO; A MALAPENA IL GUSTO DELL’ASSAGGIO SCOMPARE NON RIMANE CHE UN RICORDO RAUCO E PIENO DI RIMORSO. LA FELICITÀ CHE SI GODE NELLA VIRTÙ DELLA RELIGIONE È L'UNICA VERA, PERCHÉ È L'UNICA CHE ABBIA CONSISTENZA: CI SOSTIENE NELL'AFFLIZIONE E NELLA DISGRAZIA; NELLA MALATTIA E NEI PERICOLI DELLA MORTE; CI SOSTIENE SINO ALLA MORTE, E CI SEGUE OLTRE IL TRAPASSO. AL CONTRARIO, E IN TUTTI QUESTI CASI, LA FELICITÀ DEI SENSI CI ABBANDONA, E IL CRIMINE CHE NE RESTA CI TORMENTA, CI SPAVENTA E CI PERSEGUITA FINO ALL'ALTRA VITA PER TRASFORMARSI IN TORMENTO ETERNO.


Quali erano le preoccupazioni del prodigo, quando egli si accorse che i suoi fondi iniziavano a scarseggiare e che ben presto non gli sarebbe rimasto più nulla? IN EFFETTI, IL DENARO FINISCE, E CON QUESTO SVANISCONO ANCHE GLI “AMICI”, E IL PRODIGO SI RITROVA ABBANDONATO A SE STESSO E ALLE PIÙ INQUIETANTI RIFLESSIONI. Felice ancora se si fosse impegnato ad un pronto ritorno dal padre; ma si ostina a rimanere in quel paese nonostante o stato in cui si ritrova.

Non può essere spiegato, infatti, fino a che punto si faccia sentire la fame divorante che tormenta chi si allontana da Dio e persevera in questo allontanamento. A MALAPENA COSTORO CHE RIESCIONO A FUGGIRE DA QUESTA TERRA DI MALEDIZIONE POSSONO ESPRIMERLA. VI STUPIRA’ LA CONTINUA DISSIPAZIONE IN CUI VIVONO; I FRIVOLI DIVERTIMENTI DI QUESTO, A COSA SI OCCUPA QUEST'ALTRO; I MOVIMENTI E LE PENE DI UN ALTRO ANCORA; UN RICCO CHE LAVORA SENZA FINE; LA' UN ALTRO DI ALTO RANGO CHE SI SFORZA DI SALIRE ANCORA PIU’ IN ALTO; ALTROVE UN VOLUTTUOSO SEMPRE AVIDO DI PIACERI E SEMPRE IMPEGNATO A PROCURARSENE DI NUOVI. NON VI SORPRENDEREBBE DI VEDERE LA FAME CHE LI DIVORA NONOSTANTE SI SFORZINO INVANO DI METTERE FINE O DI MODERARE QUESTA FAME.

MA CIÒ CHE DEVE STUPIRVI DI PIÙ, È CHE LA LORO FAME È DI TALE NATURA, CHE PIÙ GLIELA SI CONCEDE, PIÙ AUMENTA. AH! È CHE SOLO DIO PUÒ RIEMPIRE IL CUORE E SODDISFARE PIENAMENTE LA NOSTRA ANIMA.

TORNATE DUNQUE A LUI, PECCATORI, E TROVERETE LA FINE DEI VOSTRI TORMENTI, VI SAZIERETE DELL'ABBONDANZA CHE REGNA NELLA SUA CASA


O PECCATORE! SEI FINALMENTE GIUNTO A CIO’ CHE DESIDERAVI? TI SEI CONSEGNATO AD UNA LIBERTÀ INTERA, DANDOTI SENZA FRENI E SENZA MISURA A TUTTI I TUOI DESIDERI? HAI DIMENTICATO DIO, LA SUA LEGGE E LA SUA PRESENZA? HAI SOFFOCATO LA VOCE DELLA COSCIENZA, E DELLA NATURA, PER TUTTE LE TUE PASSIONI? FELICE STATO! FELICE STATO!

HAI ORMAI GIÀ GUSTATO I TUOI FASCINI, MA INGANNEVOLI, CHE NON AVREBBERO POTUTO ESSERE SOSTENUTI PER LUNGO TEMPO: HAI VISTO SVANIRE IL TUO BENESSERE TRASFORANDOSI IN NOIA, IN DISGUSTO, IN UNO STATO DI PROFONDA TRISTEZZA E IN UNA CUPA MELANCONIA.

AH! TUTTO QUESTO TI ERA SCONOSCIUTO AL SERVIZIO DI DIO. DOV'È ORA QUELLA PACE DEL CUORE, QUELLA SERENITÀ DEL TUO VOLTO, QUELLA TUA DOLCEZZA DI CARATTERE, QUELLA TUA UNIFORMITÀ DI UMORE, QUELLA TUA NOBILTÀ DI SENTIMENTI, QUELL’ AMORE DELLA VIRTÙ, QUELLA DELICATEZZA DI COSCIENZA, QUELLA ATTENZIONE AI TUOI DOVERI, QUEL TUO GUSTO DI DIO, DELLA PREGHIERA E DELLE BUONE OPERE? DOV'È QUESTA PROBITÀ E QUESTO ONORE DI CUI TI VANTAVI, MOLTO PIÙ PREZIOSO DELL'ORO E DELLE PIETRE PREZIOSE? HAIME’! TUTTO È PERDUTO, TUTTO È DISSIPATO; COSA DIVENTERAI NELLO STATO DI INDIGENZA E MISERIA IN CUI TI RITROVI ORA?

SE HAI GIA’ PENSATO DI PERCORRERE LA STRADA DEL FIGLIOL PRODIGO NON CONTINUARE AD IMITARLO, E SE SEI GIA’ IN CAMMINO PER QUELLA STESSA STRADA, APPROFITTA DELLE TUE PRIME DISGRAZIE PER TORNARE DA TUO PADRE. NON ASPETTARE DI PROVARE INEVITABILI ALTRI MALI , CONTRO I QUALI NON TI RESTEREBBERO ALTRE RISORSE.


Preghiera:

O mio Dio! che follia è stata abbandonarvi per consegnarmi al peccato! Ahimè! Cosa posso trovare allontanandomi da Te o mio adorabile Salvatore? Ricordatemi del mio distacco; cercatemi, salvate la mia anima, o mio più tenero dei Padri! A questa gioia, a questa beatitudine che ho perso per il peccato, legandomi a Te parlami dei legami più stretti di un amore inalterabile. Così sia.


Carestia generale.



Non pensate che ci sia un solo uomo, che perseverando nel suo peccato, non possa essere vittima di questa malattia: ne vi è alcuna cura preventiva umana all’uopo. CHI HA PERSO DIO HA PERSO TUTTO, E NON GLI RIMANE NULLA .

Quando il prodigo ebbe dissipato tutto ciò che aveva, sentì tutto l'orrore della carestia. Avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbe ridotto in questo stato? O giovane sconsiderato! chi ti ha portato in
questo sfortunato paese? Cosa ne sarà di te? Da quale parte andrai? ANDRAI A TROVARE QUEGLI AMICI SCOSTUMATI E MASCALZONI CON I QUALI HAI DISSIPATO I TUOI BENI? COSTORO, COMPLICI DEI TUOI PECCATI D’OGNI GENERE… QUESTI COMPAGNI DEI TUOI PROBLEMI, QUESTI COMPLICI DEI TUOI DISORDINI, CREDI DAVVERO CHE SIANO IN GRADO DI DARTI SOLLIEVO; DI CONSOLARTI; DI NUTRIRTI? AH! SAPESSI SONO COME TE NELLA MISERIA, O SE SONO IN GRADO DI PORTARE QUALCHE SOLLIEVO AI LORO CARI, HAIME’ ! DEI TUOI PROBLEMI NON CI PENSANO NEMMENO.


ESCI DUNQUE SUBITO DA UN SIMILE PAESE COSÌ FUNESTO, RITORNA ALLA CASA DI TUO PADRE, CONFESSAGLI LE TUE COLPE E CHIEDIGLI UMILMENTE PERDONO.

Ma no… piuttosto che giungere aduna soluzione così saggia, è scoraggiato dal tentare di provarci, spera ancora che forse i tempi cambieranno, che il suo destino diventerà più dolce se potrà ancora sostenersi
per un altro po'... O SPERANZA INSENSATA, CHE COLMERÀ LA SUA SFORTUNA, E CHE NE HA PERSO TANTE ALTRE!


della condizione in cui fu costretto a mettersi



Del padrone che serve.



Andò dunque a mettersi al servizio di uno degli abitanti del paese, che lo mandò alla sua fattoria per custodire i porci.

Il prodigo, deciso a restare nel paese nonostante vi regnasse la carestia, non trovò che un espediente per poter sussistere: così dopo aver venduto tutto e dissipato tutto quel poco che gli rimaneva, dovette vendere se stesso, o donarsi quasi tutto facendosi schiavo in cambio di un po' di pane. Colui al quale si consegnò era un uomo della città, potente, ma senza compassione. Colui che pecca si fa schiavo, e di chi? del peccato, del demonio, della sua passione e dell'abitudine al peccato. Quale maestro! chi è più crudele? quale schiavitù ne è più vergognosa?


O FIGLIO DI DIO! A QUESTO PUNTO ARROSSISCI, SPEZZA I TUOI LEGAMI, SPEZZA LE TUE CATENE, E RITORNA AL SIGNORE TUO DIO E TUO PADRE.

porci



Del luogo in cui serve.



Il prodigo sarebbe stato ancora meno da compatire, se avesse avuto solo quest'uomo come padrone, e potuto restare presso di lui; ma appena fu posto al suo servizio, lo mandò in una delle sue mezzadrie, dove quel prodigo infelice trovò tanti tiranni quanti erano le persone per governarla.

Ecco dunque dov'è finita questa libertà tanto vantata, tanto desiderata, tanto ricercata! O insensato! L'obbedienza filiale, quella sottomissione dolce e onorevole nei confronti di un padre che ti amava e al quale non mancava nulla ti è sembrato insopportabile, ed eccoti schiavo di un maestro straniero e imperioso; relegato in una fattoria, per lo zimbello di tutti gli altri mascalzoni dipendenti; di gente maleducata che un tempo non avrebbe osato apparirti davanti senza con rispetto!


O VOI PECCATORI! AL QUALE IL GIOGO DEL SIGNORE, IL PESO LEGGERO E GLORIOSO DELLA SUA SANTA LEGGE VI SONO SEMBRATI TROPPO PESANTI, A CHE DURO E VERGOGNOSO SCHIAVISMO SIETE RIDOTTI! DIVENUTI SCHIAVI DEL DEMONIO E DI MILLE TIRANNI CHE VI POSSIEDONO, SCHIAVI DI UNA PASSIONE E DI MILLE ALTRE PASSIONI CHE VI TIRANO, ECCO CHI VI HA CONDOTTO ALLA FALSA LIBERTÀ CHE AVETE CERCATO, ABBANDONANDO IL VOSTRO SIGNORE E VOSTRO DIO.
VI TORMENTATE GEMENDO E DISPERANDOVI SENZA POTERE RIUSCIRE A SPEZZARE I FERRI DEI PECCATI CHE AMATE E DETESTATE ALLO STESSO TEMPO. E IN QUALI LUOGHI MALVAGGI LI COMMETTETE? QUALI SONO I LUOGHI DI PROSTITUZIONE E DI PECCATO CHE COMMETETE? E DOVE VI MANDA A COMMETTERLI IL VOSTRO PADRONE? I TEMPLI DI DIO, NON LI CONOSCETE PIÙ, O SE APPARITE ANCORA QUALCHE VOLTA, È PER PROFANARLO E PORTARVI SCANDALO


Dell’occupazione assegnatogli



Il padrone, mandandolo in una delle sue fattorie, ebbe cura di assegnargli quello di custodire i porci. Quale dura impresa per un bambino di famiglia! Ma a cosa non ci si addice, Quando manca il pane? Quanto sono alti i vili mercenari? Che caduta per un giovane che viveva a casa sua nello splendore, circondato da domestici rispettosi e pronti ad eseguire i suoi ordini al minimo segno della sua volontà! Nella casa di suo padre , quest'anima, quand’era ancora vicina e unita a Dio, si occupava solo delle nobili idee della Divinità e di un'eterna felicità. Gli angeli la servivano, Gesù Cristo la adottava, Dio era suo padre, i beati del cielo e i giusti erano i suoi amici, i suoi concittadini e i suoi fratelli; ma diventata, per il peccato, schiava del demonio e perseverando questa schiavitù, di che cosa si occupa ora? Quali idee concepisce? qual è la sua azienda? a che serve la sua cura? I demoni la governano, mille e mille uomini l'ossessionano e l'ambiente, i riprovati lo attendono; tutti i suoi pensieri e le sue azioni sono pensieri che meritano solo vergogna, vergogna e inferno. le passioni, i crimini, i demoni, ecco il vile gregge che parla e ai quali consacra il suo riposo, le sue pene e le sue cure.

Del languore dove cadde per mancanza di cibo.



Egli si sarebbe compiaciuto dei baccelli che i porci mangiavano; ma nessuno gliene diede abbassandosi al vile stato di porcheria, nonostante non pretendesse di essere nutrito con delicatezza, sapendo bene che doveva rinunciare alle delizie della sua condizione precedente, sperava tuttavia di trovarvi almeno un cibo adatto e sufficiente, anche se grossolano.QUESTA È LA SPERANZA DEL PECCATORE, FACENDOSI SCHIAVO DEL PECCATO: SI SENTE BENE CHE SI SVILISCE, CHE I PIACERI CHE SI PROMETTE SONO GROSSOLANI E BEN AL DI SOTTO DI QUELLI CHE HA GUSTATO AL SERVIZIO DI DIO! INVECE NO, PRETENDE DI PERSISTERE NEI SUOI DISORDINI, AL DI LÀ DI CIÒ CHE SI CHIAMA DEBOLEZZA UMANA, CONFIDANDO CHE CEDENDO FINO AD ALLORA ALLE SUE INCLINAZIONI, POTRÀ ESSERE SODDISFATTO E VIVERE FELICE. AH NON CONOSCE IL MAESTRO A CUI SI È ARRESO IL FIGLIOL PRODIGO, CHI NON IMPARA A CONOSCERLO ATTRAVERSO LA SITUAZIONE CUI SI TROVA .

Del cibo che desidera



Giudica il cibo che gli veniva dato perché è l'oggetto dei suoi desideri. Quando aveva riportato a casa il suo gregge, stanco, esausto, pieno di noia e di fatica, ciò che gli veniva dato era così poco capace di saziarlo, da invidiare il vile cibo che vedeva dare ai porci: Proprio con quel cibo si sarebbe sentito felice di riempirsi la pancia, saziando la fame che lo divorava.

ALLORA O SVENTURATO PRODIGO, DOVE SONO GIUNTI I TUOI PROGETTI A COMPIMENTO? HAI LASCIATO IL MEGLIO DEI PADRI PER VIVERE IN LIBERTÀ, E ADESSO SEI SCHIAVO. HAI PORTATO IL TUO BENE IN UN PAESE STRANIERO PER VIVERE NELLA DELIZIA, E TI TROVI SOLO IN UN PAESE AFFLITTO DALLA CARESTIA. TI SEI MESSO IN SERVITÙ PER AVERE DEL PANE, E TI SEI RIDOTTO A DESIDERARE IL CIBO DEI PORCI!

IMMAGINE SPAVENTEVOLE MA REALE DEL PECCATORE CHE SI OSTINA A RIMANERE NEL SUO PECCATO. PIÙ TENTA DI SCROLLARSEL DI DOSSO PER DISFARSENE E PIU’ TROVA NEL PECCATO LA SUA SODDISFAZIONE; PIÙ SI DEGRADA E PIÙ AUMENTA IL SUO TORMENTO. QUESTO VOLUTTUOSO, STANCO, ESAUSTO DELLE SUE DISSOLUTEZZE, DOPO AVER DISSIPATO IL SUO BENE E ROVINATO LA SUA SALUTE NEI PIÙ INFAMI PIACERI, NON NE È SAZIO? AH! NON SI OSEREBBE DIRLO E NON SI VORREBBE PENSARE, SENZA ORRORE, TUTTO CIÒ CHE VEDE; TUTTO CIÒ CHE SENTE; TUTTA LA SUA TURPITUDINE CHE PUÒ TROVARSI NEI LIBRI PIÙ OSCENI, NEI DIPINTI PIÙ CORROTTI CHE DIVENTANO OGGETTO DEI SUOI DESIDERI E IL TORMENTO DEL SUO CUORE.


Del cibo che gli viene ancora negato



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Ah non sono prelibatezze, non è pane che desidera, è il vile nutrimento che si dà ai porci con l quale desidera sfamarsi, e questo è ciò che gli si rifiuta; non gli è permesso di toccarlo, ha chiesto e nessuno lo ascolta, Nessuno gliene dà: ultimo tratto della miseria del prodigo, ultimo tratto che dipinge quello del peccatore. Egli, incatenato da una lunga abitudine al peccato, non si lamenta della severità della legge di Dio o della legge della natura; da lungo tempo ha oltrepassato i limiti dell'una e dell'altra: si lamenta delle leggi dell'onestà pubblica, che vorrebbe abolire per sostituirvi una libertà cinica. Invidia la sorte degli animali più immondi; come essi possono agguantarsi nel fango e nella spazzatura, vorrebbe poter vivere e morire come loro: ma le fantasticherie e i desideri vani quanto sono infami! Un uomo, un cristiano può degradarsi fino a questo punto? Chi disse al figliol prodigo, di chiedere la sua parte di eredità?

A! SI DEVE TEMERE IL PRIMO PASSO CHE SI FA, O CHE SI È SOLLECITATO A FARE NELLA STRADA DEL PECCATO! SE SI CADE SI DEVE TEMERE DI PERSEVERARE E OCCORRE ARMARSI DI UN CORAGGIO GENEROSO E RITORNARE COME LUI A SUO PADRE

Preghiera

Non permettete, o mio Salvatore! che non mi consegni mai al demonio, che mi riduca a questa vergognosa schiavitù, dove il peccatore, infelice vittima delle passioni che non può accontentare, ci avvilisce, ci degrada e ci precipita nella più orribile indigenza! Quale più grande miseria, o mio Dio, quella di non amarVi più! Non permettete che io vi cada. Ah Signore, voglio vederVi tutto per il tempo e l'eternità. Così sia


La saggezza del ritorno



INFINE, RIENTRATO IN SE STESSO, disse: Quanti mercenari nella casa di mio padre hanno pane in abbondanza, e io qui muoio di fame! Il prodigo rientrò finalmente in se stesso. La disgrazia dei peccatori non è solo quello di non entrare mai in una vita peccaminosa , ma di evitare anche ciò che potrebbe facilitare questa ad entrarvi. Commesso il peccato o se un avvenimento imprevisto lo turba, in assenza di un movimento di grazia che li richiami in se, non ne uscirebbero e cercherebbero anch’essi a dissipare senza riflessioni i loro beni (spirituali). Incapaci quindi (senza una Grazia) di toglierli dal loro infelice stato, maturano in loro disperazioni tali da trattenerli e confermarli nei loro disordini.

Per il prodigo aveva fatto cose serie e utili.



Sul passato, confrontando il suo stato presente con quello in cui era stato a casa di suo padre.



È facile pensare a ciò che ebbe da dire su una differenza così enorme, e ciò che il peccatore può dire a se stesso paragonando il turbamento, l'inquietudine, la miseria, il languore in cui vive, con quella pace, quella gioia che provava quando serviva Dio con fervore.

I GENITORI E GLI EDUCATORI DI GIOVENTÙ DEVONO COMPRENDERE QUANTO SIA IMPORTANTE FORMARE PRESTO I FIGLI ALLA PIETÀ, ANTICIPARLI IL PIÙ POSSIBILE NELLA CONOSCENZA E NELL'AMORE DI GESÙ CRISTO, DI FAR LORO GUSTARE IL SIGNORE NELLA PARTECIPAZIONE DEI SACRAMENTI, NELL'USO DELLA MEDITAZIONE, E NELLE PRATICHE DI MORTIFICAZIONE E DI PENITENZA PROPORZIONATE ALLA LORO ETÀ. SUPPONENDO CHE, NONOSTANTE UNA TALE EDUCAZIONE, ALCUNI SI DISCOSTANO NEL SEGUITO, NULLA È PIÙ ADATTO A RICONDURLI A DIO IL RICORDO DELLA FELICITÀ CHE TROVARONO VICINO A LUI. SI PUÒ ASSICURARE CHE COLORO CHE INDURISCONO SENZA RITORNO SONO QUELLI CHE, NON BENE EDUCATI, NON HANNO MAI ASSAGGIATO QUANTO SIA DOLCE IL SIGNORE; MA PER COLORO CHE LO HANNO ASSAGGIATO, È RARO CHE NON DESIDERINO PRIMA POI TORNARE A LUI.

Sul presente.



Il prodigo giudica se stesso mosso dall’aver finalmente paragonato il suo miserabile stato e come si svolgevano le giornate nella casa che aveva lasciato a suo tempo, dove si trovavano ancora i domestici
di suo padre ai quali non mancava certamente il pane. Ah! Ebbe a gridare nell'amarezza della sua anima, quanti domestici hanno da mio padre cibo in abbondanza, mentre e io, suo figlio, muoio qui di fame!

Ahimè! Possiamo dire a suo esempio quante anime fedeli a Dio, senza aver ricevuto tante grazie, tante istruzioni, tanti di insegnamenti affinché vivessero nell'innocenza e non cadessero nell'orrore del vizio, sono rimasti nella pratica della legge di Dio e nella Sua amicizia ottenendone la loro salvezza e gioia!
E IO CHE HO OTTENUTO TANTI FAVORI; CHE SONO STATO ISTRUITO CON TANTA CURA E MI SONO DISTINTO DA UNA PARTICOLARE VOCAZIONE MI SONO SENTITO CHIAMARE ALLA PERFEZIONE E ALLA SANTITA’…MI RITROVO FORSE ANCH’IO DANNATO, VIVERE E MARCIRE NEL PECCATO E MORIRE DI FAME? O ANIMA MIA! ESCI DA QUESTO VILE STATO E RIPRENDI IL TUO FERVORE.

Sull’avvenire del figliol prodigo;



Se rimango più a lungo, cadrò sotto i colpi della morte. Non potrei condurre una vita simile, questo mi è impossibile: fuggire, scappare, andare da mio padre, ne sento tutte; ma alla fine si tratta pur sempre della vita, e non differisco più. AH! SE IL PECCATORE GETTASSE UNO SGUARDO SU QUESTO TERRIBILE FUTURO, SOVRAMMESSA CERTA, SU QUESTA DANNAZIONE ETERNA, COSA FACCIO? ME INFELICE, GRIDEREBBE, CHEDEVO FARE ? SE RIMANGO COSÌ, SONO DANNATO. POTREI AVER SOLO QUESTO MOMENTO PER PRENDERE LA MIA DECISIONE; FORSE DOMANI NON CI SARÒ PIÙ: SE MI ALLONTANO OGGI, DOMANI MI TROVERO’ ANCORA IN QUESTA SITUAZIONE CON IL VOLER ANCORA RIMANDARE? DOPODOMANI PURE E CONTINUANDO COSI’ A FORZA A RIMANDARE GIUNGERO’ AL TERMINE… AL TERMINE DELLA MIA VITA E SARO’ SEPOLTO ALL’INFERNO. AH! PRENDIMI CURA DAL CIELO. MANDAMI PURE UN CASTIGO, QUALCOSA CHE POSSA COSTARMI, NON VOGLIO DANNARMI. SI TRATTA DELLA MIA ANIMA, SI TRATTA DI EVITARE UNA MORTE ETERNA, UN SUPPLIZIO SENZA FINE: DA LÌ NON RIESCO PIU’ AD ALLONTARMI MA A QUALSIASI , COSTO VOGLIO SALVARMI.

Saggezza nelle risoluzioni



Risoluzione basata sulla conoscenza della sua miseria .



Mi alzerò, disse, e andrò. Perché questa risoluzione così ferma? Essa ha come fondamento l'orrore del suo stato, il sentimento della sua miseria e l'evidenza del pericolo che corre. Ecco ciò che gli fa dire con altrettanta fermezza: mi alzerò e andrà. Lo diremmo con la stessa fermezza, se dessimo alle nostre risoluzioni delle fondamenta. Senza dubbio si presentò allo spirito di questo giovane prodigo molte cose
che si presentano al nostro, e che spesso sono troppo forti per scuotere, o sovvertire, le nostre migliori risoluzioni.

Da un lato, la difficoltà di rompere i legami della sua schiavitù, di ingannare la vigilanza dei suoi ‘’maestri’’ e di sfuggire al loro inseguimento; dall'altro, la lunghezza, la noia, la fatica, i pericoli di un viaggio intrapresi in questo stato di debolezza e di penuria; infine, e più di ogni altra cosa, la capacità che dovrà assumere quando arriverà da suo padre, e la vergogna che dovrà subire dopo un tale ritorno. Ma tutto questo non fa su di lui la minima presa, perché si tratta della vita.
IO MUOIO QUI, QUINDI ANDRÒ… ANDRÒ AL DI SOPRA DI OGNI CONSIDERAZIONI , DI TUTTI I GIUDIZI E DI TUTTI I DISCORSI. QUI MORIRÒ, ME NE ANDRÒ, SUPERERÒ TUTTI GLI OSTACOLI. SOPPORTERÒ TUTTE LE FATICHE, MI TRASCINERÒ ANCORA COME POTRÒ, MA SEMPRE CI ANDRÒ, E NIENTE POTRÀ FARMI CAMBIARE RISOLUZIONE.

II. Risoluzione basata sulla bontà di suo padre


Mi alzerò, andrò da mio padre.



Ah questo dolce padre! A questo dolce nome di padre, il mio amore si risveglia, la sua fiducia si ravviva, queste forze si rinnovano. Andrò da mio padre. No, non prenderò una strada spianata, non andrò a rifugiarmi presso un parente o un amico, non mi farò annunciare, risparmierò la mia riconciliazione, sonderò i sentimenti di mio padre e farò i conti con lui. Conosco mio padre; conosco la tenerezza del suo cuore e la sua bontà per me di cui ho abusato, è vero; ma è ancora mio padre, e andrò da lui.PRENDIAMO GLI STESSI SENTIMENTI DI FIDUCIA; PERCHÉ LA BONTA’ DI QUESTO PADRE È SOLO LA FIGURA DELLA BONTA’ DEL NOSTRO.

Risoluzione basata sulla conoscenza della sua colpa.



Parlando di mio padre non cercherò di scusarmi.



Io andrò da lui e gli dirò: Padre mio, ho peccato contro il Cielo e contro di voi. Questo figliol prodigo avrebbe potuto accusare la sua giovinezza e la sua inesperienza, i falsi amici e i cattivi consigli; invece no, accusa solo se stesso, riconosce tutta l'enormità della sua colpa, riconosce tutta l'enormità della sua colpa: essa è la sola causa del suo pentimento, non parla di tutto ciò che ha sofferto, delle disgrazie che ha provato e dei pericoli che ha corso; egli è più colpito che dell'offesa che ha commesso; lo ammette, se ne pente: ecco tutta la sua scusa.

TALE DEVE ESSERE IL NOSTRO DOLORE DI AVER OFFESO DIO, E UN DOLORE VERO NON MANCA DI ESSERE COMPIUTO DA UNA PERSONA GENTILE. DOPO LA MORTE DELLA MIA COLPA, DISSE A LUI IL PRODIGO, LA MIA PRIMA CURA SARÀ SPIEGARE I MIEI SENTIMENTI A MIO PADRE PRESENTANDOMI DAVANTI A LUI. NON PRETENDO DI DIMINUIRE LA LEGITTIMIA DEI RISPARMI DI MIO PADRE, NÉ ANDARE DI PARI CON LUI; QUESTO NON È GIUSTO. NON PRETENDO NULLA NEMMENO DAI BENI DI MIO PADRE, NÉ DAI SUOI PARTICOLARI FAVORI , NE DA DONAZIONI, NÉ DELLA SUA FAMILIARITÀ: NON LO MERITO. NON PRETENDO CHE MI RICEVA E CHE MI TRATTI COME SUO FIGLIO; NON VOGLIO PORTARE IL SUO NOME O CHE SI DICA CHE LO SONO, DOPO QUELLO CHE HO FATTO, NE SONO INDEGNO. TUTTO QUELLO CHE CHIEDO È CHE MI ACCOLGA NELLA SUA CASA SUL PIEDE DI MERCENARIO, CHE VI SIA TRATTATO COME COLORO CHE EGLI HA AL SUO SERVIZIO, E CHE POSSA SERVIRLO COME LORO. GLI DIRO’: NON SONO PIÙ DEGNO DI ESSERE CHIAMATO VOSTRO FIGLIO, TRATTATEMI COME UNO DEI VOSTRI DIPENDENTI. È COSÌ CHE IL PRODIGO SI RENDE GIUSTIZIA SENZA LUSINGARSI. SE RICONOSCESSIMO COME LUI LA NOSTRA INDEGNITÀ; SE UN SINCERO PENTIMENTO E NOSTRA SINCERA UMILIAZIONE, FONDATI SULLA CONOSCENZA DEL NOSTRO CUORE E SUL RICORDO DEI NOSTRI PECCATI, POTREMMO LAMENTARCI DI QUALCOSA? E QUANTO GRAZIA QUESTA UMILIAZIONE NON NUTRIRÀ? MA SPESSO UN ORGOGLIO, UNA DELICATEZZA INSOPPORTABILE E CHE SI ADATTA COSÌ MALE DOPO TANTI PECCATI, CI RENDE ODIOSI SIA A DIO CHE AGLI UOMINI.

Saggezza nell'esecuzione



Egli ragionò prontamente. E si levò e andò a trovare suo padre.



Appena il prodigo ebbe fatto i suoi piani, si alzò, raccolse le sue misere cose con la poca forza che gli rimase e si mise in cammino. Se avesse rimandato l'attuazione della sua risoluzione, le forze gli sarebbero potute mancare, il suo ardore rallentare e i suoi maestri avrebbero potuto scoprire o sospettare i suoi disegni, ponendo ostacoli invincibili e non avrebbe mai potuto avere la felicità di rivedere suo padre, morendo senza dubbio morì nell'ignominia e nella miseria, tra i porci con i quali cui viveva.OH! QUANTE RISOLUZIONI SONO DIVENTATE STERILI PER IL TEMPO DELL'ESECUZIONE! QUANTI CRISTIANI DANNATI NONOSTANTE LE INTENZIONI SANTE! QUINDI COMINCIAMO SUBITO.

Esegue coraggiosamente



Appena andò via ecco che il ricordo della casa paterna si ripresenta in tutta alla sua mente, e riempie il suo cuore di una gioia ineffabile. Egli non tarda a raggiungerla, vi vola, e senza accorgersi né delle fatiche pericolose, si occupa solo della speranza di rivedere suo padre e di potersi gettare ai suoi piedi.

PARTIAMO QUINDI SENZA RIMANDARE. APPENA AVREMO FATTO IL PRIMO PASSO, UNA GIOIA SEGRETA E SCONOSCIUTA SCALDERÀ IL NOSTRO CUORE E LO RIEMPIRÀ DI CORAGGIO; SENTIREMO ABBIAMO CHE ABBIAMO UN PADRE AL QUALE RITORNEREMO; CAMMINEREMO CON CONSAPEVOLEZZA, NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ MA VOLEREMO DA LUI E LO TROVEREMO.

Esegue fedelmente. Non cambia nulla al piano che ha formato



Va dritto da suo padre, e subito gli farà l'ammissione dei suoi errori, negli ultimi termini che ha proposto. . E PERCHÉ CAMBIAMO TANTI PUNTI ESSENZIALI NEL PIANO DI RAGGIRANDO QUELLI CHE CI SIAMO PROPOSTI DI CONFESSARE? OGNI GIORNO PROPONIAMO DI EVITARE QUALCHE ‘’TENDENZA” CHE CI ERAVAMO PROPOSITI DA NON RIPETERE. AH! SIAMO FEDELI ALLE NOSTRE RISOLUZIONI COME IL PRODIGO, SE VOGLIAMO, COME ASSAPORARE LA DOLCEZZA DI UN'ACCOGLIENZA FAVOREVOLE.

Preghiera.

O Dio! Torno a voi senza indugio, senza deviazioni, con fiducia e per sempre. Sei Tu che mi ispiri il desiderio del coraggio che non lasci si rallenti mai. La mia miseria è infinita, le mie colpe sono senza numero; ma la Tua tenerezza è inesauribile. Il mio cuore è ingrato e spergiuro; ma questo cuore è veramente contrito, sinceramente umiliato, e non rifiuterete questo sacrificio che vengo a farVi. Così sia.


Suo padre lo aspetta teneramente



Quando era ancora lontano, suo padre lo chiamò, e commosso dalla compassione, corse a lui, si gettò al suo collo e lo baciò. Osserviamo tutti i passi di questo tenero Padre: Nostro Signore li espone solo per darci un'idea di tutta la tenerezza che ha per noi, quando torniamo a Lui.

padre-che-aspetta



Suo padre lo vide da lontano e lo riconobbe.



Com'è che suo padre fu il primo a vederlo? Non fu affatto un caso ma la sollecitudine paterna a condurcelo, davvero questo povero padre sperava ogni giorno d’intravedere vedere suo figlio tornare da lui . Come abbia potuto riconoscerlo da così lontano e in uno stato così irriconoscibile?

Non furono affatto i suoi occhi a riconoscerlo ma il suo cuore. O cuore! O eterno sguardo del nostro Dio! Ci lasci abbandonarti e appena torniamo a te, ci riconosci per i tuoi figli, e hai per noi più tenerezza di prima.

Quando lo vide, suo padre fu toccato da una grande compassione. E infatti egli era degno di compassione nello stato in cui si trovava; ma anche se per un padre così gravemente offeso e così indegnamente disonorato vi erano diversi motivi per rimproverarlo, tu quale padre troppo tenero, hai dimenticato con quale presunzione egli ti domandò la sua legittima; con quale disprezzo ti lasciò; con quale ingratitudine si allontanò da te. Non solo hai ignorato la vita licenziosa che ha condotto; fino a che punto si è ostinato a vivere separato da te; fino a che punto si è avvilito, si è degradato e ti ha disonorato? Ancora non sai che solo l'eccesso della sua miseria e il timore di una morte imminente lo hanno indotto a pensare a te, e che se la sua fortuna fosse stata sostenuta, era risoluto a non rivederti mai più?

Ah! questo tenero padre che dimentica tutto il passato, che vede solo lo stato presente di suo figlio, e solo la sua compassione e misericordia gli fa pensare di tirarlo fuori dai suoi guai!
O DIO DELLA MISERICORDIA! QUESTI SONO ANCHE I TUOI SENTIMENTI DI BONTA’ PER NOI, QUANDO CI VEDI TORNARE A TE.

Suo padre corre dal figliol prodigo.



rit-p-corre-incontro



Bisognava almeno aspettare che quel figlio tornasse sul serio e lasciarlo avvicinare, nascondere per un po' la compassione che la sua vista ispirava per assumere almeno per un po’ un'aria severa, o quanto meno fredda e seria, per far comprendere a quel giovane libertino le sofferenze e malcontento che aveva causato la sua condotta. Sì, avrebbe dovuto essere così, se Nostro Signore ci avesse proposto questa parabola per servire da modello ai padri terreni.MA CE L'HA PROPOSTA PER FARCI CONOSCERE LE MISERICORDIE DEL NOSTRO PADRE CELESTE, E QUESTE SONO AL DI SOPRA DI QUELLE DEGLI UOMINI, QUANTO IL CIELO E’ ELEVATO AL DI SOPRA DELLA TERRA. AH! NON GIUDICHIAMO QUINDI DIO PER MEZZO DI NOI STESSI. MA CONOSCIAMOLO DA QUANTO CI RIFERISCE IL NOSTRO SALVATORE. IN DIO TUTTO È INFINITO, LA SUA BONTA', IL SUO AMORE, LA SUA MISERICORDIA; LA SUA STESSA GIUSTIZIA NON HA PER FONDAMENTA CHE LA SUA TENEREZZA PER NOI.

Suo padre giace se lo stringe al collo abbracciandolo teneramente; quale dimostrazione d’amore e pegno di riconciliazione! Ah non esistono peccatori sinceramente convertiti, che non abbiano provato questi segni di bontà da parte di Dio. Sono loro a dirci cosa hanno provato in quei felici momenti in cui Dio li ha riconciliati con la Sua grazia; e se siamo stati di questo numero, spetta a noi ricordarlo con i più vivi sentimenti di amore e di riconoscenza.

Suo padre lo fa rivestire nobilmente



dell'ordine che dà suo padre



(...) Dopo le prime carezze, il padre condusse con sé il figlio a casa dove il povero giovane, penetrandovi confuso e non aspettandosi un’accoglienza così poco attesa e meritata, non avendo potendo potuto esprimerlo prima se non con le lacrime e singhiozzi, colse quel momento per dirgli con amarezza: Ah! Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te ; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio … (* aggiunta dell’autore) sono imperdonabile davanti a voi, non merito più di portare il nome quale vostro figlio. Stava per continuare a parlare, quando suo padre, trasportato di gioia e ascoltandolo appena, non gliene lasciò il tempo per farlo; stava per chiedergli di poter ottenere un posto tra i suoi servi, quando invece, questo tenero padre mise tutti i domestici per servirlo.

In preda al trasporto della sua gioia, che non lascia tempo al figlio di continuare a parlare , ordina che di fretta gli si porti il più bel vestito che possiedo, e che glielo indossino davanti ai suoi occhi. Mettetegli un anello d'oro al dito; calzatelo con delle scarpe. Appena finito di dare ordini, ne impartisce altri non indifferenti per preparare un grande pasto.


Come viene eseguito l'ordine del padre?



I domestici condividono la gioia del loro padrone, e non rimandano l’esecuzione della sua volontà. Mentre gli uni preparano il pasto, gli altri vengono e si affrettano ad elogiare questo fortunato figlio del più Tenero dei Padri.TE indaffarati a chi eseguirà il suo dovere secondo gli ordini di tuo padre, al quale voi temerete più zelo e rispetto. Che differenza fra questi uomini i quali tra gli onori di taluni e i disprezzi d’altri spettegolano dal luogo dal quale escono!! VI RICONOSCETE FORSE? CHE SIA UN SOGNO? COME VI COMPORTERESTE SE PASSATI NELL’IMMEDIATEZZA DA UNA ESTREMITA’ ALL’ALTRA, OSSIA DA UN ABISSO DI MISERIA PASSASTE AL COLMO DEGLI ONORI? A CHI DOVRESTE QUESTO FELICE CAMBIAMENTO, SENON AL MIGLIORE DEI PADRI?

cosa significa questo ordine.



O Padre delle misericordie, o Dio di ogni consolazione! Siete voi a condurci, sono le premure del vostro amore divino che ci dipingete qui. E così in favore di un peccatore convertito, voi mettete in moto il Cielo e la terra, che ordinate ai vostri ministri, ai vostri angeli visibili invisibili, di affrettarsi attorno a lui, di servirlo, di rivestirlo di paramenti preziosi; Gli fate mettere l'anello d'oro al dito in segno di nobiltà e per segnare che le sue mani non sono destinate ad opere basse e servili, ma che tutto ciò che farà sarà degno del suo rango e meritevole ai vostri occhi. Infine gli fate mettere le scarpe ai piedi per rafforzare i suoi passi e impedire che si ferisca, il che è l'espressione delle buone opinioni che gli sono date da voi, le cure che prendono dalla sua condotta il suo direttore e il suo angelo custode, e infine le sante risoluzioni che voi stesso ispirate loro, affinché possa camminare nella via dei vostri comandamenti con fermezza, festosità e costanza. È così che arricchito e adornato, il peccatore diventa tutt'altro, e che uscito dalla schiavitù del demonio, non solo rientra nella vostra casa per essere uno dei vostri servi, ma per essere trattato come vostro figlio. Ma non è ancora tutto, e le vostre infinite bontà non si limitano....

Suo padre gli fa una bella festa



Della gioia e del banchetto di questa festa



Il padre aveva ordinato di uccidere un vitello grasso, di preparare un grande pasto e di disporre una festa splendida. Dando questi ordini, questo tenero padre animava tutto e sprizzava la gioia che sentiva . Mangiamo, disse, e facendo la buona tavola; concediamoci alla gioia, poiché questo mio figlio che era morto, ed è risorto, era perduto, ed è ritrovato; ed essi iniziano il banchetto. Si mise a tavola, la compagnia era numerosa, la gioia fu viva, il figlio ne era l'oggetto.

In breve la gioia rappresentata in questo banchetto di cui l’anima è il padre e ai quali seguirono i fascini della festa non è che la debole immagine terrena che possiamo farci di quella gioia in Cielo e il fascino degli Angeli che celebrano gli Angeli per la conversione di un peccatore.


Preghiera. Per quanto siete terribile, o mio Dio! per coloro che non fanno penitenza, tanto siete pieni di bontà e magnifico per coloro che hanno il coraggio di farla: appena si ha un cuore di bambino, si trova in voi un cuore di padre. Dammi, Signore, ridammi questo cuore e il glorioso nome di bambino, affinché sia degno di averti per padre. Così sia.


Dei mormorii del figlio maggiore



Di alcuni difetti che i giusti devono scandire ed evitare.



La curiosità. Come noto (almeno si spera) il figlio maggiore che era nei campi tornò e quando fu vicino a casa sentì il concerto e il rumore di coloro che ballavano (...) Chiamò un domestico, e gli chiese che cosa significasse una gioia così inaspettata e così insolita.

EGLI AVEVA DIRITTO DI FARE QUESTA DOMANDA, ESSENDO DI CASA; MA NOI, CHE DIRITTO ABBIAO DI VOLERE ESSERE INFORMAI DI TUTTO CIO’ CHE SI FA’ NELLE CASE ALTRUI?

PERCHE’ CONTINUAMO A INFORMARCI SU COSA FANNO GLI ALTRI?

QUESTO FIGLIO INTERROGA UN DOMESTICO PER SCOPRIRE QUALE SIA IL MOTIVO DI CIO’ CHE SENTE,PUO’ ESSERE CHE IL SUO CUORE SIA COMPLETAMENTE RETTO E NON ABBIA ANCORA GIA’ PRESO PARTE A QUALCHE EMOZIONE PER POI PRENDEREPARTE ALL’ALLEGREZZA DEL PADRE. AD OGNI MODO EGLI HA ALMENO INTERROGATO UNO DEI SUOI SERVITORI;

MA NOI, PERCHE’ CHIAMARE I SERVI ALTRUI PER SAPERE COSA SUCCEDE ALL’INTERNO DELLE ALTRE FAMIGLIE? EGLI ALMENO INTERRGA UNO DEI SUOI SERVITORI; MA NOI, PERCHE’ INTERROGARE VICINI O ALTRE PERSNE DI QUESTO TIPO, SPESSO MALE ISTRUITE E CHE SI DILETTANO A INTERPRETARE TUTTO IN MALE? INFINE, PERCHE’ RIFERIRCI A TUTTO CIO’ CHE GLI PIACERA’ DI PIU’ FALSO E MALIGNO?


Dello zelo ostinato



Il servo rispose… È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo; questo riempie quest'ultimo di indignazione, riporta infatti il Vangelo di Luca “Egli si indignò e non voleva entrare”. Questo comportamento era precisamente quello dei farisei. Erano indignati che Gesù si lasciasse avvicinare dai peccatori e mangiasse con loro. Troppo spesso si vedono uomini dotata di una severità ritenuta scandalosa per gli altri, tale da farla ritenere indegna se confrontata con coloro che hanno trattano carità con bontà e indulgenza i peccatori pentiti. Guardiamoci da questo zelo farisaico, e stimiamo lo zelo veramente caritatevole e così consolante per i peccatori.

Della tenacia



ritorno-fratello



Egli non volle affatto entrare; ma suo padre nonostante gli inviti del padre per pregarlo. Il figlio maggiore lasciandosi andare ai moti della sua indignazione, s’impuntò di non entrare e di non intendere turbare una festa che considerava a suo dispetto. Nonostante le varie insistenze e i vari inviti fatti pervenire da parte di suo padre, poiché persisteva nel suo ostinato atteggiamento, il tenero padre dovette andare di persona a pregarlo ancora, rispondere alle sue lamentele e placare il suo sdegno. Le persone buone non sono sempre esenti da questa sensibilità e delicatezza che portano ad una specie di dispetto, di intesa e di ostinazione.

Della presunzione



Ma il figlio, rispondendo a suo padre, gli espose i temi del suo malcontento, e gli disse: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. CI SI DEVE COMPIACERE DAL TEMPO TRASCORSO AL SERVIZIO DI DIO SOLO PER RINGRAZIARLO, PER UMILIARSI, PER INFERVORARSI, E NON PER CONTRACAMBIARE, PRETENDENDO CONSOLAZIONI DA PARTE DI DIO, E MOLTO MENO PER DISTINGUERSI DA ALTRI. Questa vita è il tempo del lavoro e di guadagnarci meriti, non quello della ricompensa.

Dell 'amarezza contro i peccatori.



Il maggiore aggiunse: Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Che amarezza in queste parole, e che ne entri spesso nei discorsi che teniamo sui disordini del prossimo! Ricordiamo che questo prossimo, che questo peccatore nella cui condotta cogliamo precisamente ciò che ha di più odioso, non è solo figlio del nostro Dio, ma nostro fratello; pensiamo che può ancora convertirsi, diventare un santo, e migliore di noi; Pensiamo che egli dentro di sé geme dai suoi disordini, vorrebbe uscirne; pensiamo che egli possa essere già convertito e riconciliato con Dio. Ma quanto sarebbe più grave la nostra colpa, se ne parlassimo in questo modo nel tempo, anche se da segni di rettore, di pentimento e di riconciliazione!

Dei nostri odiosi paragoni con gli altri



... Non appena lui, vostro altro figlio, è tornato, voi avete fatto uccidere per lui il vitello grasso... Questi confronti ruotano su due punti, SU QUELLO CHE FACCIAMO CON QUELLO CHE FANNO GLI ALTRI, QUELLO CHE RICEVIAMO CON QUELLO CHE RICEVONO GLI ALTRI... Io ho lavorato, ho obbedito; lui si è divertito e ha fatto solo quello che voleva. A me non si concede nulla, si rifiuta tutto; a lui si concede tutto, non si rifiuta nulla. CONFRONTI PIENI DI ORGOGLIO E DI INGIUSTIZIE. METTIAMOCI IN TUTTO ALL'ULTIMO POSTO; L'UMILTA' CONSERVERÀ IL PREZZO DELLA NOSTRA VIRTÙ E CI PROCURERÀ LA PACE DEL CUORE.

Dei vantaggi dei giusti



Allora gli rispose il padre: Figliuol mio, voi siete con me, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo e quello che ho è vostro; ma bisognava fare festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato.

DIO È IL LORO PADRE, MA UN PADRE PIENO DI AMORE E DI BONTA', PIENO DI DOLCEZZA E CONDISCEN-DENZA. GUARDATE COME IL PADRE DELLA PARABOLA, APPENA VIENE A SAPERE CHE SUO FIGLIO PRIMOGENITO INDIGNATO E’ USCITO, VA DA LUI E INVECE DI RIMPROVERARGLI DI NON FA’ ALTRO CHE ASCOLTARE LE SUE RAGIONI, LO ACCAREZZA E PER QUANTO LE SUE LAMENTELE SIANO INGIUSTE E AMARE, FINGE DI NON OFFENDERSI, GLI RISPONDE CON DOLCEZZA, DISSIPANDO I SUOI SOSPETTI. EGLI IMPIEGA PER RAPPACIFICARLO TUTTO CIO’ CHE L’AMORE PATERNO POSSA SUGGERIRE DI PIU’ RAGIONEVOLE,DI PIU’ SOLIDO E DI PIU’ TENERO. E’ COSI’ CHE DIO E CI GUIDA A CORREGGERLE: E’ UN PADRE INDULGENTE PER I GIUSTI QUANTO MISERICORDIOSO PER I PECCATORI, LA SUA MISERICORDIA INVITA TALUNI A TORNARE A LUI, E ALTRI A PURIFICARSI DALLA SUA BONTÀ E PERFEZIONARSI SEMPRE DI PIÙ SINO AL METTERSI AL SUO SERVIZIO.

Dio-padre



IL GIUSTO È SEMPRE CON DIO, SEMPRE UNITO A LUI PER LA GRAZIA SANTIFICANTE, SEMPRE O ALMENO SONO ABITUALMENTE UNITI DAL RIORDINO INTERIORE, DAL PENSIERO DELLA SUA DIVINA PRESENZA E DAL NOSTRO DESIDERIO ATTUALE DI PIACERGLI. IN QUESTO FELICE STATO, TUTTE LE LORO BUONE OPERE SONO UGUALI PER LA VITA ETERNA; TUTTE LE LORO AZIONI, ANCHE LE PIU’ SEMPLICI E COMUNI POSSONO DIVEN-TARLO SE LE OFFRONO A DIO, SE LE FANNO A SUA GLORIA, PERCHÉ SONO SEMPRE CON DIO.TUTTI I BENI DI DIO SONO LORO: TUTTI I BENI DELLA CREAZIONE E DELLA NATURA; QUELLI DELLA REDENZIONE E DELLA GRAZIA, NONCHE’ TUTTI I BENI DELLA GLORIA E DELL'ETERNITA’. DIO STESSO E’ IL LORO BENE E EREDITA’
LO POSSIEDONO, E NE GODRANNO IN CIELO PIENAMENTE E PER SEMPRE. NON CI LAMENTIAMO QUINDI DELL'UNIFORMITÀ DELLA NOSTRA VITA E DEL FATTO CHE NON SENTIAMO LE GRANDI CONSOLAZIONI INTERIORI E LE MISSIONI SPIRITUALI; PERSEVERIAMO SOLO, SARANNO NOSTRE E NE GODREMO IN CIELO NON INVIDIEREMO AI PECCATORI CONVERTITI QUELLI CHE SENTONO E LE FESTIVITÀ CHE SI SONO CONVERTITI AL LORO RITORNO;
FACCIAMO PARTE DI TUTTO QUESTO, NON PERDEREMO NIENTE IN CIELO: PRENDIAMO PARTE ALLA GIOIA DEI PECCATORI CONVERTITI PARTE; PRENDIAMO PARTE AL LORO BANCHETTO E RALLEGRIAMOCI DI QUESTO FATTO PER LA GIOIA DI NOSTRO PADRE: EGLI RITROVA UN FIGLIO E NOI UN FRATELLO, IL QUALE, SENZA DIMINUIRE LA NOSTRA EREDITA’ COPRE UN FIGLIO, AUMENTA LA FELICITÀ NELLA CASA CHE CI È COMUNE, E NON PUÒ CHE CONTRIBUIRE ALLA NOSTRA PROPRIA CONSOLAZIONE.


Riflessione sulla conversione del peccatore



TUO FRATELLO ERA MORTO ED È RISORTO; ERA PERDUTO E RITROVATO.

Che cos'è lo stato del peccato? uno stato di morte e perdizione. In questo stato, il peccatore è privato di Dio e della sua grazia, che è la vita dell'anima, come l'anima è la vita del corpo, in questo stato tutte le opere del Peccatore sono opere morte, e che non meritano alcuna ricompensa in cielo; e sarà vittima eterna della sua vendetta. Che stato, e chi può pensarci senza rabbrividire? Ahimè! quanti si trovano in questo stato di perdizione! Dio sa e li conosce; sembrano vivi, e sono morti. Quanto tempo fa sia Stato non ci sono stato io stesso!SI PIANGE LA MORTE CORPORALE DEI PROPRI CARI, DEI PROPRI AIS; AH PIANGIAMO LA LORO MORTE SPIRITUALE MILLE VOLTE PIÙ FUNESTA DELLA PRIMA, PERCHÉ IN QUALSIASI MOMENTO PUÒ TRASFORMARSI IN MORTE ETERNA!

CHE COSA SIGNIFICA CONVERTITO?
ESSERE RISSUSCITATO, ESSERE RITROVATO!



Ci si compiace di essere fuggiti da una malattia di cui si credeva di morire, o anche dalla quale nel quale si è creduto di essere morto; che cosa sarebbe se per miracolo, dopo aver subito la morte, fossimo stati restituiti alla vita? La conversone è incomparabilmente più grande; la grazia della conversione che ci fa rivivere in Dio, ci consegna in tutti i diritti della prima vita che avevamo ricevuto al battesimo, e che ci conduce alla vita eterna, che è assicurata in Cielo, se perseveriamo nello stato della nostra resurrezione. Oh! quale deve essere la nostra riconoscenza per un così grande beneficio! Quale deve essere il nostro fervore a servire colui che ci ha restituito la vita, e una che vita! quali devono essere la nostra applicazione e la nostra vigilanza per conservarla?

CHE COS'È LA RICADUTA? Una visione inconcepibile, un'ingratitudine mostruosa. Non era questo lo scopo della parabola di argomentare o meno la perseveranza del prodigo; Cosa può ben pensare che avrebbe ricevuto il suo vecchio maestro, se si fosse presentato per chiedergli di uscire dalla tavola, di spogliarsi dei suoi vestiti e tornare a prendere il suo lavoro con i suoi porci.

Ci è facile vedere anche come dobbiamo ricevere il demonio, quando ha l'audacia di farci una simile proposta. Non si può supporre il prodigo tanto insensato da esporsi una seconda volta a ricadere nello stesso stato miserabile in cui aveva sofferto e da cui aveva tanto faticato per ritirarsi. Qual è dunque l'eccesso della nostra follia di ritornare al peccato dopo esserne stati liberati, e di ritornarvi così rapidamente, con tanta facilità, non una volta, ma tante e tante volte!

Ma infine, supponendo che il prodigo, dimenticando i propri interessi, fosse stato ancora cosi ingrato ad abbandonare suo padre, e che dopo aver asciugato gli stessi malefici, si fosse presentato di nuovo a lui nelle medesime condizioni della prima volta; Come pensiamo che suo padre l'avesse ricevuto ed avesse dovuto riceverlo? Ma guardiamoci dal misurare la bontà di Dio su quella degli uomini, o dal giudicare dalle nostre deboli idee: È INFINITA. Dio è pronto ad accoglierci a penitenza, non solo una seconda volta, ma fino a settanta volte sette volte, cioè tante volte quante torneremo a Lui ma sinceramente e con un cuore pentito e pieno di dolore. Com'è amabile questo Dio così buono, così paziente, così misericordioso!


MA QUALE SAREBBE LA NOSTRA MALIZIA E LA NOSTRA INGRATITUDINE, SE LA BONTA’ DI DIO DIVENTASSE NOSTRA ABITUDINE DI OFFENDERLA E NON UN'ATTRATTIVA PER AMARLA! AH! NON SBAGLIAMO: MOLTE VITTIME DEL LORO CUORE DEPRAVATO HANNO SUBITO LA PENA DOVUTA ALLA LORO INGRATITUDINE

MOLTI, DOPO LA LORO RICADUTA, NON HANNO AVUTO IL TEMPO DI TORNARE, AVENDO GUSTATO IL PECCATO PER LA LORO RICADUTA, NON HANNO AVUTO LA VOLONTÀ DI RITORNARE; MOLTI, CON UNA CADUTA, AVENDO CONTRATTO L'ABITUDINE DI NON ESSERSI FATTI VIOLENZA PER TOGLIERSI LE CATTIVE ABITUDINI DEL PECCATO E OSTINANDOSI AL MALE, NONOSTANTE UNA VITA TESSUTA DI CONFESSIONI E DI RICADUTE, SI SONO TROVATI PERSI PER L’ERTERNITA’.


Gesusericordiosoepapagiovannipaolosecondo



Preghiera.

O! anima mia! benedici, loda e ringrazia il Signore delle infinite misericordie che ti ha prodigato: godine; ma abbi timore di non abusarne. Fate, o mio Dio! Ch’io corrisponda fedelmente e costantemente all'immensità delle Vostre grazie, per poter partecipare un giorno all'immensità della Vostra Grazia. Così sia.


VANGELO-MEDITATO-2



Questo etichetta “o post” che si voglia chiamare non è null’altro che una delle tante meditazioni tratte dal “VANGELO MEDITATO E DISTRIBUITO PER OGNI GIORNO DELL’ ANNO, TOMO 3” CIRCA LA PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO (ed. del 1859) al quale ringraziandolo da questa valle di lacrime per aver fatto e realizzato quest’opera di cui sono in possesso e che ci riporta al vero Cattolicesimo, quindi ai veri insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo, che la falsa chiesa senza papa sta’ distruggendo e perseguitando.

Le meditazioni sono state quasi integralmente riportate ed anche nella traduzione dal francese all’italiano, escluse qualche insignificanti diversificazioni di alcuni termini che non modificano affatto il contenuto e rendono peraltro più accessibile documento storico attualissimo (a parte errori di battitura o di malfunzionamento del mio pc) nonché utile per professare la nostra sana dottrina SENZA FINI DI LUCRO. Tornando a questo modesto ma per me faticoso lavoro realizzato durante la Quaresima, la cui fatica offro a Nostro Signore e alla Nostra Mamma Celeste, permettetemi di dedicarlo a Don Alessandro Maria Minutella del Piccolo Resto Cattolico Apostolico e Romano e ai Sacerdoti del Sodalizio . Un pensiero particolare e costante rivolgo anche a Padre Giustino Jacopini , ora in Cielo, Frate Cappuccino e mio primo Sacerdote Amico, al quale piaceva evangelizzare dilettando dipingendo


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A Te Amicone mio, ‘’ frate dai mille quadri e dai mille colori ’’, con i quali hai ricostruito in centinaia di tavole “il Vangelo di S. Marco”,” la vita di San Francesco”, l’Avventura umana”… (quest’ultima delle quali ci ricorda quella del Figliol Prodigo che ho riportato qui e sarà stato senz’altro un mezzo per aiutare il Signore a convertire qualche anima, laddove certi tuoi confratelli pur prendendoti in giro non sono riusciti nemmeno a convertire una mosca, e oltre a non mantenere la loro promessa alla Tua ultima volontà, se ne tanno rintanati rinnegando il Signore. Non porto odio, come Tu non avresti voluto, ma non posso tacere! ) …Ti abbraccio da quaggiù e ripropongo a tutti “La vita umana”, avendo costoro, smantellato e messo in soffitta i Tuoi quadri, nonostante la Tua ultima richiesta prima di lasciarci fosse stata quella di lasciare esposta la Tua mostra permanente. Un abbraccio da quaggiù!

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padregiustino



https://lalanterna.blogfree.net/?t=4901487#cut

(Lavoro terminato il giorno 31 Marzo 2024, Pasqua di Resurrezione )

A Tutti gli amici della Lanterna un caro saluto e auguri di buona Pasqua
dalla pecorella smarrita in Gesù Maria et Giuseppe!


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P.S: non scordatevi della Novena della Divina Misericordia e di recitare la Coroncina
Che potrete trovare sempre all’interno di questo povero ma fedele “Blog”


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Edited by lapecorellasmarrita - 2/4/2024, 13:07

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H 9 LA PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO
 
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